EMERGENZA UCRAINA. Zelensky apre alla pace. Vaticano: “Disponibili come spazio in cui le parti possano avviare un dialogo”

EMERGENZA UCRAINA. Al termine di un colloquio con il Presidente USA Biden, il presidente ucraino Zelensky si dice soddisfatto che “la nostra formula di pace” sia stata percepita positivamente. Disponibilità della Santa Sede a essere terreno comune per un incontro. Ma sul campo la guerra non si ferma

12/12 – 16.00 Zelensky apre alla pace. Vaticano: “disponibili come spazio in cui le parti possano avviare un dialogo”

Data la situazione, ogni volta che viene nominata la parola “pace” da parte dei principali contendenti della guerra in Ucraina vale la pena sottolinearlo e soffermarsi sui possibili spiragli che si possono aprire in tal senso. Questa volta, a nominare la pace è stato Volodymyr Zelensky riportando del suo ultimo colloquio con il Presidente degli Stati Uniti Biden. “Mi ha fatto piacere sentire nella conversazione che la nostra formula di pace è stata percepita positivamente – si legge sul profilo Telegram del presidente ucraino. E questo aggiunge ottimismo”.
Non che si tratti di una vera apertura a un negoziato, perché la posizione dell’Ucraina è quella già espressa nell’intervento durante il G20, con i 10 punti imprescindibili per poter pensare a una possibile pace, ma il fatto che sia stata ribadita l’apertura per “sedersi al tavolo”, a fronte di determinate condizioni, è sicuramente positiva.
Non è un caso che, a distanza di poche ore, il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, abbia ribadito la disponibilità della Santa Sede a farsi mediatrice di un possibile dialogo: “Siamo disponibili – ha risposto il Cardinale a margine di una presentazione al Senato – e credo che il Vaticano sia il terreno adatto. Abbiamo cercato di offrire possibilità di incontro con tutti e di mantenere un equilibrio. Offriamo uno spazio in cui le parti possano incontrarsi e avviare un dialogo. Sta a loro individuare la metodologia di lavoro e i contenuti”.
Segnali importanti e significativi, anche se nessuno si illude che le cose a breve possano cambiare drasticamente. Nel frattempo, infatti, sul campo sono proseguiti i bombardamenti russi su Kiev e altre città, mentre il Consiglio Ue ha raggiunto l’accordo per aumentare a 2 miliardi il massimale finanziario per la fornitura di armi all’Ucraina nel corso del prossimo anno. Con la speranza che possa presto non essercene più bisogno.

07/12 – 12.00 Il freddo non ferma le attività del progetto #BAMBINIxLAPACE

Continuano senza sosta gli attacchi russi in territorio ucraino. Nella notte, come riportato da Rainews, il distretto di Zaporizhzhia è stato colpito dall’esercito russo.
La guerra sembra non trovare soluzione di pace. Il portavoce del Cremlino Peskov ha affermato, come indicato da Ansa, che Mosca non vede: “prospettive per i colloqui di pace in Ucraina; la Russia deve raggiungere gli obiettivi dell’operazione militare speciale e questo sarà fatto”.
Intanto a Kharkiv, una delle città ucraine maggiormente colpite dagli attacchi, il freddo invernale, che si aggiunge a guerra e povertà, aggrava ancora di più la situazione della popolazione ucraina.
La cattedrale di San Nicola, in costruzione nella periferia della città, accoglie ogni giorno migliaia di persone in attesa di trovare generi di conforto. A raccontarlo è Avvenire. Il vescovo Vasyl Tuchapets, che ha voluto che la chiesa greco- cattolica in costruzione divenisse un grande sportello di aiuti spiega: “Il Vangelo ci chiede di essere accanto alla gente che soffre». In città manca tutto. I bisogni – continua il vescovo- stanno esplodendo con l’inverno. La strategia di Putin di danneggiare le infrastrutture energetiche sta lasciando tutta la regione senza elettricità, acqua corrente e riscaldamento, com’è accaduto in queste ore”.
Nella giornata del 6 dicembre, si celebra la festa di San Nicola, il ‘Babbo Natale’ dell’est e del nord Europa. La guerra non ha fermato in Ucraina, il “suo” carico di doni e speranza per i bambini. Come infatti riporta Ansa, per celebrarlo è partito all’alba dalla Polonia un camion della Croce Rossa pieno di 700 doni: giocattoli, dolci, frutta (come da tradizione) e matite. Destinazione, Zovka, cittadina nell’oblast di Leopoli, dove nel convento delle suore domenicane è stato festeggiato il Santo.

“Il Bello che Fa Bene” per il progetto #BAMBINIxLAPACE

Il freddo invernale non ferma di certo le attività del progetto #BAMBINIxLAPACE. Fino a che la pace non tornerà ad abitare anche i luoghi oggi martoriati dalla guerra, Ai.Bi. sarà presente per cercare di portare il suo aiuto e il suo supporto. Per questo, al progetto #BAMBINIxLAPACE saranno devolute tutte le donazioni raccolte durante il periodo natalizio, a partire dal grande evento “Il Bello che Fa Bene”, che torna in presenza dal 16 al 20 dicembre, a Milano, in via Tortona, 30, con un Temporary Shop e una mostra fotografica proprio sui progetti di Ai.Bi. in Ucraina, Moldova e Italia.
Tutte le informazioni, QUI

28/11 – 11.00 “Generatori di speranza”: la campagna dell’Europa per fornire corrente elettrica all’Ucraina

Nel giorno in cui un articolo del New York Times sottolinea come l’invio di armi da parte dei Paesi Nato all’Ucraina inizi a essere in difficoltà a causa dei costi altissimi, della quantità di colpi sparati quotidianamente e del prolungarsi del conflitto, l’Europa è pronta a mobilitarsi per fornire un altro tipo di “armi” alla popolazione stremata: generatori di emergenza “Per alimentare le case e illuminare la notte”. Così recita un tweet della Presidente del Parlamento Eueopeo Roberta Metsola all’indomani del lancio della campagna “Generatori di speranza”, presentata al insieme al co-iniziatore della campagna Daniele Nardella, sindaco di Firenze e Presidente di Eurocities.
“Insieme – prosegue il messaggio della Metsola – attraverseremo l’oscurità causata dalle bombe del Cremlino”.
È senza dubbio un bel messaggio, non solo per la promessa di un aiuto concreto verso quelli che sono già i principali problemi per la popolazione dell’Ucraina: il gelo dell’inverno e la difficoltà di approvvigionamento energetico, ma anche per l’immagine in cui, per una volta, viene contrapposta al “buio” delle armi la “luce” della speranza. Una luce che non arriva da altre armi o altri missili sparati come riposta, ma da “generatori” di corrente elettrica, con tutto il significato che una parola come questa si porta dietro.
Perché una guerra si combatte anche cercando di tenere alto il morale delle persone, fornendo loro dei motivi di speranza cui aggrapparsi per resistere ai momenti terribili in cui tutto sembra destinato alla distruzione. Si possono leggere in tal senso anche il moltiplicarsi delle “Stazioni di invincibilità”: grosse tende aperte a tutta la popolazione in cui viene garantita la presenza di corrente elettrica (con cavi e stazioni per ricaricare i propri telefonini e i computer), riscaldamento, snack e acqua.
Una sorta di versione statale, ingigantita, di ciò che i Punti Ai.Bi., nel loro piccolo cercano di fare già da diverse settimane: garantire ai bambini e le famiglie un luogo sicuro, in cui ritrovare un pezzetto di quella normalità che le bombe stanno provando a portare via.

23/11 – 15.30 Manca l’acqua in tutta Kiev. Blackout anche in Moldova

Non c’è un attimo di tregua, oggi, in tutta l’Ucraina. Dopo i bombardamenti di questa notte, nel corso della giornata si sono intensificati gli attacchi in tutte le regioni del Paese, compresa la capitale Kiev. Così, mentre si apprende che a Kheroson è morto anche un ragazzino di 13 anni per le conseguenze del bombardamento, il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko avvisa tramite Telegram che in tutta la città è sospesa l’erogazione dell’acqua. I tecnici sono al lavoro, ma il sindaco chiede “di fare scorta di acqua per ogni evenienza”.
A Leopoli, invece, manca la corrente elettrica e la città è senza luce. Ma anche in questo caso il sindaco ha avvertito della possibilità che ci possano essere anche interruzioni nell’erogazione dell’acqua.
Le conseguenze dei pesantissimi bombardamenti si sentono anche nella confinante Moldova, dove si sono verificati blackout in diverse parti del Paese, compresa la capitale Chisinau.
Tatiana, una delle cooperanti di Ai.Bi. che in Moldova porta avanti le attività del progetto #BAMBINIxLAPACE, racconta così la situazione attuale: “La luce è tornata da circa un’ora. Purtroppo non abbiamo l’acqua. In alcuni settori della città, invece, manca la luce, ma c’è l’acqua. I messaggi che arrivano dalle autorità sono positivi, ma il panico fra i civili sta crescendo”.

23/11 – 12.00 Bombe sul reparto maternità di un ospedale. Muore neonato

Altra notte di terrore in Ucraina, altra notte di bombe indiscriminate e di morti terribili. I missili russi sono tornati a colpire le città del Paese, concentrandosi ancora una volta nella zona intorno a Zaporizhzhia. Tra gli edifici più colpiti c’è anche l’ospedale di Vilnianska, dove, secondo quanto riportato dal Kyiv Indipendent riferendo di un messaggio Telegram del governatore della regione Oleksandr Starukh, sarebbe rimasto ucciso anche un neonato.
Nel corso della mattinata, i soccorritori hanno estratto viva dalla macerie la mamma del piccolo, portata in salvo insieme a un medico della struttura.
Gli attacchi sono stati molto intensi anche nella regione di Kharkiv: anche qui è stato colpito un ospedale, quello di Kupyansk, e alcuni condomini di civili. Le autorità riportano di due cittadini morti: una donna di 55 anni e un uomo di 68.
Il Presidente ucraino Zelensky su Telegram ha accusato la Russia di riccorrere al “terrore e all’omicidio”, e davvero, se già nella guerra trovare un senso è difficile, davanti alle bombe che colpiscono i reparti maternità degli ospedali è assolutamente impossibile.

In questo contesto difficile, non si fermano le attività di Ai.Bi. del progetto #BAMBINIxLAPACE che proprio in Ucraina continuano a portare aiuti e conforto ai bambini e le famiglie più in difficoltà, così come lo fanno con chi a causa del conflitto è sfollato in Moldova e in italia. È proprio a queste attività che verranno destinati i fondi raccolti durante la campagna di Natale Solidale di quest’anno, le cui proposte, dal Panettone per la Pace© ai biglietti di auguri con la grafica firmata Alan Zeni fino alla possibilità di un’Adozione a Distanza, si possono trovare alla pagina dedicata del sito. Natale Solidale 2022

16/11 – 16.00 Bombardamento a Kiev: la testimonianza del cooperante di Ai.Bi. Eugenio

Nuove immagini e notizie arrivano direttamente da Kiev dal nostro cooperante Eugenio, che si trova nella capitale dell’Ucraina per portare avanti i progetti nell’ambito della campagna BAMBINIxLAPACE. In seguito ai bombardamenti di martedì 15, diverse case sono state colpite dai frammenti di razzi abbattuti dalla contraerea. Secondo l’addetto stampa del Servizio statale di emergenza di Kiev, Oleksandr Makushenko, due palazzi residenziali sono stati danneggiati nel quartiere Pechersk, mentre altri frammenti sono caduti nel distretto di Obolonsky colpendo edifici abbandonati.
È arrivata anche la conferma che una persona è rimasta uccisa e tre sono state ferite in seguito al bombardamento, mentre le forze dell’ordine e i soccorritori continuano a lavorare sul luogo della tragedia.
Come ha riferito il sindaco della capitale Vitaliy Klitschko: “L’ingresso di uno degli edifici di cinque piani è stato danneggiato in modo significativo. Le persone sono state evacuate e re-insediate. Alcune hanno preferito, invece, andare a stare per il momento da parenti e amici”.

16/11 – 11.30 Missili in Polonia: cautela della Nato. “Improbabile siano partiti dalla Russia”

Nella giornata di martedì 15 novembre, poche ore dopo il discorso di Zelensky al G20 che aveva fatto sperare in possibili, anche se molto tenuti, spiragli di pace, la risposta della Russia non si è fatta attendere. Ed è stata una risposta di assoluta violenza, con uno dei peggiori bombardamenti effettuato su Kiev e altre città dell’Ucraina negli ultimi mesi. Quasi un centinaio di missili si sono abbattuti su strutture civili e centrali energetiche, proseguendo la strategia ormai evidente di colpire obiettivi che non hanno nulla di militare e che servono soltanto a terrorizzare la popolazione e a rendere sempre più difficile l’approvvigionamento energetico e, quindi, il riscaldamento delle case, in vista del rigido inverno ormai alle porte.
Ma il fatto che più di tutti ha catalizzato l’attenzione del mondo è stata l’esplosione avvenuta a Przewodów, piccolo Paese vicino al confine con l’Ucraina ma situato in Polonia. La Polonia, infatti, non solo è un Paese della Comunità Europea, ma è anche membro della NATO, l’Alleanza Atlantica che prevede l’intervento degli alleati in caso di attacco verso un Paese membro.
Subito dopo l’esplosione, che ha ucciso due persone, la Polonia ha convocato il comitato per la Sicurezza nazionale e gli Affari della Difesa, mentre i leader dei Paesi Nato presenti al G20 di Bali si sono a loro volta incontrati.
Tanto dalla Polonia quanto da NATO e Stati Uniti, per fortuna sono arrivati presti messaggi di grande cautela, fino alla dichiarazione del Presidente Biden di come sia “improbabile” che i missili siano stati deliberatamente lanciati dalla Russia. L’ipotesi che al momento sembrerebbe più accreditata è quella che riconduce l’esplosione alla contraerea ucraina: i resti trovati, secondo le prime foto circolate (non verificate) sarebbero di missili sì di fabbricazione russa, ma in dotazione anche all’esercito ucraino proprio per difendersi da attacchi missilistici.
Del tutto improbabile, dunque, al momento, che l’episodio possa innescare la richiesta di applicazione del famoso “Articolo 5” della NATO (quello, appunto, che obbliga gli alleati a intervenire in caso di attacco verso un Paese membro), ma quanto accaduto dimostra l’ingovernabilità di un fenomeno come la guerra, dove un errore o un episodio “casuale” diventa comunque irreversibile e può provocare delle conseguenze che nessuno dei contendenti desiderava o si auspicava.

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

In un momento così delicato, diventa ancor più indispensabile l’attività che Amici dei Bambini conduce in Ucraina all’interno dei “Punti Ai.Bi.” nel contesto del progetto BAMBINIxLAPACE, a cui chiunque può dare il proprio contributo con una donazione libera oppure attivando un’Adozione a Distanza per i minori dell’Ucraina

EMERGENZA UCRAINADONA ORA

31/10 – 19.00 Nuovo bombardamento sull’Ucraina: a Kiev l’80% degli abitanti snz’acqua

Ancora bombe su Kiev e sull’Ucraina. Anche alle prime luci dell’alba del 31 ottobre, nel cielo della capitale, come in quello di altre città del Paese, sono risuonate le sirene e, poco dopo, sono comparse le bombe che hanno iniziato a colpire, ancora una volta, diverse infrastrutture critiche. Il piano di Mosca è ormai più che chiaro: colpire gli snodi vitali per la distribuzione di acqua e di energia così da terrorizzare la popolazione e costringere gli ucraini ad affrontare un inverno che si annuncia difficilissimo. Secondo il sindaco di Kiev, a oggi l’80% degli abitanti della città è senz’acqua, mentre circa 350mila case sono senza elettricità. Tra le altre città colpite ci sono anche Zaporizhzhia, Vinnitsa e Kharkiv, oltre ad altri centri sparsi in almeno 10 regioni. Dappertutto l’approvvigionamento dell’energia è molto difficoltoso.
I sistemi di difesa sono riusciti a intercettare diversi missili, uno dei quali è finito per cadere sul territorio della Moldova, provocando alcuni danni ma, per fortuna, senza che si siano registrate delle vittime.
Cattive notizie arrivano anche dal fronte dell’accordo sul grano, dal quale la Russia si è ritirata in seguito agli attacchi ucraini verso alcune navi al largo della Crimea. La Turchia si è subito attivata per vie diplomatiche cercando con determinazione – come annunciato dal Presidente Erdogan – “Di mantenere in vita l’accordo sul grano”, anche senza la Russia. Ipotesi, però, che renderebbe tutto estremamente più complicato e insicuro.

24/10 – 10.30 –  Finlandia. Troppi  cittadini russi si rifugiano nel Paese: il Governo pensa a una barriera sul confine con la Russia

La Finlandia condivide con la Russia un confine di ben 1.340 chilometri: una misura decisamente notevole per pensare di poterla controllare strettamente in tutta la sua lunghezza, tanto che gran parte della frontiera non è segnata che da palizzate di legno utili più che altro per non far andare gli animali nel Paese “sbagliato”. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, però, la questione del confine tra Finlandia e Russia si è fatta via via più spinosa, tanto da portare la Guardia di frontiera del Paese scandinavo a chiedere, circa un mese fa, l’installazione di un sistema più strutturato e solido di barriere. I motivi sono principalmente due: da un lato c’è la volontà di contenere il numero di migranti che dalla Russia si spostano in Finlandia per fuggire alla mobilitazione che costringe diversi cittadini ad arruolarsi per andare a combattere; dall’altro c’è l’obiettivo di impedire alla stessa Russia di spingere migliaia di profughi in direzione di quel confine con l’intento (già visto in passato nei confronti di Polonia e Lituania) di mettere il Paese in difficoltà davanti a una quantità di richiedenti asilo difficile da gestire, specie per un Paese che conta solamente, all’incirca, 5,5 milioni di abitanti.
Oggi la prima ministra Sanna Marin è tornata sull’argomento, annunciando che la proposta gode di un sostegno sempre maggiore all’interno del governo e non è escluso possa trovare il consenso anche di parte dell’opposizione. Naturalmente sarebbe impensabile costruire una barriera di oltre 1300 km, per questo il progetto prevede di erigerne tra i 130 e i 260 km, concentrandosi nei punti strategicamente più sensibili. Se dovesse arrivare subito il via libera del Parlamento, un primo tratto di 3 chilometri potrebbe essere realizzato già nei prossimi mesi.

19/10 – 12:20 Colpite le infrastrutture energetiche: oltre 1000 città senza elettricità, acqua e riscaldamento

Dopo l’ennesima notte di bombardamenti, è ormai chiara quale sia l’attuale strategia intrapresa dalla Russia nella guerra in Ucraina: colpire le infrastrutture energetiche. Il ché, inevitabilmente, significa colpire obiettivi civili e far ricadere prima di tutto sui civili le conseguenze della guerra. D’altra parte, la strategia non è molto differente da quella già vista in Siria, dove la popolazione civile non è stata certo risparmiata. L’obiettivo è soprattutto quello di terrorizzare la popolazione, lasciando le città senza elettricità, acqua e riscaldamento mentre il rigido inverno è sempre più vicino.
Secondo quanto dichiarato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i bombardamenti degli ultimi giorni hanno distrutto il 30% delle centrali elettriche ucraine. Le città senza elettricità sono 1.162, ma sarebbero potute essere molte di più senza il grande lavoro del personale addetto che ha consentito di ripristinare la corrente in molte zone del Paese. Principali protagonisti di questi bombardamenti sono i droni di fabbricazione iraniana Shahed-136: secondo l’Aeronautica Militare delle Forze Armate Ucraine, negli ultimi 36 giorni ne sarebbero stato lanciati 223.
La vicinanza delle strutture energetiche a città e case ha portato nell’ultima settimana ad almeno 70 morti tra i civili, tanto da portare la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a parlare apertamente di “crimini di guerra”.
Intanto, nelle aree dell’Ucraina attualmente occupate, lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino ha denunciato il saccheggio dei musei da parte dei soldati russi, che starebbero anche bruciando i libri in lingua ucraina.

17/10 – 17.00 – Attacco con droni kamikaze. L’ambasciata italiana: “lasciare l’Ucraina”

A confronto di chi dalle bombe si deve difendere, la difficoltà di chi deve trovare ogni volta delle parole diverse per quello che succede in Ucraina è ben poca cosa, ma è senza dubbio indicativa della tragedia senza fine che sta accadendo.
Ancora una volta, infatti, le sirene sono tornate a suonare nei cieli di Kiev, dove si sono verificati una serie di attacchi condotti attraverso droni kamikaze. Secondo le autorità, sono stati almeno 43 i droni lanciati su tutta l’Ucraina, molti dei quali abbattuti. Quelli andati a bersaglio, però, hanno provocato almeno tre morti e diversi danni, specie alle infrastrutture elettriche. Secondo una comunicazione iniziale del primo ministro ucraino, sono “centinaia” le località rimaste senza elettricità, anche se il gestore delle rete si è subito messo al lavoro per cercare di ripristinare le linee.
Oltre a Kiev, diverse esplosioni si sono verificate anche nelle regioni di Odessa e Kharkov, nella città di Nikolayev, a Sumy e a Zaporizhzhia. Qui, in particolare, una volta ancora sono stati danneggiati i sistemi di approvvigionamento elettrico fondamentali per la sicurezza della centrale nucleare. Sono stati attivati i generatori diesel di emergenza.
In seguito ai nuovi bombardamenti, l’ambasciata italiana in Ucraina ha invitato tutti i cittadini italiani a lasciare il Paese e ha sconsigliato di mettersi in viaggio per l’Ucraina per qualsiasi motivo.

12/10 – 14.30 Bombe su un mercato nella zona di Donetsk: almeno 7 i morti

Non si fermano le bombe e purtroppo, ancora una volta, cadono su obiettivi che di militare hanno ben poco. In mattinata, infatti, a essere colpito è stato il mercato della città di Avdiivka, nel distretto di Donetsk. Secondo il governatore locale, l’attacco ha provocato almeno 7 morti e 8 feriti. Intanto, nelle zone liberate sempre nell’Oblast di Donetsk, i militari ucraini continuano a rinvenire fosse comuni e siti di sepolture. Secondo la polizia regionale, sono 35 quelli scoperti nelle zone appena liberate, da cui sono stati riesumati, per ora, circa 120 corpi.

12/10 – La lunga notte tra paura e preghiere

Non è nulla in confronto al bombardamento di lunedì mattina, ma anche durante questa notte le bombe non hanno taciuto sull’Ucraina. In particolare, è stata presa di mira ancora un volta la città di Zaporizhzhia, dove si trova la ormai famosa centrale nucleare che, per la seconda volta negli ultimi 5 giorni, ha visto interrompersi la fornitura di corrente elettrica ed è stata costretta a fare affidamento sui motori di emergenza diesel.
Verso mattina, secondo quanto riportano i media ucraini, le sirene di allarme sono suonate anche in 8 altre regioni del Paese, e alcune esplosioni sono state avvertite nella regione di Nikolayev e sulla città di Melitopol. Al momento non si hanno notizie di vittime o di feriti. I problemi più grossi, al momento, sembrano essere quelli del sistema di distribuzione dell’energia: secondo quanto riferito alla CNN dal ministro ucraino Herman Halushchenko, i continui bombardamenti hanno colpito circa il 30% delle infrastrutture energetiche del Paese.
Sul fronte delle operazioni sul terreno, continua, seppur rallentata, l’avanzata dell’esercito ucriano a sud, dove è stata annunciata la riconquista di altre 5 città nella zona di Kherson. E come capita dall’inizio della liberazione dei territori occupati dai russi, ovunque vengono alla luce orrori e segni di violenze terribili. L’ultimo in ordine di tempo arriva da Lyman, dove in una fossa del cimitero è stata trovato il corpo di una bambina di un anno con evidenti segni di ferite da proiettili.

11/10 – 13.00 – Anche in Moldova sale l’allerta

Che la situazione in Ucraina sia molto preoccupante, lo si percepisce anche… guardandola da fuori. In questo senso, la Moldova è fin dall’inizio della guerra il Paese che forse più di tutti ha subìto le ripercussioni del conflitto, mostrando una generosità e una prontezza di accoglienza straordinari. Non a caso, qui si sono concentrati molti dei progetti di Ai.Bi., come la tenda sul confine di Palanca per garantire una prima assistenza, o come il Ludobus della Pace che gira il Paese portando conforto, sostegno e svago ai bambini moldavi e gli ucraini sfollati.
È interessante, dunque, capire come hanno vissuto anche in Moldova l’ultimo, terribile, bombardamento, e quale sia la situazione, oggi. Lo abbiamo chiesto a Tatiana, la donna che si occupa della comunicazione relativa ai progetti di Ai.Bi. nel Paese e che segue da vicino tutte le attività: “Alcuni punti doganali sono stati chiusi per misure di sicurezza – racconta. Ma la preoccupazione maggiore è stata per i 3 missili che ieri sono stati osservati attraversare lo spazio aereo della Moldova”. Un fatto, questo, riportato da tutti i giornali e che ha visto, naturalmente, una richiesta di spiegazioni a livello istituzionale. Più dei grossi avvenimenti, però, a volte sono i dettagli che raccontano meglio di tutto la situazione che si vive sul territorio e, in questo, Tatiana ne racconta uno a suo modo molto significativo: “Io abito vicino ad una caserma: oggi i soldati non cantano come gli altri giorni. Per ora c’è solo silenzio

11/10 – 9.00 – A scuola sotto le bombe

Il colore dei banchi e dei tappeti morbidi circondati dai pouf sembrano assolutamente fuori posto in contrasto con il bianco freddo delle pareti e le innaturali luci al neon. Ai muri non ci sono finestre e che gli spazi siano angusti e limitati lo si capisce anche utilizzando il più estremo dei grandangoli. Sono le foto di una scuola arrivate da Kiev. Una scuola che, come tutte le altre, sta cercando di attrezzarsi velocemente per poter continuare a fare lezione e tenere i bambini più piccoli in sicurezza. Per farlo, non ci sono altri modi che rifugiarsi sottoterra, dove le bombe si spera non possano arrivare. Sopra la testa passano i tubi dell’acqua e il pavimento è rovinato come quello di qualsiasi cantina. I tappeti colorati lo nascondono a malapena e se, con uno sforzo di fantasia, si riesce per un attimo a pensare di essere in una “normale” aula d’asilo, basta alzare lo sguardo sul banco messo in un angolo, pieno di boccioni di acqua, per capire che il tutto, normale proprio non è.

Eppure, anche qui, risuoneranno le voci dei bambini. Impaurite, inizialmente, ma sempre più forti via via che lo stare insieme, e l’infinito, paziente, eroico sforzo delle maestre, farà tornare in loro le sensazioni dimenticate di un giorno di scuola come i tanti altri vissuti in un recente passato che appare ormai lontanissimo.
Sono anche queste le vittime della guerra: allo stesso modo dei feriti, dei buchi nelle strade, dei ponti crollati e delle corsie svuotate dei supermercati. È la follia di una violenza che non guarda in faccia a nulla e a nessuno, che non tiene in considerazione la vita dei più piccoli allo stesso modo di quella dei soldati chiamati a combattere un nemico che non hanno cercato e che forse, fino a ieri, non avrebbero faticato a chiamare “fratello”. I bambini, siamo sicuri, sarebbero pronti a farlo anche domani!

 

10/10 – 16.40 – “Kiev . L’assalto ai supermercati: “Ci asppettano giorni duri “

5 parole ,arrivate via WhatsApp da Elena, una delle cooperanti di Ai.Bi. in Ucraina, certificano quella che, da stamattina, era una sensazione diffusa: il massiccio attacco missilistico di oggi in tutta l’Ucraina potrebbe ripetersi ancora in tempi brevi.
Timorosi, abbiamo posto la stessa domanda a Elena, che ha risposto così: “Più che la sensazione, c’è la certezza che stanno arrivando altri attacchi”.
Difficile, da qui, comprendere la situazione. Forse, più che le foto dei crateri nelle strade, dei feriti e degli incendi (che colpiscono, certo, ma corrono il rischio di far percepire i fatti quasi come un film, troppo distanti dalla nostra realtà per essere immediatamente comprensibili), sono significative le foto scattate all’interno di un supermercato, preso d’assalto, una volta cessato l’allarme più immediato delle bombe, dalle famiglie impaurite: si fa scorta di quello che può servire per sopravvivere, con la certezza che nei prossimi giorni sarà complicato anche solo poter uscire di casa, o dai rifugi, e poter trovare con facilità nei negozi e nei supermercati i beni di prima necessità. Perché la guerra sono i morti e i bambini rimasti orfani, certo, ma sono anche le code al supermercato di mamme disperate di non poter provvedere alla famiglia e ai propri figli per la follia di una guerra che nessuna di loro ha mai voluto!

10/10 – 13.20 – Lanciati 83 missili sull’Ucraina

Dopo qualche difficoltà nel riuscire ad avere notizie, Ai.Bi. ha potuto mettersi in contatto anche con Masha, la cooperante che da anni porta avanti i progetti dell’Associazione in Ucraina e che, allo scoppio della guerra, è stata per qualche mese in Italia prima di tornare, appena ha potuto, nella sua Kiev. Anche Mash è stata colta di sorpresa dall’ultimo attacco missilistico: “Ero in ufficio a un paio di kilometri da dove sono arrivate alcune bombe – racconta. Prima ancora ero in un parco vicino per allenarmi un po’… Dopo l’ennesima esplosione, che si sentivano sempre più vicine, e dopo che lo sbalzo di corrente mi ha fatto spegnere il computer, sono andata via”.
Anche Masha ha confermato i numeri che si leggono nelle ultime notizie: “In tutto sono stati lanciati sull’Ucraina 83 missili, di cui la metà è stata intercettata dai sistemi di difesa. A Kyiv di sicuro ne sono caduti almeno una decina”.

(foto dal profilo Facebook di Alla Nosenko)

10/10 – 10.30Bombardata Kiev. Alemo 8 morti

Dopo qualche mese in cui avevamo abbandonato l’aggiornamento costante della situazione in Ucraina, non perché la guerra non ci fosse, ma perché abbiamo preferito dare spazio a notizie più approfondite sui progetti e le storie legate alla speranza di una ripresa della vita e di una resistenza che giuardasse al futuro, gli ultimi avvenimenti, purtroppo, hanno fatto tornare la cruda cronaca della guerra al centro della scena. Nella mattinata de lunedì 10 ottobre, infatti, le bombe sono tornate a cadere, numerose, su diverse città dell’Ucraina in cui da tempo non si vedevano. Colpita pesantemente anche la capitale Kiev, dove, al momento, si contano almeno 8 morti e 24 feriti. Le esplosioni si sono verificate in una zona non lontana dal centro, vicino al parco Taras Shevchenko, dove si trova anche una sede dell’Università. Visto l’orario (mattina presto) le strade erano già piuttosto trafficate e molta gente si stava recando al lavoro.
Secondo le prime analisi, il bombardamento potrebbe essere una rappresaglia per l’attacco che, sabato, ha colpito il ponte che collega la Russia alla Crimea.
Elena, la cooperante di Ai.Bi. che da pochissimo è arrivata a Kiev per seguire i progetti avviati nella capitale ucraina, racconta di “Tanta confusione e paura in giro. Negozi chiusi, e tanta gente nelle vicinanze della metro”.

(foto in apertura Twitter @MattiMaasikas, capo della delegazione dell’Unione europea in Ucraina)

03/06 – 8.15Ogni giorno la guerra in Ucraina uccide oltre 2 bambini. Da 100 giorni

100 giorni di guerra. È un triste traguardo quello raggiunto il 3 giugno: 100 giorni di bombe, di morti, di fughe e distruzione. 100 giorni in cui la vita quotidiana delle famiglie ucraine è stata stravolta e cambiata per sempre. 100 giorni in cui, come sempre in guerra, i bambini hanno subito le conseguenze più dure da accettare. Perché è vero che i dati finora verificati (e molto sottostimati) dicono che i morti civili sono oltre 4000, ma leggere che 243 di questi sono bambini lascia sgomenti e fa ancora più male. Si tratta di oltre 2 bambini al giorno, come riportato da un documento di Unicef: 2 bambini strappati alla vita da attacchi con armi esplosive avvenuti in aree densamente abitate, a conferma di come la guerra non si limiti certo agli obiettivi e i contesti militari. Ai morti, infatti, si aggiungono anche 446 feriti, e anche in questo caso si tratta di conteggi difficili da portare a termine e sicuramente inferiori alla realtà dei fatti.
Ma il dramma dei bambini non finisce qui, perché 10 volte più dei morti sono i minori che le autorità ucraine denunciano siano stati deportati in Russia, la quale, da parte sua, ammanta questa azione di toni patriottici: “La Russia farà di tutto per sostenere i bambini orfani del Donbass”.
Secondo la viceministra dell’Interno di Kiev Kateryna Pavlichenko, i bambini deportati dall’inizio della guerra sarebbero 234 mila, e il decreto amanato dal Cremlino per facilitare l’adozione degli orfani del Donbass da parte delle famiglie russe non fa che confermare il vero disegno dietro alla deportazione.
Ma il dramma dei bambini si estende anche a chi è rimasto in Ucraina, dove, sempre secondo Unicef, ci sono 3 milioni di minori sfollati all’interno del Paese e 2,2 milioni scappati e, ora, profughi in altri Paesi. Due bambini su tre hanno perso la loro casa e la quotidianità degli affetti e all’orizzonte non appaiono notizie che possano portare a un miglioramento della situazione in tempi brevi.
Qualcuno riassume tutto questo con l’espressione “la guerra dei bambini”. Ma, in realtà, in questa come in tutte le guerre i bambini hanno un solo e unico ruolo: quello delle vittime innocenti!

Sostieni l’impegno di Ai.Bi. per i bambini dell’Ucraina

Dall’inizio della guerra, Ai.Bi. è impegnata in molteplici attività lanciate all’interno del progetto #BAMBINIxLAPACE, attivo in Ucraina, Moldova e Italia a favore dei bambini ucraini e delle loro famiglie. Chiunque può sostenerli con una donazione una tantum o con l’Adozione a Distanza. E se sei cliente Fineco, la banca raddoppia la tua donazione fino al 30 giugno. Ricordati che tutte le donazioni ad Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali. EMERGENZA UCRAINADONA ORA

26/05 – 8.15Sono più di mille le scuole bombardate dall’inizio della guerra
Avevano scritto la parola “bambini” in cirillico, a caratteri cubitali, sulle finestre, ma non è stato sufficiente per risparmiarle dai bombardamenti dei soldati russi.
La tremenda guerra che si sta combattendo ormai da più di 3 mesi in Ucraina sta tragicamente impattando non solo sulla vita dei più piccoli, sui loro affetti, sulla loro quotidianità, ma anche sulla loro istruzione e sul loro futuro. Il governo ucraino dall’inizio del conflitto ha contato più di mille scuole e strutture educative colpite da bombardamenti. Novantacinque di queste sarebbero state completamente distrutte. Non si ricorda, in altri terribili conflitti, come nell’ex Jugoslavia o in Siria, un numero così alto di scuole colpite in maniera così larga e sistematica. Colpire una scuola vuol dire colpire il futuro.
È doloroso rendersi conto di quanti amici sono morti– racconta una professoressa di Chernihiv come riporta Associated press – e di quanti bambini sono rimasti soli senza genitori, traumatizzati. Lo ricorderanno per tutta la vita e trasmetteranno le loro storie alla generazione successiva”.
Colpire una scuola, commenta Associated Press:È un attacco alla possibilità di una Nazione di ripartire alla fine di una guerra, una ferita inferta per molti anni a venire“.
Ecco perché ricostruire le scuole dovrebbe essere una delle prime azioni concrete da fare alla fine della guerra, uno degli obiettivi che si pone il progetto #BAMBINIxLAPACE, al quale anche tu puoi contribuire.

23/05 – 13.10 – Londra: armi alla Moldova affinché sia pronta per un’eventuale attacco russo
MentreNegli ultimi giorni, la guerra in Ucraina, sul campo, non ha registrato novità particolari. Lo scenario delle battaglie è sempre più concentrato nel sud del Paese, dove, come ormai assodato, la Russia concentrerà i suoi sforzi per cercare di conquistare quanto più terreno possibile. E proprio questo “quanto più terreno possibile” è ciò che spaventa non solo l’Ucraina ma anche la confinante Moldova, che al suo interno conta già la presenza di una porzione di territorio separatista e filorusso: la Transnistria. Da Mosca sono già arrivate alcune dichiarazioni che hanno ribadito anche per quanto riguarda questa zona gli argomenti utilizzati per giustificare l’intervento in Ucraina, di conseguenza l’allerta a Chisinau è massima. Ormai da settimane il governo ha ufficialmente chiesto di poter entrare nell’Unione Europea, ma sappiamo bene come la procedura richieda tempi molto lunghi e come, quindi, la mossa sia più che altro simbolica, per ora. Molto più immediata e concreta potrebbe essere, invece, la promessa arrivata proprio in questi giorni da Londra, che ha dichiarato di voler fornire armi alla Moldova affinché possa essere pronta in caso di attacco della Russia.
Per il momento, il piccolo Stato che conta il maggior numero di profughi ucraini pro capite e che ha dimostrato una straordinaria organizzazione per accogliere gli sfollati, prosegue con le sue attività “di prima linea” nell’emergenza, cercando di tenere a bada la paura che la guerra possa anch’essa varcare presto i confini.

19/05 – 18.00 -La piccola Moldova dall’inizio della guerra ha accolto più di 400 mila rifugiati.
Mentre la guerra in Ucraina continua, al confine, la piccola Moldova, il Paese più povero dell’Europa, ma dal cuore davvero grande, continua la sua opera di accoglienza ed assistenza alla popolazione in fuga dalla guerra: “Abbiamo accolto – ha spiegato Natalia Gavrilita, premier della Moldova, in un’intervista sul Corriere della Sera- più di 400 mila rifugiati. Circa 100 mila sono rimasti in Moldavia e quasi la metà sono bambini. Tutto questo è stato possibile grazie a uno sforzo enorme e alla solidarietà della società, ma ha anche significato togliere risorse finanziarie ad altri progetti in corso”.

In Moldova è davvero difficile rimanere tranquilli con ai suoi confini una regione separatista come la Transnistria, nella quale da fine aprile alcune esplosioni hanno alzato il livello di allarme. Ma la premier della Moldova continua ad invitare alla pace e alla calma.

Alla domanda su chi, secondo lei, sia il mandante di quelle esplosioni, Natalia Gavrilita ha spiegato: “Una cosa mi è chiara: questi incidenti sono causati da parti interessate che cercano di destabilizzarci e trascinarci in una guerra indesiderata. Sono attacchi mascherati per creare panico e insicurezza”.

“Dall’inizio del conflitto il livello d’ansia è molto aumentato. Tanti cittadini sentono le bombe che cadono su Odessa, Vinnytsia o Zhmerynka. Siamo determinati a fare il possibile per mantenere la calma e non permettere a terzi di rompere il nostro equilibrio”.

[…] “Ci auguriamo di poter procedere nel processo di integrazione e trovare una soluzione pacifica a questa situazione”.

17/05 – 21.55 – Sono 4 mila i minori stranieri non accompagnati giunti in Italia dall’Ucraina
L’ultimo dato noto indicava in quasi 4 mila i minori stranieri non accompagnati provenienti dall’Ucraina presenti in Italia, su un totale, aggiornato al 16 maggio, di 39.458 minori (116.499 il totale delle persone arrivate in Italia). Sostanzialmente, dunque, si può dire che un minore su dieci di quelli che arrivano dall’Ucraina è non accompagnato. Serve ricordare che tale definizione comprende tutti i minori che arrivano con un adulto che non sia un proprio genitore e non sia un tutore ufficialmente riconosciuto dalla legge italiana. Questo con le conseguenze e le incomprensioni che ci possono essere per quanto riguarda i bambini delle case – famiglia, come già ampiamente raccontato sul sito di Ai.Bi.
Le ultime disposizioni hanno stanziato per l’accoglienza di questi minori un fondo di 58 milioni di euro, che verranno distribuiti ai Comuni che, a loro volta, rimborseranno le strutture di accoglienza in cui i minori verranno accolti. Il rimborso pensato dal Governo ammonta a 100 euro al giorno per minore.
L’ondata di MISNA arrivata in seguito allo scoppio della guerra ha portato l’Ucraina a essere il terzo Paese di provenienza dei minori non accompagnati in Italia; un balzo notevole, se si considera che nel report precedente, relativo al mese di febbraio, il Paese non era nemmeno presente.
Come sottolinea Vita nella sua analisi, “Gli arrivi dall’Ucraina hanno cambiato anche il profilo dei MSNA: la presenza femminile in un mese è salita dal 2,8% all’8,4% mentre l’età media si è abbassata”. Crescono in particolare le fasce d’età al di sotto dei 6 anni (da 0,3% a 1,1%) e quella tra 7 e 14 anni (da 5% al 10,9%). Calano gli adolescenti, scesi dal 64,3% al 59,3%.
Per tutti coloro che fossero interessati ad aprirsi all’accoglienza dei minori e delle famiglie ucraine, Faris – Family Relationship International School organizza dei webinar gratuiti nell’ambito della campagna #BAMBINIXLAPACE.  Il prossimo appuntamento in programma è per il 25 maggio alle ore 18:00. Tutte le informazioni QUI

12/05 – 15.35 – La sfida degli sfollati interni
Se i profughi che hanno lasciato l’Ucraina sono quasi 6 milioni, quelli che hanno lasciato la loro casa per fermarsi in altre aree del Paese (i cosiddetti “sfollati interni”) sono circa 7 milioni. Un numero impressionante, che corrisponde quasi a un sesto della popolazione totale dell’Ucraina, che chiama politici locali, popolazione, volontari e associazioni a uno sforzo enorme. Perché a queste persone non va solo garantita l’accoglienza e una risposta di prima emergenza, ma va data loro anche una prospettiva di futuro: un lavoro per gli adulti, una scuola per i più piccoli, una casa dove abitare, forse, per anni… Si tratta di un impegno collettivo a cui tanti si stanno già dedicando e che chiamerà a raccolta sempre più forze nel corso dei prossimi mesi. Anche Ai.Bi. sta già pensando a questo futuro ed è pronta ad attivare i “punti Ai.Bi.” in diverse parti dell’Ucraina: luoghi sicuri, colorati, con personale dedicato, dove i bambini possono giocare, socializzare e, apprunto, trovare una nuova spinta verso il futuro. D’altra parte è proprio questo il senso dell’Adozione a Distanza che Ai.Bi. ha prmosso già da tempo per l’Ucraina: dare un contributo che non si limiti all’emergenza del momento, ma guardi già al tempo che verrà e alle grandi sfide cui, insieme bisognerà rispondere.

10/05 – 17.50 – Ancora bombe su Odessa
Gli esperti dell’intelligence dicono che la guerra in Ucraina è in stallo, ma in diverse zone del Paese le bombe continuano a cadere, specie vero Odessa. Ieri, per sicurezza, anche in vista della ricorrenza del 9 maggio, Giorno della Vittoria festeggiato dai russi, la dogana di Palanca è stata chiusa e anche Jana, la collaboratrice di Ai.Bi. Moldova, che era andata in Ucraina per trovare il papà in occasione del suo compleanno, è rimasta bloccata nel Paese. Le foto e i video che ha mandato, purtroppo, non sono molto rassicuranti, con le bombe sul lungomare della città e le trincee scavate nelle campagne circostanti a difesa del territorio.

10/05 – 13.40 – Quasi 23 mila gli studenti ucraini accolti in Italia
Un report del Ministero dell’Istruzione riportato dal Corriere della Sera rende noto che dall’inizio della guerra in Ucraina gli studenti accolti in italia sono 22.788. La regione dove se ne trova il maggior numero è la Lombardia, seguida da Emilia – Romagna e Campania. La fascia d’età più rappresentata è quella delle scuole elementari, con 10.399 studenti. Seguono scuola media (5.226), asilo (5.060) e superiori (2.103).

10/05 – 10.50 – Missili ipersonici su Odessa
La Russia continua a colpire in diverse zone dell’Ucraina. In particolare, la città di Odessa è stata bombardata anche con quelli che secondo il portavoce militare della regione di Odessa, Sergey Bratchuk, sarebbero tre missili ipersonici. Tra le strutture colpite anche un hotel e un centro commerciale.
A Mariupol, invece, nonostante quanto annunciato nei giorni scorsi dallo stesso Zelensky, le autorità ucraine hanno segnalato la presenza nell’acciaieria ancora di un centinaio di civili.

9/05 – 16.00 – Morti 226 bambini dall’inizioa della guerra
Le autorità di Kiev, in un messaggio su Telegram, hanno aggiornato il numero dei bambini morti dall’inizio della guerra in Ucraina. AL momento, i decessi confermati sono 226, a cui si aggiungono 415 feriti. Purtroppo, però, si tratta di cifre non definitive, in quanto sono in corso diverse verifiche in luoghi più difficili da raggiungere e nei territori occupati. La regione che ha subito più perdite è quella di Donetsk, dove si contano 139 morti e feriti. 116 le vittime nella regione di Kiev.
Le autorità sottolineano anche che 1.635 strutture educative hanno subìto danni ingenti e 126 di queste sono state “completamente distrutte”.

9/05 – 12.00 – Il discorso di Putin per il Giorno della Vittoria
Si è tenuto sulla Piazza Rossa di Mosca l’atteso discorso di Vladimir Putin per celebrare il Giorno della Vittoria. Dopo la parata militare, senza gli aerei che avrebbero dovuto disegnare una “Z” in volo (non si sono alzati causa maltempo), il discorso del Presidente ha esaltato, come ci si aspettava, i temi più nazionalistici e anti-occidentali, specie contro gli Stati Uniti, ma non ha annunciato quella escalation che alcuni temevano. Putin ha giustificato l’azione militare (che è rimasta nel discorso una “operazione speciale”) come una “decisione corretta e tempestiva da prendere” per anticipare le intenzioni della NATO di un attacco nel Donbass.
La parte più dura del discorso è stata quello rivolta agli USA, tornati a essere il nemico numero uno come ai tempi della guerra fredda. Ma – ha ribadito Putin . la Russia non si piega a questo “degrado morale” dell’Occidente e ribadisce la sua tradizione, la sua indipendenza e i suoi valori.
Insomma, si può dire che il discorso ha ribadito quanto più volte già si è sentito, esaltando la retorica nazionalista. Il fatto, però, che non ci sia stato l’annuncio di un inasprimento del conflitto, né tantomeno una ufficiale dichiarazione di guerra, è stato visto da tutti gli osservatori come un segnale positivo.

7/05 – 13.15 – Riprese le avacuazioni dall’acciaieria di Mariupol
Ieri sono stati messi in salvo altre 50 persone, tra cui 11 bambini, ma anche oggi dovrebbe proseguire l’evacuazione dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, con il Presidente dell’Ucraina Zelensky che ha dichiarato di stare lavorando a “Opzione diplomatiche” per poter mettere in salvo anche i militari.
Su altri fronti, da segnare che questa mattina presto ci sono state delle esplosioni in Transnistria, vicino al villaggio di Varancau, come ha reso noto il Ministero dell’Interno della regione separatista della Moldova.

7/05 – 10.20 – Un sito per rintracciare le persone scomparse
Proseguono gli scontri e, con essi, le dichiarazioni e le smentite reciproche di Russia e Ucraina su obiettivi colpiti e territori conquistati. Al momento, la strategia di Mosca pare quella di voler danneggiare il più possibile le infrastrutture di tutto il Paese, così da complicare la consegna e il trasporto delle armi promesse dai Paesi dell’Occidente. Intanto, nei territori più vicini a Kiev, da giorni ormai liberati dall’occupazione russa, continuano a emergere storie terribili di torture, stupri e molte deportazioni: i politici dei vari villaggi stanno cercando di rendicontare le persone che mancano all’appello e che in molti casi sono state deportate in Russia per essere utilizzate come “scambio” con altri prigionieri. È stato creato anche un sito in cui si trovano le foto delle persone scomparse per facilitarne il ritrovamento.

6/05 – 17.10 –  109.325 i profughi arrivati in Italia dall’Ucraina
Consueto aggiornamento del Viminale sui profughi arrivati in Italia dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Secondo il dato aggiornato a venerdì 6 maggio alle ore 10.57, il totale degli sfollati che hanno raggiunto il nostro Paese è di 109.325. Di questi, le donne sono 56.817, gli uomini 14.576 e i minori 37.932.
L’incremento nelle ultime 24 ore è stato di 928 ingressi.
(Immagine in apertura Ministero degli Interni)

6/05 – 16.30 –  Pace possibile anche con la Crimea in mano ai russi
Da tempo, ormai, la speranza che si arrivi a un cessate il fuoco attraverso la diplomazia pare molto remota. Ma il Presidente ucraino Zelensky, oggi, in un intervenento alla Chatham House, think tank britannico con sede a Londra, ha esplicitato un’apertura importante: ovvero che – come riporta il Corriere della Sera – l’Ucraina sarebbe disposta a un accordo di pace che prevedesse un ritorno alle “posizioni del 23 febbraio”, ovvero il giorno prima dell’inizio delle ostilità. Ciò significherebbe non avanzare pretese nei confronti della Crimea e, in un certo modo, anche essere disponibili a trattare sui territori di Doneck e Lugansk, che in quella data erano sì territorio ucraino ma, di fatto, controlati dai filorussi.

6/05 – 11.20 –  Dall’inizio della guerra almeno 3238 civili hanno perso la vita. Ma i numeri reali
“L’acciaieria di Mariupol è l’inferno!”. Così il Presidente ucraino Zelensky nel suo messaggio odierno, dove ha sottolineato come all’interno di Azovstal siano presenti ancora bambini e circa 200 civili.
Ma questo non ferma i combattimenti, che, anzi, si intensificano con l’obiettivo di piegare l’ultima sacca di resistenza ucraina in città.
Intanto, il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, a un programma radiofonico della BBC ha raccontato le condizioni di chi è riuscito a lasciare l’acciaieria: “Le mie persone sul terreno, sui bus con loro, mi dicono che queste persone hanno traumi profondi, profonde cicatrici psicologiche”. Conseguenze inevitabili di settimane vissute sotto le bombe, con poca acqua, poco sibo e nell’oscurità.

5/05 – 11.21 –  Dall’inizio della guerra almeno 3238 civili hanno perso la vita. Ma i numeri reali potrebbero essere più alti
Dall’inizio della guerra, secondo i dati riportati dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, sarebbero 3.238 i civili ad aver perso la vita. Numeri impressionanti che potrebbero essere nella realtà ancora più alti. Secondo i dati confermati dalle Nazioni Unite, e riportati dal Corriere della Sera, dal 24 febbraio, data dell’invasione russa in Ucraina: “sono stati uccisi circa 1.162 uomini, circa 738 donne, 84 ragazzi e 71 ragazze. Mentre il genere di 72 bambini e 1.111 adulti non è ancora stato determinato. Tra i 3.397 feriti ci sono 82 ragazzi e 71 ragazze, oltre a 169 bambini il cui sesso non è ancora stato confermato”.

4/05 – 19.15 – Nessun accordo per il Papa a Mosca
Dopo l’intervista di ieri a Papa Francesco apparsa sul Corriere della Sera, in cui il Pontefice si era detto “pronto” ad andare a Mosca a incontrare Putin, il Cremlino ha fatto sapere che, al momento, non è stato raggiunto alcun accordo per una possibile visita. Una precisazione che, seppur dosando le parole per non opporre un “no” secco, chiarisce ancora una volta quanto siano lontane le posizioni e, soprattutti, quanto poco sia disposta Mosca a qualsiasi dialogo in ottica di una possibile pace.

4/05 – 16.15 – Il sacrificio di un ragazzo di 14 anni
Nelle pieghe della guerra si nascondono sempre anche fatti (tristemente) eroici. Come quello raccontato dall’Arcivescovo di Kiev e riportato dal Corriere della Sera, che ha scritto come nel bombardamento del 2 maggio a Odessa, al suono delle sirene un ragazzo di 14 anni si sia precipitato dai vicini anziani per avvisarli e aiutarli a metterli in salvo. L’operazione è riuscita, ma il ragazzo, purtroppo, è rimasto ucciso. “L’atto eroico di questo adolescente – si legge sul Corriere – ‘che sacrifica la sua vita per salvare i suoi anziani vicini dai missili russi nella città ucraina di Odessa, apre una nuova pagina dell’eroica testimonianza che il popolo ucraino dà oggi al mondo intero’.”

4/05 – 12.20 – Colpita la Transcarpazia
Non si fermano gli attacchi russi su tutto il territorio dell’Ucraina. Mariupol, ormai, “non fa notizia”, visto che viene ininterrottamente colpita da settimane. Le bombe ormai colpiscono con continuità anche Odessa e, per la prima volta, sono arrivate anche in Transcarpazia, regione al confine con l’Ungheria finora non toccata dallle bombe. Obiettivo dell’attacco pare essere stato un collegamento ferroviario vicino alla stazione di Vollovets. Non ci sono ancora notizie di morti o feriti.

3/05 – 17.10 – Oltre 106 mila profughi in Italia
Nuovo aggiornamento del numero dei profughi arrivati in Italia dall’Ucraina dall’inizio della guerra: alle 13:56 di martedì 3 maggio il Ministero dell’Interno conta un totale di 106.597 persone. Di queste, 55.261 sono donne, seguite da 37.428 minori e 13.908 uomini.
La crescita nelle ultime 24 ore è stata di 638 unità.

3/05 – 16.15 – Evacuati 101 civili da Mariupol
Osnat Lubrani, coordinatore umanitario dell’ONU per l’Ucraina, ha annunciato l’arrivo a Zaporizhzhia di 101 civili evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol. Il corridoio umanitario ha finalmente retto e, al convoglio partito da Mariupol, si sono via via unite altre persone dalle zone incrociate lungo il percorso. Nessuna notizia, invece, al momento, degli altri 11 pullman che il sindaco di Mariupol ha riferito essere partiti dalla città, oggi, e di cui ha denunciato si siano perse le tracce.

3/05 – 10.00 – Papa Francesco pronto a incontrare Putin
Oggi il Corriere della Sera pubblica una lunga intervista del direttore Luciano Fontana a Papa Francesco nella quale il Pontefice si dice “pronto” a incontrare Putin: “Ho chiesto al cardinale Parolin” – si legge nell’intervista – di far “arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca”. Un’apertura che è ancora in attesa di una risposta e per la quale – dice il Papa: “Stiamo ancora insistendo”. Lo stesso Begoglio, però, lascia trasparire un certo pessimismo, perché, per poter davvero organizzare l’incontro, sarebbe necessario che Putin conceda “qualche finestrina”, cosa che finora non è mai avvenuta. Da qui la conclusione disincantata: “Temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento”.
Nella stessa intervista Papa Francesco ribadisce che, per il momento, non ha intenzione di andare a Kiev, dove ha inviato i cardinali Michael Czerny e Konrad Krajewski: “Io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”.

2/05 – 18.20 – Bombardata Odessa
Mentre l’Europa discute delle prossime sanzioni che dovrebbero comprendere l’embrago del petrolio russo, in Ucraina proseguono i bombardamenti. In particolare è stata colpita la città di Odessa, con i russi che rivendicano di aver colpito la pista di un aeroporto militare e un hangar in cui ci sarebbero state armi e munizioni.

2/05 – 15.10 – Oltre 105 mila i profughi arrivati in Italia
Il Ministero degli Interni ha nuovamente aggiornato il numero dei profughi arrivati in Italia dall’Ucraina dall’inizio della guerra: sono 105.959 in totale. Nel dettaglio: 54.909 donne, 13.738 uomini e 37.312 minori.
Gli ingressi avvenuti nelle ultime 24 ore sono stati 542.

2/05 – 11.45 – 219 i bambini morti dall’inizio della guerra
Dopo l’evacuazione di ieri, l’Ucraina ha fatto sapere che ci sarebbero ancora 200 persone all’interno dell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Nella notte sono proseguiti gli scontri.
Intanto, il procuratore generale di Kiev ha aggiornato il numero dei bambini rimasti uccisi dall’inizio della guerra: sono 219, cui si aggiungono 405 feriti. Il conto più salato lo paga la regione di Donetsk, dove le vittime tra i minori sono state 139.
Aggiornamento anche sul fronte profughi, con l’UNHCR che stima in 5,5 milioni il numero dei profughi che hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio della guerra.

1/05 – 8.27 – Missili russi su Odessa. Acciaieria Azovstal a Mariupol: evacuati 25 civili
Nel tardo pomeriggio di sabato missili russi hanno colpito la città ucraina di Odessa. Nell’attacco, riferisce il governatore della città Maksym Marchenko su Telegram, come riportato da AdnKronos, è stata distrutta la pista dell’aeroporto locale, senza causare vittime o feriti. Le autorità cittadine hanno già proclamato il coprifuoco dalle 22 di oggi, domenica 1° maggio alle 17 del 3.
A Mariupol, secondo quanto riporta l’agenzia stampa russa Tass, 25 civili tra cui 6 minori di 14 anni, sono usciti dall’acciaieria Azovstal, ma, riferisce l’Ansa, i piani per la completa evacuazione faticano a partire. Nell’acciaieria rimarrebbero ancora centinaia di civili ed alcuni militari ucraini.

30/04 – 17.20 Sale a 104.577 il numero dei profughi ucraini giunti a oggi in Italia
Sale a 104.577 il numero dei profughi ucraini giunti fino ad oggi in Italia. Secondo i dati segnalati dal Viminale, 54.111 sono donne, 13.426 uomini e 37.039 minori. Le città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna. L’incremento, rispetto a ieri, è di 623 ingressi nel territorio nazionale.
(Immagine Ministero degli Interni)

30/04 – 9.53-  È online la piattaforma della Protezione Civile, per richiedere il contributo di sostegno economico
È online la piattaforma del Dipartimento della Protezione Civile che permette ai profughi ucraini giunti in Italia, che abbiano presentato domanda di permesso di soggiorno per protezione temporanea, di richiedere il contributo di sostentamento per sé, per i propri figli e per i minori di cui abbiano tutela legale.
Il contributo, che ha l’obiettivo di offrire un primo sostegno economico in Italia, è destinato, come si legge sulla piattaforma, a chi ha trovato una sistemazione autonoma, anche presso parenti, amici o famiglie ospitanti e viene riconosciuto per un massimo di tre mesi dalla data riportata sulla ricevuta di presentazione della domanda di permesso di soggiorno per protezione temporanea.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito della Protezione Civile QUI

29/04 – 17.00 – Coprifuoco a Odessa
LE autorità di Odessa hanno proclamato un coprifuoco dalle ore 22 del primo maggio alle 5 del mattino del 3 maggio. La situazione nella zona è sempre più tesa, con il carburante che sta ormai scarseggiando e il razionamento di un massimo di 10 litri ad autovettura.

29/04 – 14.30 – Mattarella: “Il traguardo è la pace”
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato l’Istituto Salesiano “G.Bearzi” di Udine, la scuola di Lorenzo Parelli, il ragazzo che il 21 gennaio scorso perse la vita in un incidente mentre svolgeva l’ultimo giorno di tirocinio in una fabbrica di Lauzacco. Nel discorso tenuto agli studenti, i docenti e le autorità nella palestra della scuola, Mattarella ha fatto un richiamo anche alla situazione in Ucraina, sottolineando il dovere di sostenere la resistenza del popolo ucraino, ma ribadendo che “Il traguardo di umanità a cui è necessario tendere resta la pace. Ben lo sanno i giovani, ai quali la Repubblica, in questi 76 anni, ha saputo assicurare la pace. La pace, che è inscindibilmente connessa alla libertà, al diritto, alla giustizia, allo sviluppo nel benessere dei nostri Paesi e delle nostre città”.
QUI il discorso completo di Sergio Mattarella

29/04 – 09.50 – Bombe su Kiev durante la visita del Segretario Generale dell’ONU
Non è stato il bombardamento più violento né, per fortuna, il più sanguinoso, ma probabilmente è stato il più significativo e preoccupante quello avvenuto ieri poemriggio: 5 missili lanciati dai russi si un edificio residenziale di Kiev proprio mentre era presente in città il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Un vero e proprio “schiaffo” agli sforzi della diplomazia di trovare una soluzione al conflitto. Lo stesso Guterres si è definito “scioccato”, mentre l’alto rappresentante per la politica estera UE Josep Borrell ha rincarato la dose in un tweet scritto durante la notte: “Scioccato e sconvolto per l’attacco missilistico russo su Kiev e altre città ucraine. La Russia dimostra ancora il suo sfacciato disprezzo per il diritto internazionale bombardando una città mentre il segretario generale delle Nazioni Uniti Antonio Guterres è presente, nello stesso momento del primo ministro bulgaro Kiril Petkov”.

28/04 – 15.15 – 5,4 milioni di rifugiati
Anche l’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) ha aggiornato il suo conteggio sui profughi che hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio del conflitto: sono 5.372.854. 55 mila lo hanno fatto nelle ultime 24 ore.

28/04 – 12.40 – Oltre 102 mila profughi in Italia
Nuovo aggiornamento sui numeri dei profughi arrivati finora in Italia dall’Ucraina. Secondo quanto riportato dal Viminale, alle 10:53 di Giovedì 28 aprile le persone entrate in Italia in fuga dalla guerra sono 102.654. Di queste, 53.132 sono donne, 12.958 uomini e 36.564 minori.
L’incremento nelle ultime 24 ore è di 882 nuovi ingressi

28/04 – 12.25 – Cresce la tensione
Purtroppo la giornata odierna registra un aumento della tensione e del tono delle dichiarazioni, da una parte e dall’altra. La Nato, per bocca del segretario generale Jens Stoltenberg ha detto di essere pronta ad accogliere “a braccia aperte” Svezia e Finlandia all’interno dell’alleanza. La Russia, da parte sua, continua a interpretare queste aperture come provocazioni e ribadisce di essere pronta a rispondere con mezzi “fionra mai utilizzati”.
Sul campo, intanto, proseguono i bombardamenti, sia verso Mariupol (dove oggi l’ONU ta provando a organizzare un nuovo corridoio umanitario) sia su depositi di armi e altre città dell’est del Paese.

