Elezioni politiche. Il non profit non può più stare alla finestra: deve restituire speranza e futuro all’Italia

di Gianmario Fogliazza

Abbiamo positivamente osservato e valutato la coraggiosa sfida lanciata col Manifesto “verso la terza Repubblica”. È infatti in grado di coniugare l’indignazione suscitata dalla progressiva e deleteria deriva delle istituzioni e in particolare dei partiti politici, ormai nella cronica impossibilità di rigenerarsi, con il coraggio dell’impegno assunto in prima persona: come abbiamo affermato a Todi in occasione dell’incontro dello scorso mese di Ottobre, “il futuro dell’Italia non è più delegabile” e tale prospettiva appare chiaramente ripresa e rilanciata dalle persone che intendono offrire una reale alternativa sin alle prossime elezioni con cui si individueranno coloro i quali governeranno il nostro Paese e il suo percorso di rigenerazione e di profonda riforma istituzionale, sociale ed economica.

Altrettanto positivamente abbiamo ascoltato l’onesta, esplicita e determinata intenzione delle ACLI nell’assumersi la responsabilità di ancorare la speranza per un concreto e praticabile rilancio dell’Italia ad alcuni capisaldi della identità e della coesione sociale che non possono essere trascurati o ideologicamente strumentalizzati: dalla tutela e promozione della persona e della sua vita in tutte le sue stagioni e condizioni, alla famiglia fondata sul matrimonio, all’educazione.

Le associazioni e l’articolato mondo del non-profit, forti di un ineguagliabile patrimonio consolidato in anni di servizio e di presenza, per alcuni aspetti luogo dell’eccellenza e dello sviluppo delle migliori energie del Paese, possono – e forse devono – intraprendere con franchezza e determinazione il medesimo, ancorché non identico, percorso: restituire speranza e affidabile futuro all’Italia, rigenerando fiducia nel Paese proprio a partire dalle istituzioni.

Proprio il mondo delle associazioni può promuovere e assicurare un rinnovamento dei rappresentanti istituzionali secondo un profilo e uno stile della presenza in politica ispirati ad una cristallina logica del servizio, in grado di esprimere al contempo competenze e preparazione; non più politica come “mestiere” e luogo per coltivare interessi privati e personali, ma servizio reso per quel bene comune che è disponibile e individuabile solo attraverso il trasparente e franco confronto tra soggetti e istituzioni che si rispettano, in perenne ascolto e stretta connessione con l’intera società .

Consideriamo fondamentale assicurare lo sviluppo di un programma di governo che con coraggio sappia affrontare la stagione delle tante riforme ormai non rinviabili. Tra queste richiamiamo la riforma del terzo settore ed evidenziamo quella della accoglienza familiare temporanea e delle adozioni internazionali per assicurare una mai compiuta pari opportunità tra le diverse forme di genitorialità e rilanciare una delle più significative espressioni dell’accoglienza segnata da un preoccupante declino; così come dovrà essere assicurata la elaborazione di una specifica piattaforma programmatica in grado di raccogliere proposte e istanze per politiche “con e per” la famiglia quale autentico agente di progresso e non sostituibile generatore di fiducia, in grado di riscattarla dal desueto ruolo in cui è stata suo malgrado confinata, sottraendola alla cronica riduzione assistenziale: non si tratta di rivendicare privilegi quanto dare coerente compimento alla Costituzione secondo princípi di equità, giustizia, solidarietà e sobrietà cui tutti pare vogliano ispirarsi.

Tanti si appellano alla famiglia e fondano presunti programmi politici a favore di essa; in effetti la famiglia è sempre considerata: bacino elettorale, contribuente certo, consumatore da conquistare, … . È tempo che la famiglia sia autentica protagonista delle dinamiche a lei dedicate e non solo semplicemente destinataria di provvedimenti e iniziative per lei da altri pensati e solo in seconda battuta da questi considerata, talvolta peraltro strumentalmente.

L’attuale sistema dei partiti pare ancora impegnato in discussioni e in competizioni del tutto estranee alle reali istanze del Paese, sperperando risorse senza generare e raccogliere le migliori energie di cui è comunque ricca la società italiana. Innumerevoli segnali di stanchezza e delusione da parte del Paese sono trascurati e non considerati da un sistema politico che non è più riconosciuto quale affidabile interprete della società: per evitare la facile soluzione dell’astensionismo e la tentazione della cosiddetta antipolitica, occorre farsi carico di proposta e presenza per restituire fiducia e credibilità nelle istituzioni e anche così restituire speranza al Paese: sotto questo profilo il cammino verso la terza Repubblica, intrapreso da persone normali non rassegnate e pronte a mettersi in gioco, deve essere positivamente salutato.