Adozione Internazionale in crisi: la “via crucis” verso l’idoneità (10)

Sono tanti i racconti delle coppie che vengono fermate durante il loro percorso verso l’idoneità. Spesso gli “stop” sono anche un’occasione per maturare e riflettere, ma i tempi lunghissimi tra un colloquio e l’altro possono far perdere la speranza

L’inchiesta sull’Adozione Internazionale portata avanti da AiBiNews sta suscitando sempre più interesse e sta raccogliendo sempre più racconti di coppie che stanno affrontando (o hanno affrontato) percorsi adottivi lunghi, difficili, molto spesso incomprensibili nelle loro dinamiche e frustranti. Perché, in questo cammino, ogni intoppo è un ostacolo che viene posto non tanto verso il “semplice” raggiungimento di un obiettivo, ma verso il compimento di una vocazione e la soddisfazione di un diritto: quello di ogni bambino di essere figlio.
Chiunque può mandare la sua testimonianza (firmata. Non verranno presi in considerazione messaggi anonimi, anche se per rispetto della privacy Ai.Bi. non pubblicherà i nominativi dei protagonisti, così come i Tribunali e i servizi sociali coinvolti) scrivendo all’indirizzo mail ufficiostampa@aibi.it. Ai.Bi. si impegna a riportare ogni lettera ricevuta (mantenendo l’anonimato), alla Ministra Roccella, in quanto titolare del Ministero della Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, nonché Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali.

Le altre puntate dell’inchiesta si trovano qui
prima puntata
seconda puntata
terza puntata
quarta puntata
quinta puntata
sesta puntata
settima puntata
ottava puntata
nona puntata

In questa nuova puntata dell’inchiesta sulla crisi delle adozioni internazionali, vengono riportate alcune situazioni che lo staff di Ai.Bi. ha incontrato durante i corsi che organizza per le coppie: sono racconti di ostacoli, difficoltà, incomprensioni che possono avere diverse cause, ma che finiscono tutte per avere il medesimo effetto: minare la fiducia dei genitori adottivi non solo nel sistema dell’Adozione, ma anche, a volte, in loro stessi.

Invitati a ritirare la domanda perché “non pronti”. Il 2° studio arriva un anno dopo

È successo, per esempio, a una coppia del Veneto che ha iniziato il percorso per ottenere l’idoneità nel gennaio del 2020. L’equipe che li ha seguiti, però, li ha convinti a rinunciare facendoli sentire “in trappola” nel metterli di fronte all’alternativa di una rinuncia o di una relazione negativa. La coppia, comunque, dopo aver rinunciato a quel primo percorso, ha seguito altri incontri, ha fatto un percorso anche con una psicologa privata e ha deciso di ripresentare la dichiarazione di disponibilità nell’aprile del 2021, ottenendo finalmente il sospirato decreto nel giugno del 2022!

Un’esperienza analoga è quella di un’altra coppia della zona del Nord-Est che ha avuto un percorso tutto in salita. Presentata la dichiarazione nell’autunno del 2021, al termine dello studio di coppia, i Servizi hanno consigliato loro di fermarsi chiedendo di riflettere su alcune questioni. I due, però, dopo alcuni mesi, non sentendosi rispecchiati nella relazione negativa, hanno deciso comunque di andare avanti; hanno incontrato un giudice molto empatico che ha consigliato loro di fare un percorso psicoterapeutico. La coppia ha così ritirato la dichiarazione, fatto per il tramite di uno psicologo privato ciò che il giudice aveva loro consigliato e, quindi rifatto il percorso con l’Equipe fino a ottenere l’idoneità.

Più “canonico”, ma non per questo meno estenuante psicologicamente, il percorso di un’altra coppia, più giovane, sempre del Nord Italia. In questo caso la disponibilità era stata presentata nel marzo del 2021. Nell’autunno dello stesso anno hanno iniziato lo studio di coppia e a luglio del 2022 erano ancora in attesa del colloquio con il giudice!

Un anno di distanza tra un colloquio e l’altro

Chi il colloquio con il giudice l’ha fatto è un’altra coppia di Roma, che già nel luglio del 2021 è stata chiamata dal TM. Da quel momento, però, non hanno avuto più notizie. Dopo vari solleciti, hanno scoperto che il giudice con cui avevano parlato era andato via e al suo posto ne era stato nominato un altro il quale, alla fine, ha dato loro appuntamento a un anno di distanza dalla prima udienza. Altro, tanto, tempo perso, mentre milioni di bambini abbandonati attendono.