Campagne che strizzano l’occhio alla pedofilia. Quando l’infantofilia è glamour

Bimbi con magliette decorate con allusioni erotiche e parolacce, bambini in immagini cupe e in pose da adulti. Cosa sta accadendo?

Ne parla il quotidiano Libero. Un video che circola su Youtube punta il dito contro la campagna di un brand di moda israeliano per bambini. Una nota cantante entra in una nursery ospedaliera e vede, con disappunto, che i bambini sono vestiti d’azzurro e le bambine di rosa. Con un soffio magico i bambini sono improvvisamente vestiti con la nuova collezione del marchio: tutti di nero, con teschi, occhi onniveggenti e simboli paganeggianti. Il catalogo della nuova collezione del marchio, peraltro, è realmente inquietante: una bambina con la maglietta con la scritta “Ho!” (“prostituta”); costumini per bambini con l’impronta della mano di un adulto; due bimbe orientali riprese sotto la scritta al neon “Let’s get physical!” (“Passiamo al contatto fisico!“); bambini che indossano magliette con la scritta “New Order“, che rimanda alle teorie complottiste del “Nuovo Ordine Mondiale”.

Inquietante, questa campagna che accosta i minori deliberatamente a simbolismi satanisteggianti o ad allusioni pedofile. Nel contempo, su una nota rivista di moda già precedentemente contestata per la pubblicazione di foto equivoche con minori, pubblica una serie di scatti di fotografi tra cui Tierney Gearon che presenta bambini in pose da adulti o in contesti cupi e dal vago sentore maligno.

Campagne, queste, che vengono promosse mentre, nel mondo, gli orchi non sono mai stati tanto aggressivi. Secondo don Federico Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, nel 2019 è raddoppiato il materiale pedopornografico segnalato (sette milioni di fotografie rispetto ai tre del 2018). In Europa, nel frattempo, si verificano centinaia di arresti per pedofilia in Paesi come: Germania, Inghilterra, Belgio. Al Parlamento Europeo, intanto, l’Intergruppo sui diritti dei minori ha lanciato l’allarme per l’utilizzo fatto dai bambini dei social, dove si annidano i cosiddetti “predatori”.

Campagne, quelle di certa “moda”, che, quindi, strizzano indirettamente l’occhio a un mondo pericoloso, oscuro. Un mondo che, invece, dovrebbe essere tenuto con fermezza fuori dalla porta. Quello della pedofilia. E allora giunge forse scontata una domanda, di fronte a simile lassismo: cosa sta accadendo?