Giovani e volontariato. Come coinvolgere i ragazzi? Se ne parla domani in ConVol

Il progetto GioeVo presentato, tra gli altri, dal presidente della ConVol, Ermes Carretta

Come coinvolgere i giovani nel volontariato in un mondo sempre più chiuso in sé stesso e meno disponibile all’ascolto e alla relazione con l’altro e con i suoi bisogni? Interessanti risposte sono quelle fornite dal progetto GioeVo (Giovani e Volontariati), promosso dalla ConVol e finanziato da Fondazione Con il Sud, che ha sperimentato un percorso per sensibilizzarli e coinvolgerli, accompagnandolo con un’indagine per rilevarne e monitorarne i risultati.

Il progetto si è svolto in quattro regioni del meridione (Campania, Sardegna, Puglia e Sicilia) e ha coinvolto 16 istituti superiori e 36 associazioni. I risultati del progetto e della ricerca verranno presentati durante il seminario di riflessione che si svolgerà domani, sabato 28 settembre, dalle 10.30 alle 16, al CSV Lazio, in via Liberiana 17 a Roma.

Durante l’incontro interverranno Ermes Carretta, presidente della ConVol e membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. – Amici dei Bambini; Emma Cavallaro, responsabile Progetto GIOeVO; Emmanuele Pavolini, dell’Università di Macerata, Giovanni Battista Sgritta, professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma, e soprattutto insegnanti, studenti e associazioni che hanno partecipato al progetto.

Il progetto GioeVo ha proposto agli studenti delle scuole superiori un percorso in tre tappe: inizialmente sono state presentate nelle classi le attività delle organizzazioni di volontariato del territorio; in secondo luogo sono state proposte esperienze di coworking nelle associazioni stesse, all’interno delle quali gli studenti sono stati accompagnati da un tutor e formati per svolgere attività di peer education (cioè educazione tra pari) su questi temi; infine è stato chiesto ai giovani di presentare ai compagni di classe l’esperienza di volontariato fatta, facendosi “propagatori” dell’esperienza stessa.

Parallelamente, l’indagine ha coinvolto 720 studenti per mettere a fuoco gli effetti del progetto. Effetti che sono stati certamente positivi sui ragazzi che hanno fatto l’esperienza nelle associazioni e che hanno potuto così vedere crescere, oltre alla propria civicness (cioè l’orientamento civico), la percezione di essere informati sul volontariato a scuola, un atteggiamento positivo verso il volontariato, il coinvolgimento e l’orientamento a fare volontariato in futuro. I ragazzi infatti si sentono informati e si dicono disponibili in percentuale molto più alta dei loro compagni che non hanno fatto la stessa esperienza, e questo sia nel breve che nel lungo termine. L’esperienza nelle associazioni, tra l’altro, ha permesso loro di costruire anche dentro la scuola contatti e relazioni con altre persone coinvolte nel volontariato, e queste relazioni si sono mantenute anche alla fine dell’esperienza.