A sei mesi dallo scoppio della guerra, l’accoglienza di Ai.Bi. in Italia dei profughi ucraini non si ferma: avviato il progetto approvato dalla Protezione Civile

Dopo una prima fase più emergenziale, sta proseguendo, con l’organizzazione della Protezione Civile, l’accoglienza dei profughi ucraini nelle strutture appositamente allestite da Ai.Bi. Arrivati i primi ospiti nella Casa Nonno Carlo di Agrate Brianza (MB) e nella Casa della Pace di Mulazzano (LO)

Casa Nonno Carlo, ad Agrate Brianza (MB), e la Casa della Pace, a Mulazzano (LO), sono i due principali centri del sistema di accoglienza dei Pan di Zucchero della Pace che Ai.Bi., grazie alla collaborazione con autorità, cittadini, aziende e volontari, ha messo a disposizione per le famiglie sfollate dall’Ucraina.
Durante la prima fase dell’emergenza, le strutture hanno accolto i componenti di case famiglia e altri profughi arrivati direttamente in Italia tramite i contatti e i collaboratori dell’Associazione. Qualcuno degli ospiti è rimasto ed è tutt’ora presente, altri sono tornati in Patria o hanno proseguito il loro viaggio verso altre sistemazioni.
Oggi il sistema di accoglienza è passato a quella che si può definire una “seconda fase”, coordinata a livello nazionale dalla Protezione Civile. In quest’ambito, Ai.Bi. ha messo a disposizione i posti ancora liberi presso le sue strutture, entrando in una cordata con capofila GEA.
Dopo qualche settimana di attesa e l’adempimento di tutte le questioni burocratiche, nell’ultima settimana di agosto sono arrivati i primi ospiti.

L’accoglienza di tre nuovi nuclei familiari a Casa Nonno Carlo

Ad Agrate Brianza, nella Casa Nonno Carlo, generosamente messa a disposizione dai Signori Bucchi, una famiglia affidataria dell’Associazione che ha intitolato alla memoria del nonno la struttura, risistemata grazie a una straordinaria “solidarietà diffusa” che ha visto la partecipazione di amici, famiglie e volontari, aziende partner, parrocchia e autorità locali, è inizialmente arrivata una famiglia di 6 persone, in Italia da 3 settimane, seguita successivamente da altri due nuclei composti da mamma, papà e figlia/figlio. Tutti hanno molto apprezzato l’accoglienza ricevuta e la sistemazione. La casa si è presentata pulita, colorata e accoglienza, tanto che la più piccola del gruppo, non appena entrata, ha mostrato un sorriso di gioia inequivocabile! Stessa cosa ha fatto suo fratello quanto ha visto la cameretta.
Le famiglie arrivano da Odessa e sono consapevoli che le possibilità che torni la pace in tempi brevi non sono molte. La loro volontà è di integrarsi in Italia e lo staff di Ai.Bi., così come le famiglie e le realtà del territorio, sono pronte ad aiutarli.

“Fin da subito – sottolinea Carmen Collia, assessore del Comune di Agrate Brianza con deleghe alle Politiche Sociali e la salute; alloggi comunali; politiche familiari; funzioni inerenti l’offerta sociale – gli agratesi si sono dimostrati generosi e pronti ad accogliere. Tutto è andato molto bene, già con l’accoglienza delle prime famiglie. Sicuramente il fatto di aver avuto la collaborazione di un’Associazione come Ai.Bi. è stato importante e ci ha permesso di andare avanti nel nostro progetto di accoglienza. In questi mesi abbiamo organizzato anche diversi eventi per favorire l’integrazione: da momenti ludici a una cena in cui ucraini e italiani hanno condiviso le ricette tradizionali. Oltre ad Ai.Bi, un grazie particolare va alle altre Associazioni presenti sul territorio, la parrocchia e pediatri e medici del polo socio sanitario, che si sono dimostrati pronti a prestare la loro opera ogni volta che ce n’è stato bisogno”.

Quattro donne ucraine alla Casa della Pace

Anche alla Casa della Pace di Mulazzano (MI) l’accoglienza non si ferma. Questa nuova fase ha visto l’arrivo di 4 donne ucraine, da poco in Italia, accompagnate dai volontari della Protezione Civile di Casaletto Lodigiano e Mulazzano. Quando abbiamo raccontato loro l’origine della Casa della Pace, le donne non hanno avuto dubbi che si sarebbero trovate bene. E così è stato fin da subito, grazie anche all’accoglienza delle altre donne già presenti nella struttura che si sono mostrate molto premurose nel preparare le loro stanze.
Una delle donne ha chiesto se c’è la possibilità di imparare l’italiano, così da poter trovare più facilmente e in fretta un lavoro, mentre la più anziana del gruppo, una nonnina di 74 anni dagli occhi azzurrissimi, guardandosi interno ha detto che non vorrebbe più dover cambiare casa e poter vivere… in Pace!

Soddisfatta la sindaca di Mulazzano Silvia Giudici: “Siamo contenti che il progetto di accoglienza prosegua con questa nuova ‘costola’ che ha coinvolto la Protezione Civile. Siamo sicuri che anche le nuove arrivate verranno trattate come fossero sorelle, zie, nonne… Questo è il nostro spirito. Ancora una volta dobbiamo ringraziare tutte le autorità del territorio, la prefettura, la questura e la Provincia di Lodi, oltre naturalmente alla parrocchia, tutta la comunità di Mulazzano, i nostri volontari di protezione civile che anche questa volta sono stati in prima linea con la loro entusiastica collaborazione e, soprattutto, i volontari di Ai.Bi., che ci hanno accompagnato in questa esperienza di un modello di ‘accoglienza diffusa’ che ci ha permesso di metterci alla prova”.