Adozioni internazionali, nessun rimborso per le famiglie che hanno accolto dopo il 2011

rimborsiPer le famiglie adottive, le casse dello Stato sono sempre più vuote. Lo conferma una nota pubblicata sabato 31 gennaio sul sito del Ciai (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia). “Al termine di una riunione svoltasi presso la Commissione per le Adozioni Internazionali con gli Enti operativi in Etiopia – si legge sul sito del Ciai –, la presidente Silvia Della Monica ha invitato a diffondere la notizia che i rimborsi alle famiglie che hanno completato l’adozione riguardano solo l’anno 2011; non sono previsti rimborsi per gli anni successivi”.

Una notizia decisamente negativa, che si presta a diverse inquietanti considerazioni.

Innanzitutto, appare quantomeno anomalo il canale scelto dalla Cai per riferire questa informazione alle coppie interessate: attraverso il sito di uno degli Enti Autorizzati. Eppure la Commissione per le Adozioni Internazionali ha un proprio sito internet sul quale la notizia non è stata riportata, neppure dopo la sua pubblicazione sulla pagina ufficiale del Ciai.

Al di là di questo aspetto formale, ciò che risulta più preoccupante è che i 5 milioni di euro stanziati a dicembre 2014 dalla Legge di Stabilità per rimborsare le spese sostenute dalle famiglie adottive sembrerebbero essere scomparsi nel nulla.

Se questa notizia dovesse trovare conferma, sarebbe un’ulteriore prova di come l’adozione internazionale si trovi ormai ai margini delle priorità politiche. Un disinteresse gravissimo, soprattutto alla luce del crollo vertiginoso che questo istituto ha fatto registrare negli ultimi anni. Anziché dedicarle l’attenzione che merita e adottare provvedimenti specifici come una profonda riforma del sistema, il nostro governo prima si limita a stanziare solo pochi spiccioli per sostenere le famiglie adottive e poi non prevederebbe rimborsi per gli anni successivi al 2011. Tutto questo mentre la Cai è abbandonata a se stessa, priva di risorse finanziarie e gestita da una sola persona che, nel doppio ruolo di presidente e vicepresidente della Commissione, prende decisioni in modo autonomo, senza convocare l’organo collegiale della Commissione. 

A rimetterci, ancora una volta sono le famiglie e i bambini abbandonati di tutto il mondo. Già lo stanziamento di soli 5 milioni, arrivato con l’approvazione da parte della Commissione Bilancio del Senato di uno dei tanti emendamenti alla Legge di Stabilità, risultava largamente insufficiente per risollevare le sorti dell’adozione internazionale. Basti pensare che nei suoi primi anni di vita il fondo per le politiche della famiglia, per la parte concernente il funzionamento della Cai, riceveva un finanziamento di 20 milioni, ridotti poi via via. Inevitabilmente, questa nuova sottrazione di risorse al mondo delle adozioni, farà sentire le famiglie sempre più abbandonate. Di conseguenza, molte delle coppie potenzialmente interessate a intraprendere il percorso dell’adozione rischiano di dovervi rinunciare ancora prima di cominciare, nel momento in cui si vedono private delle pur minime garanzie di sostegno economico.

L’unica via di salvezza, stando così le cose, passa proprio attraverso le famiglie: solo una loro mobilitazione, con una forte richiesta che anche l’accoglienza dei minori stranieri abbandonati possa trovare spazio nelle scelte di governo, potrà salvare l’adozione internazionale da una fine che appare ormai inevitabile.

 

(Dopo la pubblicazione di questo nostro articolo, la Commissione Adozioni Internazionali ha pubblicato sul suo sito la comunicazione relativa ai rimborsi per le famiglie che hanno adottato nel 2011)