Adozione. Una volta special needs. Ora atleti olimpionici

Il bel documentario disponibile su Netflix Rising Phoenix – La storia delle Paralimpiadi ripercorre la storia dei giochi e di 9 atleti che l’hanno segnata. Tre di loro erano bambini special needs

 Nello sterminato catalogo Netflix, ai più potrebbe essere sfuggito un documentario che merita di essere visto. Si tratta di Rising Phoenix – La storia delle Paralimpiadi, lavoro diretto da Ian Bonhôte e Peter Ettedgui, che ripercorre la storia di questi giochi, dal dopoguerra all’edizione di Rio de Janeiro del 2016, raccontando, in particolare, le vicende di alcuni campioni, tra i quali l’italiana Bebe Vio

Bambini special needs abbandonati diventati campioni

“Se le Olimpiadi sono il luogo dove si formano gli eroi, le Paralimpiadi sono quello in cui arrivano gli eroi”. In questa, che è una delle prima frasi che si sentono nel film, è racchiuso molto del senso delle Paralimpiadi e, soprattutto, di chi vi partecipa, che la sua gara più importante l’ha vinta prima di arrivare lì. Magari vincendo contro una malattia, o sfiorando la morte in un incidente e tornando a inseguire un sogno. Oppure, come ben 3 dei 9 protagonisti del documentario, venendo abbandonati dalla famiglia originaria e rientrando, così, in quel numero di bambini cosiddetti bambini “special needs” che si ritrovano senza una famiglia e, in più, devono lottare contro pregiudizi e disabilità di vario genere.

Come, per esempio, è successo a Jean Baptiste Alaize, nato in Burundi, strappato alla madre naturale da una sanguinosa guerra civile che si portò via anche una sua gamba, arrivato in Francia e, da qui, ripartito per diventare un campione di salto in lungo.
O come Ntando Mahlangu, nato con una malformazione alle gambe e cresciuto in orfanatrofio prima di inanellare record nei 200 metri categoria T61. O, ancora, come Tatyana McFadden, nata con la spina bifida a San Pietroburgo, cresciuta in orfanotrofio, adottata da una famiglia statunitense e vincitrice di 7 medaglie paralimpiche.

Esempi di bambini per i quali l’adozione e l’accoglienza di una famiglia ha significato davvero avere una possibilità nuova per disegnare il proprio percorso di vita. Un percorso che per qualcuno può arrivare fino alle Olimpiadi, ma che per tutti gli altri, comunque, significa la possibilità di una grande vittoria.