“Aprire le adozioni ai single: che ne pensate?”

Laura scrive:
Cara Ai.Bi., non sarebbe ora di aprire le adozioni anche ai single, oltre che alle coppie sposate? Forse è bene ricordare che a questa categoria sociale appartengono anche persone con un forte senso familiare e un vissuto molto ben radicato in questo campo, spesso con esperienze in corso. Mi riferisco alle ragazze-madri, o alle madri e ai padri che crescono uno o più figli da soli. Ho letto stamattina la proposta dei Radicali Italiani sui tagli alla spesa pubblica e sull’allargamento della possibilità di adottare. In quanto associazione con più anni di esperienza alle spalle, vi scrivo per chiedere risposta.

Cara Laura,

la proposta a cui lei accenna, riguardante i tagli alla spesa pubblica nel settore delle adozioni internazionali, è partita proprio da Ai.Bi. Siamo lieti di notare come il nostro appello ha iniziato a trovare eco nelle Camere.

La nostra proposta coglie l’occasione di andare oltre la crisi che investe le adozioni internazionali, cui occorre reagire innescando un cambiamento culturale e arrivando a depositare una nuova legge, capace di eliminare le cause stesse della crisi. Per questo la sua richiesta di aprire le adozioni internazionali anche ai single è per Ai.Bi. un intervento necessario, perché contribuisce ad allargare il numero di potenziali genitori pronti ad adottare un minore senza famiglia.

A una cultura che impone uno stile di vita “libero” dalla presenza di figli, intendiamo opporre una cultura che incoraggia ad aprirsi alla vita, in special modo alla vita che viene da fuori, da un Paese straniero: la vita di un bambino abbandonato. In quest’ottica, ogni persona che desidera adottare è una preziosa risorsa per contrastare l’abbandono.

E le risorse vanno valorizzate. Anche persone non coniugate come lei, Laura, sono una grande risorsa. Nella proposta di legge, che sabato 19 maggio presenteremo alle famiglie con un Manifesto, abbiamo incluso un capitolo dedicato a questo tema, chiedendo che i minori abbandonati siano adottabili da parte dei non-coniugati. In tutto il mondo infatti esistono bambini già grandicelli, gruppi di fratellini, o bambini che hanno bisogno di cure sanitarie, che, pur dichiarati adottabili, passano tutta la loro infanzia e adolescenza in un istituto, che sono poi costretti a lasciare al compimento della loro maggiore età; vivendo in tal modo un secondo e altrettanto drammatico abbandono, senza mai trovare una famiglia adottiva che faccia loro conoscere il vero Amore, quello che solo una madre – e un padre – può dare.

Per questo proponiamo che sia consentito anche a minori con “bisogni speciali” – appunto i bambini con problemi di salute o handicap, gruppi di fratelli, minori di età superiore ai sette anni – di essere adottati da persone single.

Quanti piccoli potranno trovare calore e attenzione materna se il nostro Manifesto verrà accolto! Perché, cara Laura, un minore non può passare la vita senza una famiglia. È un’esperienza che nessun bambino dovrebbe mai fare. Diamo una madre, perciò, a ogni bambino abbandonato! Persone come lei, per un bambino che spera di trovare una mamma tutta per lui, possono fare davvero la differenza.

Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini