Grecia: culle vuote. A picco l’indice di natalità a causa della recessione. E aumenta la mortalità fetale

culle_vuoteIl numero delle nascite in Grecia è diminuito del 10 per cento dall’inizio della crisi, secondo uno studio condotto da ricercatori del Centro Nazionale di Salute Pubblica (ESDY).

La notizia è stata data, con molta rilevanza e toni allarmanti, dai quotidiani Elefterotipia e EKathimerini. Secondo la ricerca, si è passati da 10,45 nascite per 1000 abitanti nel 2009 a 9,39 nel 2011.

La causa principale della denatalità sarebbe la grave crisi economica che ha colpito il Paese e che dura ormai da sei anni.

C’è un altro dato preoccupante legato alla recessione: un notevole aumento dei casi di bambini nati morti. Se nel 2008 la media era di 3,31 casi  ogni mille nati vivi, nel 2011 erano 4,01 (il 21,15 per cento in più).

Efi Simou, che ha coordinato la ricerca per l’Esdy, ha messo in relazione il calo delle nascite con l’aggravarsi della crisi e la maggiore incidenza dei casi di bimbi nati morti con l’aumento del tasso di disoccupazione soprattutto tra le donne (tra il 2008 e il 2011, è passato dall’11,7 al 24,4%), che hanno quindi maggiori difficoltà ad avere cure mediche regolari.

“Da sempre ci sono purtroppo evidenze scientifiche della correlazione fra recessione economica e riduzione delle nascite”, ha spiegato Simou. Non solo: l’Organizzazione mondiale della Sanità sottolinea come un’adeguata assistenza prenatale possa ridurre i casi di morte fetale. E’ piuttosto chiaro che l’aumento registrato in Grecia, parallelamente all’incremento del numero dei disoccupati, possa essere l’effetto del peggioramento dei livelli di assistenza.  Nel paese infatti, se sei disoccupato per più di un anno, perdi l’assicurazione medica pubblica.

“È un dato particolarmente preoccupante, dal momento che un numero crescente di donne resta senza lavoro e, di conseguenza, senza copertura sanitaria, e quindi omette importanti esami e test durante la gravidanza”, spiega Elefterotipia.

 

Fonte: Redattore Sociale