Dalla culla per la Vita all’adozione. La nuova vita di “Enea”

A poco più di un mese da quanto è stato lasciato nella culla per la vita della Mangiagalli di Milano, il piccolo Enea (che ora ha un nuovo nome) è “tornato a essere figlio” in una nuova famiglia che lo ha accolto. Ora e per sempre

Dopo il grande clamore dei primi giorni, la vicenda del piccolo Enea, il bambino lasciato nella Culla per la Vita della clinica Mangiagalli di Milano era, giustamente e per fortuna, tornata nell’intimità delle mura dell’ospedale e delle cure che gli operatori hanno riservato al bambino.
Nel frattempo, come sempre capita in vicende come queste (ed è uno dei motivi per i quali le Culle per la Vita sono davvero… per la vita, in tutti i sensi), il Tribunali dei Minori si è subito mosso per trovare una famiglia adottiva tra le tante in lista d’attesa e già in possesso del decreto d’idoneità.
Oggi, a poco più di un mese dall’inizio della vicenda, per Enea comincia una nuova vita insieme alla famiglia che è stata individuata e che ha accettato l’abbinamento. Una famiglia – come dichiara la Presidente del Tribunale per i minorenni di Milano Maria Carla Gatto ad Avvenire: “Con la quale potrà vivere e avere un futuro di affetto e di cure”. Un futuro, è la preziosa aggiunta della dott.ssa Gatto, reso possibile “anche grazie alla mamma che ha deciso di affidarlo alla culla per la vita del Policlinico”.
L’iter prevede che il bambino sia collocato in affido preadottivo per il primo anno, durante il quale il Comune di Milano rimarrà formalmente il suo tutore; poi – spiega sempre la Presidente del TM di Milano ad Avvenire: “Verificato l’inserimento positivo del bambino, si procederà alla sua adozione”.

In difesa della vita: culla per la vita e parto in anonimato

Questa storia esemplifica davvero bene l’utilità delle Culle per la Vita nel salvare i bambini dall’abbandono e, soprattutto, nel dare loro una veloce possibilità per “ripartire da zero”, con una nuova e definitiva famiglia e con un nuovo nome e cognome. Già, perché quello che tutti hanno imparta a conoscere come Enea, ha ora un nuovo nome e un nuovo cognome, ricevuto dall’ufficiale di stato civile dell’anagrafe di Milano.
Ecco perché è più che mai necessario promuovere la conoscenza e la diffusione delle Culle per la Vita così come della possibilità del Parto in Anonimato: strumenti esistenti e di comprovato successo nel tutelare la vita nascente. Perché, come conclude Maria Carla Gatto: la cosa importante è “Garantire le condizioni per il futuro sereno di questi bambini. E rispettare le scelte di mamme che, comunque, hanno assicurato un avvenire al loro figlio”.