27/04 – 18.15 – Oltre 101mila profughi arrivati in Italia dall’Ucraina
Nuovo aggiornamento sul numero di profughi arrivati finora in Italia dall’Ucraina. Secondo i dati del Viminale sono 101.772, di cui 52.623 donne, 12.747 uomini e 36.402 minori. L’incremento nelle ultime 24 ore è di “soli” 568 ingressi.
(foto in apertura – Avvenire – L’ego Hub)

27/04 – 14.35 – Sale la paura in Transnistria
Anche oggi non sono mancate le esplosioni e gli attacchi di natura “misteriosa” in Transnistira, (territorio separatista filorusso della Moldova), e anche oggi non sono mancate le reciproche accuse, con Mosca che parla di provocazioni di milizie locali e l’Ucraina che sospetta degli attacchi pretestuosi effettuati dagli stessi russi per avere il pretesto per una prossima operazione militare sul territorio. Avvenire, pubblica un lungo artiolo in cui riporta anche le parole del parroco di una chiesa di Tiraspol, la capitale, minacciato dai ervizi segreti dopo le sue parole sulla pace. D’altra parte il territorio è da tempo conteso e nelle ultime settimane ha visto aumentare la presenza di militari russi (che a Mosca chiamano “forze di pace”) così come di persone ucraine scappate dal proprio Paese, che si sono fermate qui nonostante si sappia che il governo locale autoproclmato è legato a duppio filo a Putin. Il governo moldavo predica la calma, ma la paura che la guerra arrivi anche lì è una minaccia con cui ormai bisogna fare i conti.


27/04 – 12.55 – Movimenti alle frontiere con la Moldova
Con l’intensificarsi delle azioni militari nel sud dell’Ucriana proseguono e si intensificano i movimenti alla frontiera con la Moldova. Nelle ultime 24 ore tra 26 e 27 aprile sono entrati in Moldova dall’Ucraina 4.444 persone, di cui 1.877 minori. In totale, però, i movimenti lungo il confino con l’Ucraina sono stati 10.795, segno di come siano più le persone andate verso questo Paese che non quelle in uscita.
Dalla frontiera di Palanca, la più vicina rispetto a Odessa, dove Ai.Bi. è attiva con una propria tenda per dare assistenza ai profughi, sono transitate 2.695 persone (tra ingresso e sucita dalla Moldova).

27/04 – 11.10 – Nuovo appello di Papa Francesco: “Tacciano le armi”
“Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace. Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra sentano il grido di pace dell’intera umanità! Dio vi benedica!”. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco durante l’udienza generale: un nuovo invito del Pontefice alla pace, in riferimento alla situazione in Ucraina.
Sul campo, intanto, proseguono i combattimenti: in mattinata i russi hanno rivendicato la distruzione di un deposito di armi a Zaporizhzhia, città verso la quale si sono intensificati i bombardamenti.
Al momento, però, la notizia più rilevante arriva dal fronte del fronte delle decisioni politiche, con Putin che ha chiuso la fornitura del gas a Polonia e Bulgaria. Immediato il commento del presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha definito “ingiustificato e inaccettabile” il fatto di utilizzare la fornitura di gas come strumento di ricatto.

26/04 – 15.50 – Esplosioni in Transnistria
Dopo le parole di venerdì del generale russo Rustam Minnekayev, che aveva esplicitamente detto che il “completo controllo del sud dell’Ucraina” avrebbe permesso anche l’accesso alla Transnistria (territorio separatista filorusso della Moldova), oggi, proprio in Transnistria, si sono registrate alcune esplosioni. Immediatamente, il governo locale ha parlato di “attacchi terroristici”, versione riportata anche dai media di Mosca. Il Ministro della Difesa dell’Ucraina, invece, ha imputato l’attacco alle stesse forze russe, in un tentativo di destabilizzare la situazione e creare il pretesto per poter invadere anche quel territorio. D’altra parte lo schema messo in atto è qualcosa di già ampiamente visto in passato, non ultimo proprio per giustificare l’ingresso nel Donbass. Da tempo molti analisti indicano la Transnistria e la Moldova come i prossimi obiettivi della Russia per aumentare il suo controllo su tutta la zona.

25/04 – 19.00 – “Cessate il fuoco” a Mariupol. La vice premier ucraina: “Nessun accordo è stato raggiunto”
La vice premier ucraina Irina Vereschuk ha dichiarato che nessun accordo è stato raggiunto per l’apertura di un corridoio umanitario, oggi, nella città di Mariupol.
In Italia continua l’esodo dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Secondo i dati del Ministero dell’Interno ad oggi sono 100.754 di cui 36.134 minori.

25/04 – 14.00 Forze russe annunciano il “cessate il fuoco” per evacuare i civili rimasti nell’acciaieria di Mariupol
Fonti della difesa russa hanno annunciato a partire dalle 14.00 di oggi, lunedì 25 aprile (ora di Mosca), l’interruzione delle ostilità a Mariupol, per permettere l’evacuazione dei civili (lavoratori, donne e bambini) presenti nell’acciaieria Azovstal. A riportarlo è Adnkrons.
Sempre l’agenzia di stampa riporta che il direttore delle Ferrovie ucraine, Olexandr Kamishin, ha reso noto come 5 stazioni ferroviarie nel centro e nell’ovest dell’Ucraina siano state colpite da missili russi e come questi attacchi abbiano procurato delle vittime.

24/04 – 17.15 – Messa di Pasqua a Bucha
Nel giorno che celebra la Pasqua ortodossa, è stata celebrata la messa anche nella chiesa di Sant’Andrea a Bucha, quella vicino alla quale sono state trovate le fosse comuni. Alla cerimonia non c’erano molte persone, ma è stato comunque un bel segnale e un messaggio di speranza.
Intanto sono stati aggiornati i numeri dei profughi: secondo l’UNHCR sono 5,2 milioni le persone che hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio della guerra, mentre 7,7 milioni sono gli sfollati interni.
In Italia superata quota 100 mila: l’aggiornamento del Ministero degli Interni riporta un totale di 100.306 profughi, di cui 51.880 donne, 12.426 uomini e 36.000 minori

24/04 – 9.15 – Si aggrava il bilancio del bombardamento su Odessa
Sale a 8 il numero delle persone rimaste uccise nel bombardamento di Odessa. Confermato, purtroppo, che tra le vittime ci sono anche una mamma e la figlia di 3 mesi (nel tweet, sotto, le foto postate dal papà della piccola e marito della donna). Nel suo discorso quotidiano, il presidente ucraino Zelensky ha detto che i missili che hanno colpito l’edificio residenziale e un altro obiettivo militare sono stati in tutto sette.


23/04 – 16.40 – Bombe su Odessa
Le prime notizie sono iniziate ad arrivare verso le 14. Dopo un paio d’ore, le prime immagini sembrano avere confermato un attacco missilistico russo sulla città di Odessa: secondo quanto riporta l’ufficio della presidenza ucraina, nell’attacco, che ha colpito anche due strutture residenziali, potrebbero essere rimaste uccise almeno 5 persone, tra loro, scrive il Corriere della Sera, anche un bambino di 3 mesi. 18 i feriti

23/04 – 15.20 – 208 bambini uccisi
In guerra, purtroppo, anche una notizia del genere può diventare una “buona notizia”, ovvero quella che negli ulltimi due giorni il numero dei bambini morti durante il conflitto non sia aumentato. Secondo quanti riportano del stime del procuratore generale di Kiev, infatti, i bambini che hanno perso la vita finora dall’inizio della guerra sono 208. Cresce, perà, li numero dei feriti, arrivato a 595.
In totale, secondo l’ONU, le vittime civili della guerra in Ucraina sono 2.435 morti. 2.946 i feriti. Numeri di per sé già notevoli, ma che sicuramente sono sottostimati rispetto alla realtà, al momento ancora impossibile da certificare.

23/04 – 11.45 – Quasi 100mila profughi arrivati in Italia
Il nuovo arriognamento del Ministero degli Interni conta 99.393 persone entrate in Italia dall’Ucraina dall’inizio della guerra. Di queste, 51.391 sono donne, 12.191 uomini e 35.811 minori.
Numero notevoli, ma che impallidiscono di fronte a quelli riferiti dalla guardia di frontiera polacca, secondo cui dal 24 febbraio sono entrati nel Paese 2,9 milioni di rifugiati. Tenendo conto che prima del conflitto la popolazione ucraina contava 44 miliani di unità, significa che un ucraino su 15 ha trovato momentaneamente riparo in Polonia.

23/04 – 10.00 – La strage possibile a Mariupol
Secondo il consueto rapporto dell’intelligence britannica, l’esercito russo non è avanzato in maniera sensibile durante l’ultima giornata di guerra: i contrattacchi ucraini, compresi quelli sempre in corso all’acciaieria Azovstal di Mariupol, starebbero rallentando le operazioni.
Da Mariupol, intanto, emergono altre immagini satellitari che fanno pensare alla presenza di almeno due grandi fosse comuni, che potrebbero contenere migliaia di corpi. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal  si è spinto a dire che l’assedio di Mariupol ha portato alla morte di 20 mila ucraini, ponendosi come una delle più grandi catastrofi umanitarie di questo secolo.

22/04 – 13.40 – La Russia vuole il controllo di tutto il sud dell’Ucraina
Sono parole davvero preoccupanti quelle rilasciate dall’importante generale russo Rustam Minnekayev. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa TASS e Interfax il vice comandante delle forze del distretto militare della Russia centrale ha dichiarato che l’obiettivo della seconda fase dell’ “operazione speciale” è il completo controllo del Donbass e di tutto il sud dell’Ucraina. Questo permetterebbe anche l’accesso alla Transnistria, territorio separatista filorusso della Moldova, dove, sempre secondo le parole del generale: “Sono stati osservati casi di oppressione della popolazione di lingua russa”. Dichiarazioni che sono da prendere con cautela, naturalmente, ma che per la prima volta esplicitano i reali obiettivi russi che gli analisti da settimane ipotizzano e, soprattutto, apre alla possibilità che il conflitto si sposti anche nella vicina Moldova.

22/04 – 11.45 – Niente tregua per la Pasqua ortodossa
L’aveva provata a chiedere ufficialmente l’ONU, d’accordo con il capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk. All’invito si era unito anche Papa Francesco, che in un comunicato, in cui si legge che “Nulla è impossibile a Dio”, ha affermato l’unione della Santa Sede all’appello per una tregua delle ostilità in Ucraina in vista della Pasqua ortodossa, che si celebra il 24 aprile. Ma, a quanto riferito dal Presidente ucraino Zelensky, la Russia ha respinto la proposta di stabilire una tregua per la Pasqua”.
Nella giornata odierna, inoltre, al momento pare non saranno organizzati tentativi di evacuazione e corridoi umanitari

21/04 – 18.30 – Nuovi aiuti USA all’Ucraina
Il Presidente degli Stati Uniti Biden ha annunciato di aver stanziato un altro pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, per un totale di 800 milioni di dollari. Nella stessa giornata, i parlamenti di Estonia e Lettonia hanno definitio ufficialmente un “genocidio” quello che la Russia sta compiendo in Ucraina.

21/04 – 10.45 – Basta assalti all’acciaieria Azovstal: per i russi, Mariupol è ormai conquistata
È sempre Mariupol, al momento, il luogo su cui si concentrano le attenzioni delle operazioni militari in Ucraina: ieri la vice prima ministra Iryna Vereshchuk aveva denunciato il fallimento dell’evacuazione programmata. Oggi, però, ha fatto sapere su Talegram che almeno 4 autobus sono riusciti a portare qualche civile in salvo dalla città assediata ormai da quasi due mesi. Oggi verranno effettuati altri tentativi, ma le condizioni di sicurezza sono quantomai precarie. Vero è che Putin, in una intervista televisiva, ha dichiarato di sospendere l’assalto all’acciaieria Azovstal, ultima roccaforte in cui i soldati ucraini e, pare, diversi civili, sono asserragliati. L’esercito russo dovrebbe limitarsi a circondarla e garantisce di “trattare con umanità” chiunque deciderà di arrendersi. Rimane da vedere, ora che, di fatto, il Presidente russo ha dichiarato Mariupol città ormai nelle mani della Russia, cosa si farà per la popolazione civile ancora presente.

20/04 – 14.30 – La visita a Kiev del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel
Senza che fosse stato annunciato in precedenza, nella mattina di mercoledì 20 aprile è arrivato a Kiev il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Quella dell’ex primo ministro del Belgio è la seconda visita di un rappresentante di alto livello dell’Unione Europea in Ucraina, dopo quella della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Michel, una volta arrivato, ha resa nota la sua presenza a Kiev con un significativo tweet, in cui ha detto di trovarsi nel “cuore di un’Europa libera e democratica”.

20/04 – 11.30 – 205 i bambini morti in Ucraina dall’inzio della guerra
L’Ufficio del Procuratore generale di Kiev ha fatto sapare che, al 20 aprile, il numero dei bambini morti in Ucraina dall’inizio del conflitto è rimasto stabile a 205. Salgono, però, i feriti, arrivati a 373.
Intanto, sul fronte delle operazioni militari, il vice primo ministro dell’Ucraina Iryna Vereshchuk ha confermato che in giornata dovrebbe essere aperto un corridoio umanitario per evacuare da Mariupol 6 mila cittadini.

19/04 – 17.10 – Bomba sull’ospedale di Mariupol

Mentre il Presidente degli Stati Uniti si è sentito telefonicamente con i leader dei principali paesi europei, presumibilmente per concordare i prossimi passi in risposta alla guerra in Ucraina, secondo quanto riferito da un Tweet di un parlamentare ucraino, i russi hanno bombardato l’ospedale di Mariupol. Nell’edificio, uno dei pochi che era rimasto più o meno integro dopo settimane di bombardamenti, potrebbero trovarsi fino a 300 persone. Naturalmente si tratta di notizie al momento molto difficili da confermare, ma in linea con quanto accade da tempo nella martoriata città del sud dell’Ucraina.

19/04 – 12.10 – Si intensifica l’offensiva nel Donbass
Ormai l’offensiva russa nel Donbass si è intensificata: non solo si continua a combattere a Mariupol, dove pare che sia stato dato un nuovo ultimatum ai soldati ucraini che ancora stanno difendendosi all’interno dell’acciaieria Azovstal, ma le operazioni militari occupano ormai un fronte ben più ampio, secondo la BBC di 480 km.
Oggi non sono dunque previsti corridoi umanitari dalle zone più in difficoltà, mentre le autorità ucraine continuano a invitare la popolazione a lasciare comunque l’est del Paese.
Sul fronte della diplomazia la situazione pare decisamente in stallo, con il presidente francese Macron che, dopo essere stato tra i leader che hanno più spesso parlato con Putin dall’inizio della guerra, ha affermato che dopo i fatti di Bucha “la situazione è cambiata” e le comunicazioni con il Presidente russo si sono interrotte”.

18/04 – 19.50 – Ad oggi, sono 96.512 i profughi ucraini giunti in Italia
Secondo l’ultimo aggiornamento del Ministero dell’Interno sono 96.512 le persone in fuga dalla guerra in Ucraina arrivate ad oggi, in Italia. 49.900 sono donne e 35.133 minori. L’incremento, rispetto alla giornata di ieri è di 560 ingressi nel territorio nazionale.
(immagine di copertina credit Ministero Interno)

18/04 – 8.40 – 150 bambini portati via con la forza a Mariupol
Circa 150 bambini sarebbero stati portati via con la forza da Mariupol, dai militari russi. A renderlo noto è il Crimean Human Rights Group. Molti di loro, erano ricoverati negli ospedali e non erano orfani. Secondo Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, molti dei minori sono stati portati via senza i loro genitori. A riportarlo sono le agenzie di stampa Ansa e Adnkronos.

