Family Day. Riccardi (Ai.Bi. Lombardia): “Il ddl Cirinnà? Un trucco per equiparare alla famiglia ciò che non lo è. Mettendo in pericolo i diritti dei bambini”

riccardi“Saremo in piazza per affermare con forza il diritto dei bambini ad avere una famiglia”. E non il contrario. È molto chiara Cristina Riccardi – che, insieme a suo marito Paolo Pellini, è coordinatrice regionale di Amici dei Bambini in Lombardia – nello spiegare le motivazioni che porteranno le famiglie adottive e affidatarie di Ai.Bi. al Circo Massimo per il Family Day. In vista della grande manifestazione prevista a Roma per sabato 30 gennaio, la mobilitazione è partita e procede spedita. “Le adesioni stanno arrivando numerose fin dal giorno in cui, come Ai.Bi. Lombardia, abbiamo inviato l’invito alla nostra rete di famiglie – rivela Riccardi -. Oltre al gran numero di persone che vogliono partecipare all’evento, ciò che ci sta colpendo positivamente è che diverse adesioni arrivano anche da famiglie con bambini piccoli, disposte comunque ad affrontare in giornata il viaggio di andata e ritorno in treno per Roma”.

Segno evidente che genitori e figli hanno compreso appieno il senso del Family Day. Che non è quello di dire un “no” a priori alle unioni civili, ma quello di affermare ancora una volta il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma. È questo ciò che il disegno di legge Cirinnà, nella formulazione attuale, mette davvero in pericolo. “Non siamo contro le unioni di fatto in assoluto – spiega la coordinatrice regionale di Ai.Bi. Lombardia -, ma contro quegli aspetti del ddl che mettono a rischio i diritti più importanti dei minori. Per questo il nostro impegno è rivolto principalmente a due tematiche: l’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali e l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio”.

Regolamentare le unioni di fatto così come prevede il ddl Cirinnà, secondo Cristina Riccardi, non sarebbe altro che “un trucco” per dichiarare queste alla pari delle famiglie, così come sono intese dalla Costituzione e dal Codice Civile. “Il testo del ddl Cirinnà che andrà in discussione al Senato a partire dal 28 gennaio – evidenzia la coordinatrice di Ai.Bi. Lombardia – contiene riferimenti agli articoli del Codice Civile che regolamentano il matrimonio. Ne conseguirebbe l’equiparazione tra quest’ultimo e le unioni di fatto. Con tutto ciò che ne deriverebbe. Le unioni di fatto, anche omosessuali, potrebbero quindi godere di tutti i diritti delle coppie unite da matrimonio, tra cui quello all’adozione. In una tale situazione, a poco servirebbe che un Tribunale per i Minorenni italiano si opponesse alla richiesta di adozione da parte di una coppia di fatto. A questa basterebbe rivolgersi alla Corte Europea per vedersi riconosciuto il diritto ad avere un figlio adottivo”.

Se questi sono i punti salienti su cui verterà l’impegno delle famiglie adottive e affidatarie di Ai.Bi. al Family Day, la richiesta al Parlamento è quella di stralciare dal ddl Cirinnà tutti i temi relativi ai bambini. Questi, infatti – ribadisce Cristina Riccardi – andrebbero trattati in altra sede, mettendo mano a una riforma della legge 184/1983, quella che regolamenta l’adozione e l’affido. Senza ricorrere a distorsioni del diritto o scorciatoie non certo a vantaggio del superiore interesse del minore, come l’ipotesi dell’affido rinforzato, sul quale Cristina Riccardi, come membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’affido, ha già espresso la sua contrarietà.

Per informazioni e adesioni al Family Day con Ai.Bi. Lombardia è possibile scrivere all’indirizzo cristina.riccardi@aibi.it.