Arturo Artom, l’adozione internazionale: risorsa per un’Italia sempre più multiculturale

Abbiamo intervistato l’imprenditore Arturo Artom che nel 1993 ha aperto la libera concorrenza nel mercato della telefonia facendo concorrenza a SIP con la sua Telsystem. Oggi è Senior Advisor di Accenture, membro del Comitato di Presidenza di Assolombarda, e presidente del Forum della Meritocrazia, associazione nata per diffondere la cultura del merito.

Ai.Bi. – Ingegner Artom, lei è un un imprenditore di successo e un brillante uomo di business, che cosa l’ha indotta a sottoscrivere il nostro Manifesto?

Artom – E’ vero che la mia è una storia prettamente imprenditoriale ma anche di impegno sociale. In particolare in passato ho dato il mio pieno supporto alla battaglia volta a dare la cittadinanza italiana ai ragazzi extracomunitari che, non nati in Italia, hanno compiuto l’intero ciclo di studi nel nostro Paese. Questo è un tema che ho sentito molto e che mi ha aperto la mente su tutti gli argomenti legati all’accoglienza e quindi anche sull’adozione internazionale. Per questo motivo, venuto a conoscenza della vostra proposta, ho volentieri deciso di appoggiarla.

C’è poi un’ulteriore motivo: sono fermamente convinto che l’Italia debba diventare una società sempre più multi-culturale. Rimanere, e anzi diventare sempre più, un Paese aperto all’accoglienza potrà non solo avere un senso etico ma anche incidere positivamente sulla crescita.

Ai.Bi. – Qualche settimana fa abbiamo lanciato l’idea di una spending review che coinvolga anche il settore adozioni internazionali. Come uomo d’impresa ritiene che sia una proposta da portare avanti?

Artom – Si, penso sia una buona cosa. Una razionalizzazione e una concentrazione dell’investimento che lo Stato dedica alle attività connesse alle adozioni internazionali non potrà che far aumentare il numero delle adozioni grazie alla riduzione dei costi a carico delle coppie. Questa è una buona cosa, per per le aspiranti coppie adottive e per il Bilancio dello Stato .

Ai.Bi. – Lei ha recentemente lanciato il Forum della Meritocrazia di cui è Presidente. L’Italia anche nel campo delle adozioni internazionali non è un Paese meritocratico. Abbiamo quasi 70 Enti autorizzati, il doppio della Francia e 5 volte la Germania. Noi proponiamo di introdurre requisiti più rigidi per normalizzare il sistema. In sostanza vogliamo meno enti ma molto più efficienti, così da abbattere i costi per le famiglie adottive. Cosa ne pensa?

Artom – Sono pienamente d’accordo. In Italia bisogna normalizzare non solo la spesa pubblica ma anche fare efficienza nel privato, privato sociale incluso. Quindi ben venga la proposta di Ai.Bi. Inoltre un focus su enti più qualificati, affidabili e organizzati avrà l’ulteriore beneficio di garantire il massimo dello scrupolo nella gestione di una materia così delicata come le adozioni internazionali.

Ai.Bi. – Un appello al mondo del business e alle istituzioni per la sottoscrizione della proposta di legge?

Artom – Con la mia adesione invito tutti coloro che mi conoscono e mi hanno seguito in questi anni a sottoscrivere il Manifesto di Ai.BI. per un sistema delle adozioni più giusto ed equilibrato e per un’Italia più ricca, multi-culturale e in crescita.