17/04 – 10.10 – I colori della Pasqua al MoldExpo
Nella notte sono stati effettuati altri bombardamenti a Kiev, ma è sempe a Mariupol la zone dove il conflitto è più intenso. Secondo fonti russe la città è ormai completamente nelle sue mani ed è stato dato un ultimatum per arrendersi agli ultimi soldati ucraini che ancora stavano combattendo in situazione disperata. Intanto ha riaperto l’ambasciata italiana a Kiev, come annunciato in un video dello stesso ambasciatore Pier Francesco Zazo sull’account della Farnesina

16/04 – 11.00 – I colori della Pasqua al MoldExpo
Intanto, in Moldova, non si fermano le attività di animazione e di accoglienza dei profughi nei campi allestiti nel Paese. Al MoldExpo di Chisinau, dove Ai.Bi. è presente e attiva fin dai primissimi giorni dopo lo scoppio del conflitto, le animatrici hanno allestito e colorato lo spazio dedicato ai bambini con i colori della Pasqua. Con la speranza che, davvero, sia una Pasqua di rinascita e di rinnovata speranza nel futuro per tutti.

16/04 – 10.30 – 30mila persone al giorno rientrano a Kiev
Nella notte alcune zone della città di Kiev sono state colpite dalle bombe. Proprio per questo, il sindaco Vitali Klitschko ha invitato la popolazione a non tornare in città, visto che ancora la sicurezza non può essere garantita. Nonostante questo, però, negli ultimi giorni le autorità di frontiera e le Nazioni Unite hanno confermato un costante flusso di persone che rientrano a Kiev: si parle di circa 30 mila persone al giorno, 870mila dalla fine di febbraio.

15/04 – 17.30 – Allarme adozione illegale di minori ucraini
Il ministero degli esteri ucraino lancia l’allarme sulla minaccia di possibili adozioni illegali di bambini ucraini da parte di cittadini russi. Desta preoccupazione per il ministero ucraino anche l’intenzione di Mosca di firmare accordi con l’Ordlo (i territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Luhansk), che consentirebbero, come spiega il Messaggero, il trasferimento degli orfani deportati illegalmente dall’Ucraina a famiglie russe. Azioni qualificate da Kiev come sequestro di persona.

15/04 – ore 9.40 – 198 minori hanno perso la vita dall’inizio della guerra
Secondo i dati dell’ufficio del procuratore generale ucraino, riportati da AdnKronos, dall’inizio della guerra ad oggi almeno 198 minori hanno perso la vita e più di 355 bambini sono rimasti feriti a causa dei combattimenti. Le cifre, precisa l’ufficio del procuratore, non sono definitive. La maggior parte delle vittime si registrerebbe nella regione di Donetsk, di Kiev e di Kharkiv.

14/04 – ore 16.40 – Danneggiato “seriamente” l’incrociatore russo Mosca
Sul campo di battaglia, la notizia più rilevante della giornata è il danneggiamento dell’incrociatore russo Mosca. Secondo fonti ucraine, la nave è stata colpita da due missili. I russi sostengono, invece, che a creare i problemi sia stata l’esplosione di diverse munizioni a causa di un incendio. Ancora non ci sono conferme indipendenti, ma sicuramente per la Russia si tratta di una perdita importante dal punti di vista militare e “simbolico”, per l’importanza dell’ammiraglia.
(immagine in apertura Dnipro Today)

14/04 – ore 11.15 – Oltre 92 mila profughi arrivati in Italia
L’ultimo aggiornamento del Ministero dell’Interno, arrivato questa mattina, porta a 92.716 il numero delle persone arrivate in Italia dall’Ucraina dall’inizio del conflittto. Di queste, la maggioranza sono donne (47.927), seguite dai minori (34.223) e gli uomini (10.566).
Riguardo i minori, in particolare, il Commissario delegato per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina, Francesca Ferrandino, ha aggiornato il piano adottato il 25 marzo scorso. Come riporta il sito del Ministero: “Sono state specificate con maggiore dettaglio le modalità di implementazione del Sistema informativo minori, al fine di agevolare il censimento realizzato attraverso quel sistema”.
La ulteriori misure specificano che “sin dai primi contatti tra Istituzioni ucraine e associazioni promotrici dei trasferimenti, devono essere informati il dipartimento della Protezione civile, il dipartimento Libertà Civili e Immigrazione e il dipartimento della Pubblica sicurezza”. Inoltre “almeno dieci giorni prima del trasferimento effettivo l’associazione promotrice deve fornire alle autorità competenti, anche a livello locale, ogni informazione utile, compresa la presenza di eventuali ulteriori motivi di vulnerabilità e bisogni speciali, la presenza di accompagnatori, gli eventuali provvedimenti di tutela e rappresentanza legale adottati dalle autorità ucraine oltre alle misure di accoglienza predisposte”.
Infine, una volta ricevuta la comunicazione dell’associazione promotrice, la prefettura è tenuta a attivare, d’intesa con il Commissario delegato, un Tavolo di coordinamento con le Istituzioni coinvolte anche per programmare risposte adeguate sotto il profilo educativo e sanitario.
QUI la nota completa del Ministero
foto in paertura: Imagoeconomica. Da sito https://www.interno.gov.it/)

13/04 – ore 15.40 – Quasi 2000 civili morti dall’inizio della guerra
La guerra in Ucraina sta vivendo fasi che si possono definire interlocutorie, con le truppe russe che si stanno riposizionando verso la zona del Donbass dove tutti gli analisti si aspettano, a breve, la prossima, massiccia, offensiva. Nel frattempo, nelle zone del nord lasciate dall’esercito russo, si contano i morti: finora, secondo il vice procuratore della regione di Kiev, nella città tornate sotto il controllo ucraino sono stati contati 765 civili, ma si tratta di un conteggio ancora del tutto provvisorio.
Altro aggiornamento sui morti è stato fatto dall’Alto Commissario dell’ONU, che ha riferito come dall’inizio del conflitto siano rimasti uccisi 1892 vicili e altri 2558 siano rimasti feriti. Anche in queto caso, però, il conteggio è destinato a crescere.

13/04 – ore 11.40 – Papa Francesco: “La guerra è un oltraggio a Dio”
Papa Francesco torna a parlare della guerra in Ucraina durante l’udienza generale, e lo fa con nuove parole di forte condanna: “Ogni guerra  – ha affermato – rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso dio di questo mondo.” Da qui il richiamo alla pace di Gesù, che “non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre: lo sappiamo bene. La pace del Signore segue la via della mitezza e della croce: è farsi carico degli altri. Cristo, infatti, ha preso su di sé il nostro male, il nostro peccato e la nostra morte. Ha preso su di sé tutto questo. Così ci ha liberati. Lui ha pagato per noi. La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sé”.

12/04 – ore 15.20 – Bombardata la Caritas di Mariupol: 7 vittime
Le bombe non risparmiano niente e nessuno, a Mariupol. Stamattina è stata colpita da un carro armato la sede della Caritas della città: a riportarlo è la presidente della Caritas Ucraina, che ha precisato come nell’attacco siano rimaste uccise sette persone, di cui 2 dello staff.

12/04 – ore 11.20 – Ucraina: scappati i due terzi dei bambini
Se la guerra è un punto di domanda sul futuro di un popolo, quella che si sta combattendo in Ucraina appare più come un “macigno”: secondo gli ultimi dati dell’Unicef, infatti, i due terzi dei bambini residenti in Ucraina hanno abbandonato il Paese in meno di 50 giorni di conflitto. Si parla di 4,8 milioni di bambini su un totale, di prima della guerra, di 7,5 milioni. Un esodo che il direttore dei programmi di emergenza dell’UNICEF Manuel Fontaine ha detto di “non aver mai visto” in 31 anni di lavoro.

11/04 – ore 15.20 – Si intensifica l’arrivo di porfughi in Moldova
Dopo qualche giorno in cui il flusso di profughi verso la Moldova si era un po’ arrestato, l’annuncio della nuova strategia russa e l’invito delle autorità ucraine a lasciare le zone sud-orientali del Paese ha ridato impulso alla fuga della popolazione. Proprio oggi, nel portare i consueti aiuti alla frontiera di Palanca, l’equipe di Ai.Bi. ha potuto constatare personalmente l’aumento degli arrivi di profughi, in particolare dalle città di Mykolaïv, Cherson e Odessa.

11/04 – ore 14.40 – Il cancelliere austriaco Nehammer in visita a Mosca
Se sul fronte delle operazioni militari la situazione è ancora piuttosto stazionaria, sul piano degli incontri e delle trattative l’evento più rilevante è la visita a Mosca del cancelliere austriaco Karl Nehammer, il primo leader di un Paese europeo a incontrare personalmente Vladimir Putin dall’inizio della guerra. Secondo quanto riportato anche dall’agenzia russa Tass, al centro dei colloqui ci sarà la questione del gas.

11/04 – ore 11.00 – Si prepara una nuova offensiva nel Donbass
Secondo diverse analisi la Russia è pronta a sferrare una nuova offensiva militare nel Donbass e, più in generale, nella parte sud-orientale dell’Ucraina. Dopo il ritiro da Kiev e le zone più a nord, le truppe si stanno spostando e riposizionando per aumentare la pressione nella parte del Paese già da settimane sotto assedio. Le autorità ucraine continuano a invitare la popolazione a lasciare quelle zone e nello stesso tempo chiedono ulteriori armi all’Occidente per contrastare il nemico.
Intanto, nei territori liberati, continuano a emergere testimonianze terribili: l’ultima a Buzova, dove è stata scoperta una nuova fossa comune con corpi bruciati e con le mani legate. Inoltre, mancano all’appello circa 60 persone di cui si sono perse le tracce.

10/04 – ore 13.00 – Papa Francesco: si inizi una tregua pasquale
Nell’omelia della Santa Messa della Domenica delle Palme, il Papa è tornato a parlare della guerra in Ucraina. E lo ha fatto con parole molto forti, sottolineando come, oggi, nella guerra, si torni a crocifiggere Crito. “Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli – ha detto il Santo Padre-. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli. Cristo è crocifisso lì, oggi.”
Durante l’Angleus, poi, il Papa ha invocato la pace: “Si depongano le armi! Si inizi una tregua pasquale; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no! Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”

10/04 – ore 9.00 – In Italia, ad oggi 33.077 minori ucraini hanno trovato rifugio
È salito a 88.593 il numero delle persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte nel nostro Paese. Secondo i dati del Viminale sono 1.368 in più rispetto al precedente monitoraggio. 33.077 di loro sono minori. Le città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.

9/04 – ore 16.00 – 121 mila bambini sono stati trasferiti con la forza in Russia
Più di 600mila ucraini, tra cui circa 121mila bambini sono stati trasferiti con la forza in Russia. Ad affermarlo in un post su facebook è la responsabile dei diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova, che sottolinea come i residenti della città temporaneamente occupata di Izyum, nella regione di Kharkiv, sono stati trasferiti con la forza in Russia.

09/04 – ore 10.00 Dall’inizio del conflitto almeno 869 scuole sono state danneggiate
Tra gli edifici distrutti dalle bombe dall’inizio del conflitto in Ucraina, vi sono anche moltissime scuole. Secondo il Ministero dell’istruzione e della Scienza Ucraino, dall’inizio del conflitto sono state almeno 869 le strutture scolastiche danneggiate e 83 quelli completamente distrutte. Save The Children denuncia che in media, dal 24 febbraio, ogni giorno sono state 22 le scuole attaccate e 5,5 milioni di bambini, ancora nel Paese, sono rimasti senza istruzione. Orizzonte Scuola rende noto come siano stati 10.064 gli alunni ucraini accolti nelle scuole italiane dall’inizio del conflitto.

08/04 – ore 16.30 Bambini con il numero di telefono scritto sul corpo
Da un paio di giorni è diventata virale la foto di Vira, la bambina ucraina di 2 anni a cui madre ha scritto sulla schiena nome, indirizzo e numero di telefono. Uno stratagemma per rendere possibile in fretta un’eventuale identificazione in caso la guerra le separasse. Purtroppo non si tratta di un caso isolato o di un foto “a effetto”, perché anche ieri, tra i 234 minori non accompagnati accolti in Veneto, i volontari della protezione civile e le autorità ne hanno trovati diversi con il numero di telefono scritto su un braccio, sulla mano o in qualche altra parte del corpo. Un segno terribile della disperazione di un genitore che, per salvare il figlio, è pronto a farlo partire verso qualche altro Paese, con solo un numero di telefono scritto sul suo corpo come legame con chi rimane. E aspetta.

08/04 – ore 13.30 Il bombardamento della stazione di Kramatorsk
Pochi giorni fa, con il ritiro dal nord dell’Ucraina e dalle città vicino a Kiev, la Russia ha esplicitamente indicato come il prossimo obiettivo sia il controllo del Donbass. Proprio per questo, le autorità ucraine hanno lanciato appelli alla popolazione delle città nell’est e nel sud del Paese affinché sfollassero e si mettessero in salvo, prima del previsto intensificarsi degli attacchi. Per questo, in mattinata, la stazione di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, era particolarmente affollata quando c’è stato un violento bombardamento. Al momento le autorità riferiscono di 39 morti e 87 feriti, ma la paura è che i numeri possano salirte ancora.
Nelle ore successive all’attacco, sui social ha iniziato a circolare la foto di un missile con la scritta “per i bambini”. Impossibile, al momento, stabilire chi abbia scritto tale frase di cui non è chiaro anche il significato. C’è chi sostiene, infatti, che quel “per” non sia da interpretare come un “destinato a…”, ma come “per vendicare i…” Possibilità di interpretazioni a cui aggrapparsi per non arrendersi davanti a un’azione che andrebbe al di là di qualsiasi logica umana.
(foto in apertura del Ministero della Difesa ucraino)

08/04 – ore 11.10 Oltre 86 mila i profughi arrivati in Italia
Aggiornamento dei numeri di profughi arrivati in Italia da parte del Ministero degli Interni: a giovedì 8 aprile sono 86.066 le persone in fuga dal conflitto arrivate nel nostro Paese. Di queste, 44.422 sono donne, 9.173 uomini e 32.471 minori.
Sul fronte dei MISNA, invece, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha reso noto che i minori stranieri non accompagnati arrivati finora in Italia sono 1099.

07/04 – ore 16.00 2 mila bambini scomparsi
Si faticano a trovare nuove parole davanti alle notizie che si susseguono dall’Ucraina, specie pensando ai bambini, i soggetti più indifesi e nei confronti dei quali l’orrore della guerra si amplifica. Secondo gli ultimi dati, dall’inizio del conflitto sono 7 milioni e mezzo i bambini sfollati, di cui 2 milioni e mezzo sono usciti dall’Ucraina. Di 2000, invece, non si ha più alcuna traccia: in Europa, lo spettro della deportazione e della tratta non è mai stato così vicino dalla Seconda Guerra Mondiale.

07/04 – ore 16.00 Le auto in file per tornare a Bucha
Mentra continuano ad arrivare notizie terribili dai territori lasciati dai russi dopo l’occupazione (ora è Borodyanka la città dalla quale i giornalisti raccontano scene raccapriccianti), l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi ha documentato le file chilometriche di auto che si dirigono verso Bucha: sono gli abitanti che tornano nella loro città dopo essere sfollati all’arrivo dei russi. Immagini che, nella devastazione, sanno di resilienza caparbietà e, speriamo, rinascita!

07/04 – ore 10.00 Ieri ritrovato il cadavere del piccolo Sasha
Tra i tanti appelli e segnalazioni che si susseguono, qualche giorno fa era circolato molto sui social quello relativo a Sasha, un bambino di 4 anni di cui i genitori non avevano più notizie da quando era stato visto scappare da Kiev con la nonna, rimasta uccisa. Ieri la mamma di Sasha  ha dato la notizia che anche il corpo di suo figlio è stato ritrovato, colpito anche lui, come la nonna, mentre cercava una via verso la salvezza. “Sasha, il nostro piccolo angelo è già in paradiso! Oggi la sua anima ha trovato pace”; queste le parole della mamma di Sasha riportate dall’agenzia Dire.

