Fiocco azzurro per Anatoli: adottare un figlio di 14 anni

Sono tornati da appena dieci giorni dall’Ucraina con Anatoli, il figlio di 14 anni, ma raccontano di aver già visto in lui un nuovo sguardo, “gli occhi di chi è tornato a fidarsi degli adulti”.

I genitori di Anatoli hanno trascorso gli ultimi due mesi in un villaggio nei pressi di Alexandria per concludere l’iter adottivo. Un periodo di tempo che ha permesso ai genitori di conoscere bene il figlio, già zio di due nipotine, nella sua terra, nei suoi luoghi di origine.

Ne parliamo con la neo-mamma:

Adottare un figlio di 14 anni potrebbe intimorire una coppia. Come avete vissuto questa decisione?

Posso capire il desiderio di una coppia di voler un bimbo piccolo da cullare, da tenere tra le braccia, ma le soddisfazioni che dà un bambino già grande sono le stesse. Anzi, credo che vedere nei suoi occhi, così come è stato per Anatoli, la fiducia nei confronti dei genitori sia una sensazione indescrivibile, che solo un bambino già grande ti può dare. Mio marito ed io abbiamo sempre pensato che fossero proprio loro quelli con un bisogno di famiglia più grande: sono bambini che hanno già sviluppato una loro coscienza, sanno che ogni che passa diventa sempre più difficile trovare una famiglia.

Vuole raccontarci un episodio particolare della vostra storia di adozione?

Negli ultimi giorni della nostra permanenza in Ucraina, non pensavamo più solo a nostro figlio, che aveva già trovato una famiglia, ma a tutti gli altri bambini senza una mamma e un papà che avremmo dovuto lasciare lì. Ci siamo portati a casa gli sguardi di tanti bambini, rassegnati all’idea di non trovare una famiglia. Mio figlio è già zio di due nipotine e ha sei fratelli che abbiamo conosciuto nei due mesi di permanenza. Abbiamo festeggiato il compleanno di uno di loro, che compiva 18 anni. Per l’occasione gli abbiamo organizzato una festa a sorpresa e mi ha sbigottito scoprire che era la prima volta in assoluto in cui qualcuno organizzava una festa di compleanno per lui. Una sorella ha già una bimba di quasi un anno che deve essere sottoposta ad alcuni interventi e non si sa se in questo villaggio potrà avere le cure adeguate. Nostro figlio ha deciso di lasciare tutti i suoi risparmi, seppure pochi, per l’intervento della nipotina.

Se volesse lanciare un messaggio agli aspiranti genitori adottivi cosa direbbe?

Direi di non escludere a priori l’accoglienza di un bambino non più piccolo. Quello che mi ha colpito maggiormente sono gli sguardi tristi dei bambini più grandi: hanno visto per anni i loro amici essere adottati, ma loro vivono ancora in istituto. Ogni giorno si domandano se avranno mai la possibilità di essere accolti.