adozione, in pancia o aperta, c'è sempre un'alternativa all'aborto

Adozione e affido, ecco il progetto ‘Insieme per accogliere’: un tassello essenziale nello scacchiere del #pattoXnatalità

Riunite insieme attorno all’iniziativa una ventina di realtà associative, con il supporto di CEI e Forum Famiglie per rilanciare adozioni, affidi e una cultura della solidarietà familiare

Cristina Riccardi (Ai.Bi.): “Mostrare il lato positivo dell’accoglienza, lavorando per un cambiamento culturale che trasformi l’idea di adozione e affido da problema in risposta risolutiva”

Si uniscono associazioni interessate all'accoglienzaSostenere il Patto per la Natalità appena lanciato: già, ma in che modo? E’ quello che si sono chieste una ventina di associazioni che hanno a cuore, a vario titolo e provenienti da differenti scenari sociali, la cultura dell’accoglienza nel nostro Paese. Con un riferimento esplicito e chiaro all’adozione e all’affido, coalizzando attorno a un obiettivo comune le migliori risorse pubbliche e private per modificare l’attuale panorama culturale e trasformare in tal modo adozione e affido da pratiche residuali in un progetto popolare e condiviso di bene comune. Ecco il progetto ‘Insieme per accogliere’, appena lanciato a Roma.

Nonostante la complessità della situazione, le realtà aderenti – con l’appoggio di Conferenza Episcopale Italiana e Forum delle Associazioni Familiari – hanno pensato che il motto che dà il nome all’iniziativa possa essere un sogno realizzabile. Per questo, ne hanno parlato, in un confronto ricco e fruttuoso, con il responsabile CEI per la pastorale della famiglia, don Paolo Gentili, e con il presidente nazionale del Forum Famiglie, Gianluigi De Palo, con l’obiettivo di lanciarsi nella sfida di inventare un nuovo e più convincente approccio all’adozione nazionale e internazionale, nonché all’affido nelle sue diverse modalità. Tanto più in un periodo in cui le cifre relative a questi istituti continuano a mostrare la costante flessione nel numero delle adozioni e l’insufficienza, rispetto alle attese dei bambini, nel numero di affidi in Italia.

Anche Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini ha deciso di aderire al tavolo, per costruire insieme alle altre realtà una proposta gioiosa di bene comune che sia in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica sul bene più prezioso della comunità: i bambini e i ragazzi meno fortunati, quelli che hanno perso o non hanno mai avuto una famiglia.

I punti essenziali in cui sarà declinato sono stati sintetizzati ad Avvenire da Cristina Riccardi di Ai.Bi.: volontà di non lasciare sole le famiglie disponibili, di mostrare il lato positivo dell’accoglienza, di raccogliere testimonianze forti, di lavorare per un cambiamento culturale, di sostenere il lavoro delle istituzioni che ancora credono nella possibilità di accompagnare e qualificare l’impegno delle famiglie accoglienti.

Spesso – ha spiegato Riccardi ad Avvenire – sentiamo parlare di adozione e di affido solo come problema. Dobbiamo cercare di rovesciare questa situazione“. Come scrive Luciano Moia sul quotidiano della CEI, proprio nei numeri relativi alle adozioni, spesso presentati solo come la prova di un’eclisse senza fine, si possono invece cogliere spiragli di speranza. Tra le circa diecimila coppie che ogni anno presentano domanda per l’adozione nazionale, poco più del dieci per cento riuscirà a raggiungere il suo obiettivo. Non si tratta né di sfortuna né di ostacoli burocratici. Quello è infatti il numero di bambini adottabili che si rendono disponibili ogni anno in Italia. Per le altre novemila coppie si apre un lungo percorso di attesa, spesso senza esiti, oppure il passaggio all’adozione internazionale che richiede però costi e disponibilità non sostenibili da tutti. Rendere più facile e più agevole questo percorso, soprattutto abbattendo radicalmente i costi, sarebbe il messaggio più incoraggiante per le famiglie intenzionate ad aprirsi all’accoglienza, trattenute finora da troppe notizie negative.

Foto: Avvenire