“Ecco in che cosa si trasforma il nostro sostegno a distanza”: il viaggio di Sara e Gino in Nepal

nepal 2Pasqua all’ombra dell’Himalaya. Non è uno slogan turistico e neppure il titolo di un film d’avventura. È l’iniziativa di una famiglia lombarda che da qualche mese è sostenitrice a distanza di uno dei progetti di Amici dei Bambini in favore dell’infanzia abbandonata e bisognosa. E che ha deciso che, almeno per qualche giorno, questa distanza doveva essere annullata.

Così Sara, infermiera, suo marito Gino, operatore in una comunità di tossicodipendenti e alcoolisti, e i loro figli Vera e Andrea, rispettivamente di 4 e 7 anni, hanno scelto di trascorrere le ultime due settimane di aprile in Nepal, dove si trova il Centro di accoglienza diurna “Society for Solidarity of Children”, a beneficio del quale hanno attivato un sostegno a distanza comunitario.

La struttura, detta anche Centro Paani, è stata avviata da Ai.Bi. nel 2007. Se non ci fosse, molte famiglie di Jadibuti, uno dei quartieri più poveri e bisognosi della capitale nepalese Kathmandu, non avrebbero alcuna possibilità di garantire ai propri figli il diritto all’istruzione, all’alimentazione e al gioco e l’accesso alle cure mediche. A tutto ciò Ai.Bi. provvede offrendo un ambiente sano e organizzando anche molte attività ricreative per i bambini. Inoltre, al centro SSC si svolgono anche corsi di formazione professionale, di alfabetizzazione per gli adulti, di sensibilizzazione alle  norme igieniche e sanitarie e si formano i genitori sull’educazione infantile.

Sara e la sua famiglia sono arrivati qui nella serata di venerdì 18 aprile, accolti dal personale di Ai.Bi. Finalmente, tutto ciò che fino a quel momento la coppia lombarda aveva letto sulle nostre newsletter assumeva un volto: le educatrici, gli operatori e soprattutto i bambini. I quali hanno accolto i sostenitori italiani con balli e canti, “ricambiati” da alcuni splendidi regali che Sara e Gino avevano acquistato subito dopo il loro arrivo a Kathmandu. Accompagnandoli a visitare il centro, il personale di Ai.Bi. ha presentato loro i progetti di Amici dei Bambini, la rilevanza di questi interventi in una realtà sociale come quella del Nepal, uno dei Paesi più poveri del mondo. Sono circa 300mila i bambini fuori famiglia ospitati degli istituti dislocati in tutto il territorio nazionale e in particolare nella capitale, dove l’emergenza abbandono è più evidente.

“Il centro Paani è una bella iniziativa – ha commentato Sara –, molto organizzata. I bambini vengono seguiti passo dopo passo, hanno la possibilità di crescere insieme serenamente e di iniziare a studiare. Essere qui personalmente è per noi un grosso stimolo a impegnarci maggiormente nel continuare ad aiutare questi bambini”.

Sara, Gino e i loro bambini lasceranno Kathmandu il primo maggio. Sicuramente non senza nostalgia. Con loro porteranno a casa la consapevolezza di aver toccato con mano le importanti opere realizzate grazie al contributo del sostegno a distanza e una sciarpetta bianca, chiamata khata in nepalese, simbolo di uno dei valori attorno ai quali ruota tutta l’attività di Ai.Bi. nel mondo: l’accoglienza.