07/04 – ore 9.45 Ora la guerra si concentra nel Donbass
Secondo quanto riferiscono le intelligence occidentali, l’esercito russo ha ormai lasciato quasi del tutto le zone intorno a Kiev e il nord dell’Ucraina. Al momento, le truppe che fino a pochi giorni fa erano lì faranno tappa in Russia e Bielorussia per riequipaggiarsi prima di riposizionarsi, veresimilmente, nel sud-est del Paese. L’obiettivo chiaro della guerra, infatti, è ormai diventato il Donbass e, probabilmente, la più estesa area meridionale fino a Odessa, così da creare una continuità di territorio con la Crimea e la Russia e togliere l’acesso al Mar D’Azov all’Ucraina.

06/04 – ore 16.15 400 civili dispersi a Hostomel
Continuano ad arrivare notizie di abusi, omicidi e tragedie dai territori dell’Ucraina fino a pochi giorni fa occupati dai russi. Uno degli ultimi allarmi arriva dal sobborgo di Hostomel, nei pressi di Kiev, dove secondo le autorità locali risultano dispersi circa 400 civili: Taras Dumenko, la persona che fa le veci del sindaco, ucciso durante gli scontri, ha dichiarato all’Ansa che di queste 400 persone, con le quali “non riusciamo a stabilire alcun contatto”, una quindicina sono bambini.

06/04 – ore 12.40 Papa Francesco: “Assistiamo all’impotenza dell’ONU”
Papa Francesco, durante l’Udienza Generale incentrata sul suo recente viaggio apostolico a Malta, si è soffermato ancora una volta su quanto sta accadendo in Ucraina, In particolare, il Pontefice ha sottolineato l’impotenza dell’ONU. “Si parla spesso di geopolitica – ha detto il Papa – ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, o influenza ideologica o influenza militare: lo stiamo vedendo con la guerra”.
“Dopo la seconda guerra mondiale – ha proseguito Bergoglio – si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace, ma purtroppo – non impariamo – è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti. E, nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza della Organizzazione delle Nazioni Unite.

06/04 – ore 11.00 Borodyanka come Bucha: un nuovo scenario dell’orrore
Non hanno ancora smessi di arrivare immagini e racconti dell’orrore da Bucha, che già si profila una situaione analoga nella città di Borodyanka, altra città nei sobborghi di Kiev occupata per settimane dai russi, oggi ritiratisi.
Nel frattempo, gli USA hanno annunciato un inasprimento delle sanzioni, mentre sul versante degli scontri, proseguono le operazioni nella zona orientale del Paese, in particolare nella città di Sloviansk.

05/04 – ore 17.00 La Commissione Europea propone nuove sanzioni
Come ventilato dopo la diffusione delle terribili immagini di Bucha, la Commissione Europea ha proposto un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La principale misura dovrebbe essere lo stop all’importazione di carbone, mentre per quanto riguarda il gas naturale non dovrebbero esserci deciioni.
Le misure dovranno eesere approvate dai Paesi membri dell’Unione per diventare effettive.

05/04 – ore 10.00 Non si fermano gli orrori che arrivano da Bucha
È ancora la strage di Bucha a occupare le prime pagine di siti e giornali, con sempre maggiori foto e maggiori dettagli delle atrocità compiute. La Russia continua a negare ogni responsabilità e rivolge a sua volta accuse all’Occidente, ma sempre più prove arrivano da giornali e fonti indipendenti che confermano la responsabilità dei soldati di Mosca per quanto successo. Il Presidente ucraino Zelensky, in nottata, ha parlato di almeno 300 persone “torturate e uccise”, ma facilmente il numero verrà superato. Oltre al fatto che altre città abbandonate dai russi potrebbero rivelare scenari analoghi.
Se nel nord del Paese si contano i morti, nel sud proseguono i bombardamenti, ora particolarmente intensi attorno alla città di Mykolaiv, strategica per poter poi puntare su Odessa, obiettivo che permetterebbe ai russi di chiudere l’accesso al Mar d’Azov all’Ucraina e creare una continuità con la Crimea e la Russia.

04/04 – ore 18.10
Anche oggi a Mariupol non sono riuscite le evacuazioni. Un altro giorno in cui i 160 mila abitanti che si stima siano ancora in città non hanno potuto raggiungere la salvezza. Da giorni i pensieri di tutti vanno alla città ucraina più martoriata dal conflitto che, ora, trova l’ideale sostegno anche di tanti russi. Su Telegram, infatti, si moltiplicano le foto dei memoriali creati in molte città russe. Piccoli croci di legno, accompagnate da un fiore, un lumino, un disegno, un messaggio… per dimostrare la propria vicinanza e gridare al mondo, per quanto si riesce, che anche in Russia c’è chi si schiera contro l’assurdo massacro in corso in Ucraina

04/04 – ore 12.15  83.100 i profughi arrivati in Italia dall’inizio del conflitto
Nuovo aggiornamento da parte del Ministero dell’Interno sul numero di profughi arrivati nel nostro Paese dall’inizio della guerra in Ucraina. Alle ore 11:00 di lunedì 4 aprile si contano complessivamente 83.100 profughi, dei quali 42.879 donne, 8.551 uomini e 31.670 minori.

04/04 – ore 10.10  Lutto nazionale in Moldova per le vittime dell’Ucraina
Oggi, lunedì 4 aprile, la Moldova osserva una giornata di lutto nazionale per le vittime del conflitto in Ucraina. Sconvolti, come tutti, dalla immagini agghiaccianti che arrivano da Bucha dei cadaveri per la strada di donne, bambini e anziani massacrati… le autorità del piccolo Paese che condivide un lungo confine con l’Ucraina hanno deciso di dichiarare il lutto nazionale.
D’altra parte la condanna è unanime da parte di tutti i leader europei, mentra da Mosca è arrivato il commento della portavoce del Ministero degli Esteri che in un’intervista ha detto di ritenere le foto dei civili uccisi parte di un “complotto contro la Russia”.
Purtroppo, anche davanti ad atrocità così evidenti, serve ricordare che le immagini di Bucha non arrivano solo da fonti ucraine, ma da un numero sempre maggiore di fonti indipendenti: giornalisti che, una volta che i russi si sono ritirati, sono potuti arrivare sul territorio per documentare tutto quello che in queste ore viene rilanciato su siti e giornali di (quasi) tutto il mondo.

03/04 – ore 17.10  Bombardata Odessa. Orrore esecuzione civili a Bucha.
Questa mattina, come confermato dallo stesso ministero della difesa di Mosca, c’è stato un intenso bombardamento su Odessa. La città portuale ucraina, una di quelle strategicamente più importanti, era stata finora risparmiata dagli attacchi più intensi dei russi. Il bombardamento di oggi potrebbe essere una conferma della “nuova strategia” della guerra da parte di Putin che, ritiratosi dal nord del Paese, concentrerà i suoi sforzi nel Donbass e nella parte meridionale dell’Ucraina.
Intanto, le truppo che si ritirano dal nord dell’Ucraina lasciano dietro di sè immagini agghiaccianti: decine e decine di corpi di civili uccisi e lasciati lungo le strade, spesso con le mani legate dietro la schiena. Non si capisce se in segno di “avvertimento” per dimostrare ciò che capita a opporsi all’esercito russo o per quale altro motivo.

03/04 – ore 9.00  Sono almeno 158 i minori uccisi in Ucraina dall’inizio del conflitto
Sono 158 i minori uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina. Ha dichiararlo è l’Ufficio del Procuratore Generale di Kiev, che segnala anche come siano 254 i bambini rimasti feriti nel corso del conflitto, ma i numeri potrebbero essere più alti. Le vittime si contano in particolare nella città di Mariupol e nelle regioni di Kiev, Chernihiv e Luhansk.

02/04 – ore 16.00
Nuovo, consueto, aggiornamento da parte del Ministero dell’Interno sui profughi arrivati in Italia dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Secondo il Viminale, alla data di sabato 2 aprile, ore 10:48, sono arrivate nel nostro Paese 80.622 persone, di cui 41.614 donne, 8.111 uomini e 30.897 minori.

02/04 – ore 12.00
Papa Francesco è a Malta per il suo 36° viaggio apostolico, ma naturalmente non dimentica l’Ucraina. Anzi, secondo quando riferiscono i giornalisti che accopmagnano il Santo Padre, sull’aereo, a specifica domanda di uno di loro se fosse o meno possibile prendere in considerazione una sua visita a Kiev, Bergoglio ha rispoto che, effettivamente, l’ipotesi “è sul tavolo”.

02/04 – ore 10.40
Nonostante le oltre 2 mila persone evacuate da Mariupol nella giornata di ieri, l’evacuazione non è andata come le autorità ucraine speravano e la stessa Croce Rossa ha ammesso di essere stata costretta a fermare le operazioni perché non c’erano le condizioni di sicurezza. Oggi si procederà a un nuovo tentativo: in città, infatti, rimangono ancora circa 160 mila persone che da settimane vivono senza avere cibo, acqua corrente, riscaldamento e connessione internet.

01/04 – ore 18.20
Finalmente da Mariupol sono riusciti a evacuare circa 2 mila civili. Sono queste le notizie che circolano dal primo pomeriggio, insieme ad alcune immagini che mostrano i mezzi della Croce Rossa scortare bus e auto private verso Zaporizhzhia. Non ci sono state ancora dichiarazioni ufficiali da parte delle autorità ucraine, ma finalmente, dopo settimane drammatiche, per una parte almeno della popolazione ancora intrappolata a Mariupol si è aperta la strada verso una possibile salvezza.

01/04 – ore 13.15
Nuovo aggiornamento del Ministero dell’interno sui profughi arrivati in Italia dall’Ucraina: a venerdì 1 aprile si tratta di 79.047 persone, di cui 40.780 donne, 7.800 uomini e 30.467 minori.

01/04 – ore 12.20
Per la prima volta dallo scoppio della guerra, oggi è a Kiev una dei più importanti leader dell’Unione Europea: si tratta della Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, in carica da qualche mese dopo la morte di David Sassoli. La stessa Metsola ha confermato il viaggio in mattinata con un semplice tweet in inglese e ucraino: “On my way to Kyiv”

01/04 – ore 09.40
Potrebbe essere oggi il giorno dei corridoi umanitari da e per Mariupol: nel corso della mattina sono arrivate alcune rassicurazioni da parte della Russia, ma naturalmente è tutto molto in bilico, visti i precedenti. Gli autobus sono pronti da ieri a partire da Berdyansk, una piccola città che dista circa 80 km da Mariupol, ma, al momento, la Croce Rossa, che dovrebbe coordinare gli aiuti umanitari, ha fatto sapere che non ci sono le condizioni di sicurezza per procedere. La speranza è che nel corso della giornata si possa finalmente riuscire a portare aiuti alal città che ormai da tre settimane vive sotto il fuoco dell’esercito russo, senza acqua, elettricità, riscaldamento e connessione internet.

31/03 – ore 18.10
Purtroppo la notizia non coglie del tutto impreparati, perché già altre volte nel corso delle ostilità le “promesse” russe della vigilia sono state poi disattese dai fatti. Così è, al momento, anche per i corridoi umanitari previsti per oggi da Mariupol: secondo il governo ucraino, che ha parlato per voce della vice prima ministra Iryna Vereshchuk, i russi hanno continuato a bombardare la città rendendo di fatto impossibile tanto l’arrivo dei bus con gli aiuti umanitari quanto l’evacuazione delle persone ancora rimaste in città. Tuttavia, per una considerazione definitiva, si aspetta di vedere se verso sera qualcosa cambierà.

31/03 – ore 15.00
Come noto, nel corso delle telefonate che ci sono state dall’inizio della guerra tra il Presidente dell’Ucraina Zelensky e Papa Francesco, il primo aveva esplicitamente invitato il secondo ad andare a Kiev. Una proposta suggestiva e sicuramente di grande significato, ma che è sembrata da subito irrealizzabile per motivi di sicurezza, come ribadito anche dal nunzio apostolico in Ucraina monsignor Kulbokas, che, come riporta Famiglia Cristiana, ha affermato come “Senza un minimo di tregua sarebbe rischioso per il Pontefice e per i fedeli. Non è immaginabile un viaggio di Francesco segreto o clandestino”.
Questo, però, succedeva due giorni fa, prima che gli ultimi negoziati in Turchia facessero intravedere qualche possibile spiraglio di un allentamenteo delle tensioni. Ecco, dunque, che alla luce di quella che, più che altro, al momento rimane ancora una speranza, torna d’attualità la domanda se, davvero, davanti a un nuovo scenario di tregua più duratura, il Papa possa andare in Ucraina, a porare, con la sua persona, il più potente mnessaggio di pace che potrebbe esserci.

31/03 – ore 09.20
La notizia è da prendere con le molle, visto quante volte ciò che la Russia ha annunciato a parole non è stato poi rispettato nei fatti, però, stando, appunto, alle parole, dalle 10 di questa mattina dovrebbe esserci un “cessate il fuoco” a Mariupol, la città assediata ormai da settimane e in cui la guerra sta mostrando il suo lato più disumano. Secondo l’agenzia di stampa AFP, che riporta la notizia, i russi avrebbero acconsentito a creare un corridoio umanitario per i civili verso la vicina città di Zaporizhzhia, dove anche nei giorni scorsi si sono diretti i pochi che sono riusciti a lasciare Mariupol.
La conferma della notizia è arrivata anche dalla vice prima ministra Iryna Vereshcuk, che in un messaggio su Telegram ha annunciato l’arrivo a Mariupol di 45 autobous per conesgnare aiuti umanitari ed evacuare i civili. Ora non resta che attendere, con speranza, che tutto ciò avvenga davvero e non sia l’ennesima speranza messa a tacere dalla bombe russe.

30/03 – ore 18.00
È in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale l’ordinanza della Protezione civile QUI volta ad introdurre “ulteriori disposizioni urgenti per assicurare, sul territorio nazionale, l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione” ucraina. L’ordinanza prevede l’erogazione di 300 euro al mese per gli adulti e 150 per i bambini, destinati direttamente ai rifugiati che abbiano provveduto autonomamente a trovarsi una sistemazione in Italia, tra i propri conoscenti. Gli altri, entreranno a far parte del sistema di accoglienza diffusa, gestita dalle associazioni del Terzo settore o dagli enti religiosi, presso piccole strutture o famiglie italiane, ricevendo non solo un alloggio, ma anche sostentamento ed ulteriori servizi come quello di assistenza e di mediazione linguistica. Le famiglie interessate ad aprire la propria casa all’accoglienza dovranno quindi rivolgersi ad un’associazione ed essere inseriti nella loro rete.

30/03 – ore 10.30
Sono 75.115  i profughi ucraini arrivati in Italia dallo scoppio della guerra. Tra loro 38.373 donne, 7.158 uomini e 29.222 minori. Si inizia ad intravedere un rallentamento degli arrivi a livello europeo. A riferirlo è il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in audizione al Comitato Schengen. Intanto in Ucraina, nella notte, sono continuati i bombardamenti delle forze russe. Nella mattinata di oggi, riporta Adnkronos, le sirene sono suonate anche a Zhytomyr, Kharkiv, Dnipro e Poltava.

29/03 – ore 18.00
A distanza di poche ore dall’arrivo delle prime notizie sulla “drastica riduzione” delle operazioni militari verso Kiev e Chernigov, il capo della delegazione di Mosca Vladimir Medinsky ha sottolineato che de-escalation non significa un cessate il fuoco. Parole che sembrano confermare la reazione degli USA che, per bocca del segretario di Stato Antony Blinken avevano frenato l’entusiasmo generato dalla prime dichiarazioni russe.
Medinsky ha comunque ribadito che sono stati fatti “passi da gigante verso la pace”, almeno secondo quanto riporta l’agenzia Tass che, ricordiamo, è molto vicina alle posizioni del Cremlino.

