La causa della crisi dell’adozione internazionale? La fecondazione assistita

Terza puntata del dibattito sui piccoli numeri dell’adozione internazionale. Calo globale del 35% in undici anni. La causa? Diffusione di utero in affitto e procreazione in vitro.

La causa della crisi delle adozioni internazionali risiederebbe principalmente nell’aumentato ricorso alle pratiche di fecondazione assistita oltre che nelle lungaggini degli iter adottivi.

L’allarme “sempre meno italiani si fanno carico degli orfani” arriva da uno dei più stimati statistici italiani, Roberto Volpi.

Nell’articolo “C’era una volta l’adozione internazionale”, pubblicato nella rivista Vita e Pensiero, Roberto Volpi insieme al collega Enrico Moretti svelano un dato abbastanza sconcertante: tra il 2004 e il 2015, a livello mondiale, le adozioni internazionali hanno subito un calo spaventoso. Nel 2004 questi bambini adottati erano 45.483. Nel 2015 sono scesi a 12.201. Significa – spiegano i due studiosi – che c’è stata una perdita “in undici anni, di oltre 33.000 adottati, pari a un 73% in meno: in pratica, di quattro adottati con adozioni internazionali nel 2400, nel 2015 ne era rimasto soltanto uno. Nel 2004, nei soli Stati Uniti si adottavano quasi 23.000 bambini, mentre un altro 30% delle adozioni (13.000) riguardava solo tre Paesi europei: Spagna, Francia e Italia. In tutti questi Stati, i dati mostrano una diminuzione gigantesca. Solo in Italia c’è stato un calo del 35%, che negli USA ha raggiunto -75%, in Francia -80%, in Spagna addirittura -85%.

Sebbene la crisi sia mondiale, il crollo delle adozioni tocca particolarmente il nostro Paese.l’Italia è il secondo Paese per numero assoluto di adozioni internazionali dopo gli Stati Uniti (2.216 contro 5.648) – ricordano Volpi e Moretti –  e il primo per numero di adozioni in rapporto agli abitanti (37 adozioni internazionali annue per milione di abitanti contro le 17 degli Usa)”. E’ opinione condivida, dunque, che gli italiani sono disposti, più di altri, a prendere con sé e amare bambini che arrivano dall’altra parte del globo. Il problema, però, è che queste famiglie rischiano di scomparire.

Le pratiche di procreazione medicalmente assistita, compreso dunque l’utero in affitto, ma pure la fecondazione eterologa, hanno contribuito in maniera decisiva al calo delle adozioni.

Con riferimento all’Italia, la caduta delle adozioni comincia soltanto nel 2012, l’anno in cui più pesantemente si fa sentire la crisi economico-finanziaria, ma altresì quello del grande boom della Pma, alla quale si sottopongono, nel 2016, quasi 78 mila coppie – si legge nell’analisi di Volpi e Moretti -. Numeri così importanti già suggeriscono, da soli, come il terreno dell’adozione, nazionale e internazionale, finisca per essere occupato dalle nuove possibilità di avere un bambino, e un bambino proprio, con tecniche sempre più sofisticate di Pma che già oggi forniscono un numero annuo di bambini (più di 12.000 pari a sei volte quelli ottenuti con l’adozione internazionale” .

Fonte La Verità