Fratello per finta o fratello per sempre?

Davide e le sorelline mentre giocano con l'aquilone
Davide e le sorelline mentre giocano con l’aquilone

«Per quattro anni ho vissuto con due sorelline più piccole di me. Ora non riuscirei a immaginare me stesso senza quell’esperienza». Spiega così Davide Pellini la sua storia di fratello affidatario. Adesso è un ragazzo di 19 anni e riavvolgendo il nastro dei ricordi, ritorna con la mente a quando aveva dieci anni o poco più.

E aggiunge:«Ero piccolo quando i miei mi hanno chiesto se volevo vivere quest’esperienza. Ho risposto di sì, senza capire esattamente cosa volesse dire. E un giorno in casa sono arrivate le mie due sorelline. Le ho presentate come tali a tutti i miei amichetti, senza altre precisazioni perché così le sentivo dentro di me».  Non che fosse tutto rose e fiori. Le difficoltà c’erano e lui se le ricorda bene, ma sono state ormai metabolizzate. Con voce pacata, commenta: «A distanza di tempo posso dire che è stato difficile perché queste bambine si portavano dentro la rabbia contro il mondo».

Davide racconta la quotidianità fatta di tanti momenti complicati, ma anche di giornate serene che acquistano un sapore speciale proprio perché ‘normali’.  Confida: «Se devo scegliere un giorno felice in particolare, mi ricordo una giornata passata in Val d’Aosta.  Era una giornata dove non c’erano stati musi, pianti, litigi. Semplicemente giocavo con l’aquilone insieme alla più piccolina, papà leggeva, mamma e la più grande erano al bar». A far da contraltare, il giorno più difficile vissuto da tutti è stato il giorno in cui i genitori affidatari hanno dovuto raccontare alle bambine che la loro mamma biologica era morta. Davide ammette: «Lo ricorderò sempre quel momento. La loro mamma era malata di tumore da tempo, da settimane era in ospedale. Ma mi ricordo il momento in cui i miei genitori hanno dovuto raccontare loro la verità. La più piccolina che non si è resa subito conto. Ha pianto solo dopo molto tempo. La più grande aveva invece dieci anni e per lei è stato terribile».

Dopo quattro anni vissuti in famiglia, le due sorelle vivono purtroppo in una comunità educativa, ma il legame con la famiglia di Davide non si è mai interrotto. Il ragazzo sottolinea: «Solo pochi giorni fa abbiamo cenato tutti insieme come ai vecchi tempi: era il compleanno della più piccola e così abbiamo colto l’occasione per stare ancora insieme».  E il rapporto ormai instaurato con le due sorelle resta la filigrana delle sue parole: «Quando mi capita di comprare dei ‘ricordini’ per i miei familiari, magari durante una vacanza, nell’elenco dei miei affetti metto sempre anche loro».

Parole di un giovane fratello affidatario che ha radicata in sé un’idea di solidarietà e accoglienza familiare, nel senso letterale del termine. Perchè l’affido ha coinvolto tutti i componenti della famiglia. Chiosa Davide:«Faremo di nuovo un affido, ma certo lo vivrò in modo tutto diverso. Adesso ho nove anni in più». Faremo, dice. Perché in casa Pellini, l’affido è stato una scelta condivisa anche dal piccolo di casa, il quale all’epoca, dall’alto dei suoi dieci anni, ha aperto le braccia a due sorelline. E adesso quel gesto è pronto a rifarlo ancora.