Anche i sintomi del Covid hanno le loro varianti : ora più nessuna perdita di gusto e olfatto

Al di là delle diverse varianti, i principali sintomi del Covid sembrano essere cambiati, con aumento di sindromi simil-influenzali e problemi gastrointestinali e meno febbre e tosse

Tosse febbre, mal di gola, debolezza ed eccessiva stanchezza, dolori muscolari, oltre alla perdita di gusto e olfatto. Questi, fin dall’inizio della pandemia, sono stati indicati, tanto dal Ministero quanto dai vari medici, come i primi e più diffusi sintomi relativi alla Covid-19. Sintomi che, come noto, nel peggiore dei casi degenerano verso la polmonite e le difficoltà respiratorie.

Stesso virus, ma nuovi sintomi del Covid

Oggi, secondo uno studio portato avanti nel Regno Unito, la situazione è leggermente cambiata, tanto che su 19 mila soggetti presi in esame, il 40% non ha mostrato segni dei tre sintomi finora ritenuti più significativi e comuni: tosse secca, febbre e mancanza di gusto e olfatto.
La principale manifestazione del Coronavirus, nella seconda e terza ondata, è stata la sindrome simil-influenzale che, infatti, a differenza della prima ondata, ha portato più persone a non recarsi subito in ospedale ma restare a casa e cercare di curarsi tra le mura domestiche conseguenze come mal di testa, nausea e diarrea.
La febbre, in molti casi, non è stata eccessivamente alta, mentre la spossatezza ha accompagnato quasi tutti i malati anche a lungo dopo la scomparsa del virus. .

Come riportato da Il Giornale, il vicepresidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (SIMG) Ovidio Brignoli ha indicato come in alcuni malati si sia notata meno la presenza di tosse.
Minore anche l’incidenza della perdita di gusto e olfatto.

Malati più giovani e risposte immunitarie diverse

Più difficile fare un quadro, invece, dei sintomi riguardanti le diverse “nuove varianti”: sicuramente quella “inglese”, molto presente in Italia, non ha mostrato un particolare cambiamento nei sintomi principali, anche se ha contagiato molto più le persone giovani rispetto all’inizio della Pandemia.
Cambiando la popolazione di riferimento – spiega al Giornale il Presidente SIMG Claudio Cricelli – “Tra qualche mese non vedremo più gli anziani ricoverati perché saranno in gran parte vaccinati. I giovani, tra i quali Covid oggi è più diffuso, tendono ad avere una difesa immunitaria più forte, si ammalano meno e in genere manifestano sintomi simil-influenzali. Pochi, si ammalano di polmonite… e di solito si risolve velocemente”.
In sintesi: non è tanto il Covid a essere cambiato, quanto le risposte immunitarie che una diversa fascia di popolazione, più giovane, è in grado di opporre al virus.

L’unica differenza di rilievo che si è manifestata è una maggiore incidenza di problemi gastrointestinali come vomito, diarrea e dolori addominali. Gli esperti, però, procedono con cautela, perché è anche vero che questa è la stagione dei virus intestinali e non è escluso possano esserci sovra-infezioni con il Covid.