africa tra presente e futuro del continente nero

Conferenza pubblica sulla Cooperazione allo Sviluppo: l’infanzia abbandonata nel mondo è la grande assente dell’appuntamento

Nonostante nel mondo ci siano 180 milioni di bambini abbandonati, la maggior parte dei quali in Africa, nel programma della Conferenza, alla quale presenzierà anche il presidente della Repubblica Centrafricana Touaderà, non c’è un panel dedicato a loro

Urge un nuovo modo di pensare la cooperazione che offra spazi di riflessione e occasioni di promozione delle iniziative che puntano a ridare una famiglia a questo ‘esercito’ di minori soli

evento per presente e futuro del continente neroE’ ormai ai blocchi di partenza la Conferenza Pubblica sulla Cooperazione allo Sviluppo, in programma il 24 e 25 gennaio a Roma e convocata dal Ministro degli Affari Esteri per fare il punto sulle novità della riforma generata dalla legge 125/2014, con cui il sistema della cooperazione italiano si è aperto ai soggetti di solidarietà internazionale pubblici, privati, no profit e profit.

Nel programma, tuttavia, stride l’assenza di uno spazio dedicato all’infanzia in condizioni di difficoltà familiare in Italia e nel mondo.

Un dato di fatto curioso, se si pensa che all’evento – oltre al premier uscente Paolo Gentiloni – dovrebbe presenziare anche il presidente centrafricano Touaderà; nel mondo, secondo una stima fatta anni fa dalle organizzazioni internazionali dell’ONU, vivono 180 milioni di minori abbandonati (la maggior parte dei quali proprio in Africa) chiusi in istituti o in orfanotrofi,  che sono in attesa dell’abbraccio di una mamma e di un papà, i quali però gli organizzatori evidentemente non hanno tenuto in considerazione.

Questo rumoroso silenzio, d’altra parte, non è un’eccezione, ma rappresenta piuttosto l’ultimo passo di un percorso che, negli anni, ha estromesso il tema e la progettualità concreta a favore dell’infanzia abbandonata dall’agenda della politica e della cooperazione internazionale. Mancano, a tale proposito, riferimenti concreti d’azione verso i Paesi in cui questi bambini si trovano anche nelle iniziative lanciate da organismi internazionali che si prefiggono la tutela dell’infanzia come Onu, Unicef o Unhcr, i quali – a conti fatti – mostrano di avere a cuore tematiche più ‘immediate’ legate alla sopravvivenza fisica dei bambini, quali alimentazione, salute, scolarizzazione. Un dato su tutti: dei 75 progetti finanziati dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, soltanto 2 hanno a che fare con l’infanziain difficoltà familiare.

Il messaggio di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini alla vigilia della Conferenza Pubblica, pertanto, è quello di provare, piuttosto, a ripensare almeno in parte le priorità della cooperazione internazionale inserendo anche il tema dell’abbandono minorile e dei diritti dell’infanzia a vivere in famiglia tra quelli all’ordine del giorno.

Contestualmente, sarebbe urgente rivedere e aggiornare le Linee Guida sull’infanzia ormai ferme al 2012, partendo dal diritto inalienabile dei bambini “ad un ambiente familiare”, attualizzandole e contestualizzandole secondo le aree geografiche in base all’attualità presente. Evitando, però, di focalizzare l’attenzione soltanto sul generico sviluppo economico dei Paesi africani e garantendo, piuttosto, una riforma dei sistemi di protezione all’infanzia che favoriscano la crescita dei minori in un contesto familiare.

Una soluzione che, peraltro, verrebbe incontro anche ad eventuali dubbi sulla sostenibilità economica di tale scelta, poichè accompagnare un minore senza famiglia in un contesto familiare sarebbe economicamente meno oneroso rispetto al sostegno che può essergli dato continuando a tenere in piedi il sistema di istituzionalizzazione attualmente in vigore.