Bullismo e cyberbullismo, la legge c’è ma non viene applicata

Dopo il drammatico caso del quindicenne di Senigallia suicidatosi, si ritorna a parlare di bullismo in quanto il 27% degli studenti ne è vittima: il tavolo tecnico che dovrebbe definire le misure pratiche per attuare la legge non è ancora stato attivato

Il fenomeno del bullismo è ancora una piaga diffusa tra i giovani.
La tragica vicenda del quindicenne di Senigallia, vittima di bullismo, ha messo in luce il fallimento della società nel proteggere i ragazzi.

La tragedia di Senigallia

Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, un ragazzo di soli 15 anni si è tolto la vita con un colpo di pistola. A quanto pare, Leonardo avrebbe confidato ai genitori di non sopportare più gli insulti e le umiliazioni subite da alcuni compagni di scuola.

L’appello di un’insegnante

Una docente dell’istituto frequentato da Leonardo ha deciso di parlare, chiedendo l’anonimato, per dare voce a un disagio profondo che attraversa il mondo giovanile.
“Non è giusto… Un ragazzo di 15 anni dovrebbe avere una via d’uscita, un futuro da sognare. Il nostro compito, come adulti, è aiutarli a trovarla. Troppi ragazzi sono intrappolati in un dolore silenzioso, un buco nero dove la speranza sembra non esistere. Si sentono soli, incompresi, invisibili – ha dichiarato l’insegnante. – Noi adulti non abbiamo gli strumenti per affrontare questa situazione. I numeri, le testimonianze degli psichiatri, dei reparti di igiene mentale, degli stessi docenti, parlano chiaro: siamo inermi”. E, infine, conclude con un appello: “Abbiamo bisogno di aiuto. I ragazzi hanno bisogno di un supporto qualificato, universale, accessibile a tutti, garantito dallo Stato. Senza un intervento deciso, non ne usciremo”.

Una legge per tutelare i più deboli

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha sottolineato l’urgenza di sradicare la violenza dalle scuole, collaborando con famiglie e istituzioni.
La legge per contrastare il bullismo esiste, aggiornata nel 2023, ma il tavolo tecnico che dovrebbe definire le misure pratiche per attuarla non è ancora stato attivato. Questo ritardo mette a rischio l’efficacia della normativa, che punta a costruire una rete di sostegno per le vittime.

La necessità di intervenire

Le difficoltà sono molte, a partire dalla mancanza di risorse per i Tribunali dei Minorenni e gli assistenti sociali, e dalla necessità di formare insegnanti e famiglie per riconoscere i segnali del bullismo. Secondo dati, il 27% degli studenti delle scuole superiori dichiara di essere stato vittima, con un incremento preoccupante rispetto agli anni precedenti.