Che differenza c’è tra l’affido tradizionale e l’Accoglienza Familiare Temporanea?

Buongiorno,

da tempo mi frulla in testa la voglia di donare un po’ del mio tempo a un bambino in difficoltà. Vi seguo da qualche tempo e ho notato che voi incoraggiate le famiglie o i single come me ad avviare un progetto di Accoglienza Familiare Temporanea (AFT). Non mi è chiara però la differenza tra i vostri progetti e l’affido ‘tradizionale’. Potreste aiutarmi a capire meglio?

Grazie

Gianna

 

riccardi

Cara Gianna,

correttamente Lei sottolinea il fatto che Amici dei Bambini promuove l’Accoglienza Familiare Temporanea (AFT), che è lo strumento migliore per aiutare un bimbo in difficoltà e la sua famiglia. L’espressione è nata per sottolineare non una tipologia diversa di ‘affido’, ma la necessità di cambiare la modalità di presa in carico dei bambini e delle famiglie coinvolte. Da un lato si vuol porre l’accento sulla ‘temporaneità’ del progetto di affido che per legge dovrebbe durare non più di due anni, eventualmente rinnovabili, ma nella prassi questa opzione diventa troppo spesso l’alibi per lasciare bambini di fatto in stato di abbandono nel limbo di ‘affidi sine die’. Dall’altro lato si vuole sottolineare l’importanza di un’accoglienza totale, come figlio, di un bimbo che non sia semplicemente “collocato” in famiglia.

A tutela dei bambini, ci vuole onestà  nel dichiarare la non recuperabilità di alcune situazioni. Non è giusto ricorrere al cosiddetto ‘affido’ per quei casi che già  in partenza non hanno margini di ripresa da parte della famiglia. Qualora invece la famiglia stia vivendo difficoltà superabili, occorre lavorare al fianco della stessa per aiutarla concretamente a uscire dall’impasse. Soprattutto non ha senso fissare obiettivi senza fornire alcun tipo di sostegno per raggiungerli. Si chiede troppo a una famiglia già in parte compromessa.

Dentro il concetto di temporaneità si vuole rimarcare un altro aspetto fondamentale dell’affido. Ovvero la capacità  della famiglia accogliente di “tirarsi indietro” non appena quella d’origine torna ad essere in grado di occuparsi del bambino.  Una famiglia affidataria è una famiglia capace di donare amore senza chiedere nulla in cambio. Sono persone- anche i single possono accogliere un minore- disposte a far da genitori a bambini che un papà e una mamma ce l’hanno senza volersi sostituire ad essi. I genitori affidatari sono uomini e donne  disponibili a metter se stessi in gioco per farsi stampelle di un bambino e della sua famiglia, con l’obiettivo di aiutarli a uscire dal circolo vizioso del disagio. Non solo. Parlare di Accoglienza Familiare Temporanea permette di ricordare che l’accoglienza può declinarsi in tante forme di sostegno: accanto all’affido residenziale, esistono casi in cui il bambino ha bisogno di essere accolto per poche ore a settimana, a forme di accoglienza per il fine settimana o per il periodo delle vacanze. Ad ogni modo, se lo desidera, potrebbe approfondire questa tematica, partecipando a uno dei numerosi corsi che in tutte le sedi regionali di Ai.Bi. vengono organizzati per informare e formare gli aspiranti genitori affidatari.

Cristina Riccardi

Membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’accoglienza familiare temporanea