Cardinale Scola. “E’ un attacco alla filiazione e al valore della vita umana: così rischiamo di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi”.

scolaLa filiazione sta diventando il problema antropologico numero uno. Parola dell’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola che  ha sollecitato gli studiosi dell’Accademia ambrosiana ad approfondire il tema. Parlando all’apertura dell’anno accademico, Scola ha affrontato la questione dell’utero in affitto, concludendo che “rischiamo di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi. E non sappiamo dove si andrà a finire”.

“Oggi il rischio più grave è distruggere la filiazione attraverso l’utero in affitto – ha precisato il cardinale Scola -, che significa mettere al mondo figli orfani di genitori viventi, con l’enorme carico di problemi che questo sta già producendo”.

“Nel rispetto delle procedure della società plurale – continua – non possiamo esonerarci dal prendere posizione pubblica e quindi dal proporre leggi che riteniamo le migliori. Vent’anni fa scrissi che la rivoluzione sessuale avrebbe messo alla prova la proposta cristiana forse più della rivoluzione marxista. Ora questo si sta verificando”.

Per il cardinale Scola “ci potrà essere un riflusso, se ne vede già qualche segnale, per esempio negli Usa sono sorte associazioni di giovani che scelgono di arrivare vergini al matrimonio. E c’è una realtà di base, nelle nostre terre ancora rilevante, che vede la fedeltà alla famiglia in termini sempre più consapevoli e si dispone a stili di fraternità, all’ospitalità, all’affido, all’adozione“.

Quello della filiazione e dell’utero in affitto sono argomenti sui quali il cardinale Scola torna spesso. Risale allo scorso settembre l’editoriale scritto con Christoph Schönborn pubblicato su Le Figaro.

“Nuove minacce oggi incombono sul nostro continente – scrivevano Scola e Schonborn-. E come ai tempi dei tragici eventi della Prima Guerra mondiale, pongono di nuovo in questione il ‘valore della vita umana’, sebbene in termini diversi”.

Toni forti quelli usati dai cardinali di Milano e Vienna, che non lasciano spazio a dubbi sul tema estremamente caldo per la Francia: il ricorso alle tecniche di Gpa (Gestazione per altri o utero in  affitto) e Pma (Procreazione medicalmente assistita) dopo che lo scorso anno nel Paese è stata approvata la legge Toubira (meglio conosciuta come legge sul “mariage pour tous”).

Una questione spinosa in cui hanno preso fin da subito posizione i cardinali Scola e Schönborn secondo i quali le leggi che in alcuni Paesi europei autorizzano la Gestazione per altri (o utero in affitto) rappresentano “un duplice attentato alla dignità della vita umana”: contro i bambini, da una parte, perché “condannati ad essere orfani di genitori viventi”; contro le madri, dall’altra, “il cui corpo è cosificato, strumentalizzato, affittato”.

Alla luce di queste due derive, gli arcivescovi salutano “la reazione tonica, creativa, giovane e duratura della Francia” che attraverso la “Manif pour tous” ha avuto “il coraggio di dire no” a quella che chiamano “una fabbricazione di esseri umani”. I due arcivescovi ritengono infatti che nella fecondazione eterologa per le coppie di donne e nella maternità surrogata “ci sono in germe tutte le condizioni di una schiavitù moderna dove il bambino è concepito come un prodotto, un commercio in cui i più ricchi sfruttano i più poveri, ed una accelerazione di una eugenetica occidentale”.

Poi ricordando quanto hanno affermato i vescovi francesi, scrivono: “Se si apre l’accesso alla procreazione medicalmente assistita e all’utero in affitto, l’intera filiazione si troverebbe disorientata con una generazione di bambini volutamente privata di uno dei due genitori”. L’editoriale si conclude con un appello ai francesi a “restare fedeli alla loro storia”: “Non si tratta di avere cura delle radici ma dei rami, dei germogli e dei frutti, in breve del futuro dell’Europa”.

 

Fonte: la presse.it