29/03 – ore 15.00
Filtrano per la prima volta degli spiragli di fiducia dai colloqui tra Ucraina e Russia: al termine dell’incontro avvenuto in Turchia, il Ministro della Difesa russo ha confermato la decisione di “diminuire drasticamente l’attività militare in direzione di Kiev e Chernigov”. Un segnale per “rafforzare le fiducia reciproca” in vista di ulteriori colloqui. Colloqui che, secondo un delegato ucraino, potrebbero coinvolgere anche i Paesi garanti, in vista di un possibile incontro tra i due presidenti. È la prima volta che anche da parte russa arrivano dei segnali di conferma in tal senso.
Alla base del principio di accordo, secondo gli analisti, ci sarebbe la disponibilità dell’Ucraina ad accettare lo stato di neutralità e rinunciare all’ingresso nella Nato e al nucelare. Rimarrebbe sul tavolo, invece, la richiesta di adesione all’Unione Europea.

29/03 – ore 10.05
Le ultime notizie dal campo parlano di qualche contrattacco da parte dell’esercito ucraino che pare avere riconquistato un po’ di terreno nei dintorni di Kiev. Nonostante questo, comunque, le bombe russe continuano a colpire e l’assedio non si ferma, specie nella parte sud-orientale del Paese.
In questo scenario, è iniziato, in Turchia, un nuovo incontro di negoziati, introdotti direttamente dal presidente turco Erdoğan che ha espresso l’auspicio di “arrivare alla pace e al cessate il fuoco il prima possibile”. 

28/03 – ore 17.40
Secondo il Wall Street Journal, tre negoziatori ucraini e l’oligarca russo Roman Abramovich, che aveva partecipato in qualità di mediatore, hanno riscontrato sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro dei negoziati avvenuto ormai un mese fa. Le loro condizioni sarebbero comunque sotto controllo e non sarebbero in pericolo di vita.

28/03 – ore 17.00
Contatto telefonico, nel pomeriggio, tra il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Come riporta una nota di Palazzo Chigi: “Zelensky ha lamentato il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini. Il Presidente Draghi ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina”.

28/03 – ore 14.00
La situazione a Kiev e in tutta l’Ucraina rimane di totale emergenza, ciò nonostante oggi, nella capitale, l’amministrazione ha preso una decisione che prova a ridare una parvenza di noramlità, ripristinando le lezioni scolastiche, naturalmente in modalità online. Una decisione volta a “distrarre” ragazzi e ragazze dalla quotidianità della guerra e offrire loro supporto psicologico.

28/03 – ore 9.20
Mariupol “è bloccata dall’esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città sono bloccati – così ha affermato il presidente ucraino Zelensky in un’intervista-  Il porto è minato. Una catastrofe umanitaria sta inequivocabile accadendo, perché è impossibile arrivarci con cibo, medicine e acqua. L’esercito russo sta bombardando i convogli umanitari”.  “Secondo i nostri dati, sono stati portati fuori più di 2000 bambini – ha affermato il presidente – la loro posizione esatta risulta sconosciuta. Possono essere lì con o senza genitori…”.

27/03 – ore 17.10
Nelle ultime ore da più parti vengono fatte analisi su un possibile cambio della strategia della Russia: dopo aver fallito l’intento iniziale di arrivare fino a Kiev in pochi giorni e dopo le difficoltà di avanzamento riscontrate nel’ultimo periodo, ora Putin potrebbe decidere di concentrare i suoi sforzi sul Donbass, cercando di assicurarsi il conrtollo almeno di quella parte dell’Ucraina. Si tratta, però, solamente di ipotesi che non hanno, al momento, conferme chiare nei fatti, anche se rimane evidente che è proprio nella parte meridionale e orientale dell’Ucraina che le truppe russe continuano a colpire con maggiore violenza.

27/03 – ore 9.50
Sono più di 100.000 le persone rimaste intrappolate nella città ucraina di Mariupol mentre le scorte di cibo e di acqua scarseggiano.Ci sono persone – ha detto Sergey Orlov vice sindaco della città, riporta Agenpress – che stanno morendo per disidratazione e mancanza di cibo. Alcuni muoiono per la mancanza di medicine, di insulina… Perché le persone non riescono a trovare assistenza medica”.
“Ci sono mamme che non hanno latte e che non hanno cibo per i bambini”.
Le persone – dichiara Orlov- cercano solo ogni possibilità per sopravvivere. Condividono cibo, acqua, raccolgono legna per cucinare per strada”.

26/03 – ore 17.00
Dopo poco più di un mese dall’inizio del conflitto in Ucraina, secondo quanto riportato dall’Unhcr, si stimano essere già 10 milioni le persone costrette a fuggire, lasciando la propria casa. Oltre 6,5 milioni di loro sono sfollate all’interno del Paese, mentre sono circa 3,7 milioni i profughi che hanno attraversato il confine. “Si stima – sottolinea l’Unhcr- che circa 13 milioni di persone siano bloccate nelle aree colpite, o siano impossibilitate ad andarsene a causa del rischio elevato per la loro sicurezza, della distruzione di ponti e strade e della mancanza di risorse o informazioni su dove trovare un alloggio e condizioni di sicurezza”. Ad oggi sono 70.784 i profughi ucraini giunti in Italia, 27.877 sono minori, a riportarlo il Ministero dell’Interno.

26/03 – ore 10.00
Nel dramma della guerra in Ucraina, l’epicentro della violenza e della barbarie è la citta di Mariupol, da giorni complita dalla bombe e senza acqua, cibo, elettricità, rifornimenti. MIgliaia di persone sono intrappolate e senza aiuti, visto che i russi non fanno arrivare nulla in città. Davanti a questa situazione, il generale e vice capo della polizia nazionale ucraina Vyacheslav Abroskin (foto in apertura da Facebook) si è offerto all’esercito russo come ostaggio in cambio della possibilità di portare fuori dalla città i bambini rimasti. Il Generale è già ricercato dai russi e la sua proposta “conta” proprio su questo per essere accolta. Un atto di eroismo su cui, come riporta la news del sito Rai, i russi “stanno valutando”.

25/03 – ore 18.10
A giorni di distanza dal bombardamento, arriva qualche informazione in più sull’attacco al teatro di Mariupol, in cui erano rifugiate tantissime persone. Secondo fonti locali, da verificare, nell’attacco sono morte almeno 300 persone, tra cui tre donne incinte e una che aveva appena partorito.

25/03 – ore 16.00
Il ponte che collega la città ucraina di Solotvino a quella romena di Sighetu è diventato un ponte di solidarietà tra due popoli e di vicinanza e calore per i bambini in fuga dalle bombe. In una foto, pubblicata sui social dalla polizia di frontiera rumena di Sighetu Marmatiei, si vedono numerosi giocattoli disposti in bella vista sul checkpoint che unisce le due città. I piccoli di passaggio possono scegliere il proprio gioco e portarlo con sé. Un modo per alleviare anche se per poco, il loro dolore.

25/03 – ore 11.30
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Viminale, sono 67.885 i profughi ucraini giunti in Italia 25.938 di loro sono minori.

25/03 – ore 9.50
Dopo un mese di guerra, 1 bambino ucraino su 2 è stato costretto a fuggire dalla propria casa.  A sottolinearlo è stato in un’intervista alla CNN il portavoce dell’Unicef James Elder:  “È una situazione che non abbiamo mai visto prima, non a memoria d’uomo ed è quasi impossibile da affrontare”.

24/03 – 17.50
L’ONU ha votato una nuova risoluzione per chiedere la fine delle ostilità alla Russia. L’esito è stato grossomodo come quello della votazione precedente, anche se aluni stati africani si sono aggiunti a quelli astenuti (mentre la scorsa volta avevano votato a favore). Tra gli astenuti “pesa” sempre il volto della Cina. I contrari, invece, oltre a Russia e Bielorussia, sono Corea del Nord, Siria ed Eritrea.

24/03 – 09.45
Come annunciato dai deputati Paolo Siani e Paolo Lattanzio, rispettivamente vice presidente e capogruppo dem della Commissione Infanzia, comincia oggi, in Commissione Infanzia, la discussione sulle iniziative da adottare in favore dei bambini e degli adolescenti che si trovano in Ucraina e dei profughi minori di età provenienti da questa zona di conflitto. “L’indagine – si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito dell’on. Lattanzio – ha l’obiettivo sia di approfondire in maniera duratura la questione della tutela dei bambini rimasti in Ucraina e dell’accoglienza dei minori profughi, sia di elaborare proposte al governo e ai vari attori che stanno gestendo la parte emergenziale portando, come abbiamo fatto durante la pandemia, un focus specifico sul tema infanzia e adolescenza, una delle grandi emergenze all’interno di questa tragedia”.
Durante i lavori verranno ascoltati Ministre e Ministri così come le Associazioni impegnate sul campo.

23/03 – 17.10
Jana è una donna e una mamma scappata dall’Ucraina con i suoi due figli di 8 e 10 anni allo scoppio della guerra. Arrivata in Moldova per cercare rifugio, ha trovato, qui, tutto quello che cercava: “Un tetto sopra la testa, un letto caldo per me e per i due bambini e da qualche giorno anche una seconda famiglia!”. Ovvero la famiglia di Ai.Bi., che l’ha accolta e che ha trovato in Jana una preziosa risorsa, che ha subito messo a disposizione le sue conoscenze e abilità di insegnante e allenatrice di ginnastica e nuoto per portare un sorriso ai tantissimi bambini che si trovano nei campi d’accoglienza in cui Ai.Bi. opera. Eccola, in un video, mentre porta il suo entusiasmo e il suo sorriso ai bambini del centro MoldExpo di Chisinau.

23/03 – 10.15
Nella giornata di ieri, il Presidente dell’Ucraina Zelensky, oltre ad aver parlato in diretta con il parlamento, ha avuto anche un nuovo colloquio telefonico con Papa Francesco (i due si erano già sentiti a fine febbraio, pochi giorni dopo l’inizio della guerra). Nel corso della telefonata Zelensky ha ribadito al Papa l’invito a recarsi a Kiev. In un Tweet il Presidente ha così riassunto il colloquio: “Ho riferito a Sua Santità la difficile situazione umanitaria e il blocco dei corridoi di soccorso da parte delle forze russe. Sarebbe accolto con favore il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana. Ho ringraziato per le preghiere per la pace e per l’Ucraina”.

23/03 – 10.00
Notte di bombe, purtroppo, in diverse parti dell’Ucraina. Le cronache riportano di un attacco a una stazione ferroviaria non lontano da Dnipro e a un edificio divile nella zona del Donbass. Qui si parla di tre vittime, due dei quali bambini. Anche a Kiev continuano gli scontri su alcuni edifici della città.

22/03 – 21.20
Se per l’Italia l’ultimo dato del Ministero degli Interni parla di oltre 61mila profughi già arrivati dall’inizio della guerra, l’UNHCR ha aggiornato il dato totale dei rifugiati ucraini che hanno lascioato il Paese: 3.557.245. Più della metà di questi sono scappati verso la Polonia. Seguono la Romania e la Moldova con 368mila, molti dei quali, però, hanno poi proseguito verso l’Europa.

22/03 – 17.40
Quotidiano aggiornamento da parte del Viminale sui numero dei profughi ucraini che hanno già raggiunto l’Italia: sono 61.493, di cui 31.502 donne, 5.400 uomini e 24.591 minori.

22/03 – 13.44
Oggi non è previsto” un sostegno diretto alle famiglie che ospitano profughi: “passa tutto attraverso un’organizzazione centrale che è la Protezione civile, il ministro dell’interno e quello dell’economia e delle finanze e questo sembra funzionare -Così ha affermato il Presidente Mario Draghi riferendosi agli aiuti da erogare per l’accoglienza dei profughi ucraini giunti nel nostro Paese, come riportato dall’Ansa – In ogni caso quello che è cruciale è che gli aiuti che vengano dati direttamente o passino attraverso una procedura, vengano erogati subito, perché il bisogno è ora non fra settimane”.
Sul sito della protezione civile sono on line tutte le informazioni utili per i profughi ucraini ospiti nel nostro Paese: dagli obblighi sanitari da rispettare per far fronte alla pandemia, a chi rivolgersi per usufruire di un alloggio, a come regolarizzare la propria posizione in Italia. Per maggiori informazioni QUI

21/03 – 18.30
Giornata ancora tra bombardamenti, accordi che non ci sono, accuse reciproche… Mosca ha rivendicato il bombardamento di un centro commerciale di Kiev affermando fosse un deposito di munizioni, mentre Kiev denuncia che a Mariupol, la città assediata da settimane, le vittime civili sono ormai 3mila.

21/03 – 13.20
Il Ministero dell’Interno ha aggiornato i dati sui profughi già entrati in Italia: alle 12:44 di lunedì 21 marzo si contano 59.589 persone. In maggioranza si tratta di donne (30.499) seguite da 23.877 minori e 5.213 uomini. Le principali destinazioni dichiarate all’ingresso sono le grandi città: Milano, Roma, Napoli e Bologna.

21/03 – 10.00
Aggiornamento dalla Moldova: mentre proseguono i colloqui con il direttore del centro di Carpineni, per capire i bisogni della realtà in cui Ai.Bi. sta portando avanti il lavoro di animazione, nella sede locale è arrivata una nuova collega (animatrice) ucraina: come prima cosa ha tenuto a portare i suoi ringraziamenti e la grattitudine per l’accoglienza che ha trovato in Moldova e in Ai.Bi. Moldova in particolare.

20/03 – 11.45
Mentre Ai.Bi. continua senza sosta il suo lavoro di accoglienza, preparando, grazie all’aiuto di tanti volontari, la casa di Mulazzano, quasi pronta per accogliere i bambvini delle case famiglia scappati dall’Ucraina, il Viminale aggiorna ancora i dati dei profughi finora arrivati in Italia: sono 55.711, di cui 28.537 donne, 4.776 uomini e 22.398 minori.

19/03 – 17.20
E intanto, anche lontano da casa, anche dopo essere scappati dalle bombe, anche se il futuro rimane un punto di domanda… Grazie alla generosità di chi ha aperto le sue braccia e di chi da settimane lavora senza sosta per fare tutto il possibile in favore dei profughi, in particolare i minori, si può trovare il sorriso per festeggiare il proprio compleanno. È successo anche oggi, a MoldExpo, il campo di Chisinau, in Moldova, dove Ai.Bi. quotidianamente organizza momenti ricreativi per i ragazzi e di supporto psicologico. Buon compleanno!

19/03 – 14.45
Sale a 816 il conto delle vittime del conflitto in Ucraina diffuso dall’ONU. A queste, si aggiungono 1333 feriti. Cifre già di per sé spaventose ma che tutti sanno essere inferiori alla realtà, potendo contare solo le morti effettivamente verificate fino a questo momento.

19/03 – 9.10
Nuovo aggiornamento da parte del Viminale dei dati relativi ai profughi arrivati in Italia dall’inizio della guerra: a venerdì 18, ore 16:48, si contavano 53.669 profughi, di cui 27.429 donne, 4.582 uomini e 21.658 minori.

19/03 – 9.00
Notte ancora di bombe, in Ucraina: a Mykolaiv è stata colpita una base militare uccidendo, secondo le fonti, almeno 40 soldati. Continua il martirio di Mariupol, nel frattempo, con i russi che non permettono l’arrivo di aiuti umanitari e fanno uscire dalla città unicamente qualche veicolo privato.

18/03 – 17.50
Non si chiarisce ancora del tutto la situazione del teatro di Mariupol, pesantemente bombardato dai russi e all’interno del quale, secondo diverse fonti, si trovavano oltre 1000 persone in cerca di rifugio. Al momento pare siano in corso dei tentativi di missione di soccorso, rese per molto complicate dagli attacchi verso la città che non si fermano. Secondo delle voci circolate in mattinata, almeno 130 persone sono riuscite a uscire dalla macerie del teatro, ma, come detto, il quadro è molto incerto.

18/03 – 14.50
Alla giornata di giovedì 17, i numeri comunicati dal Viminale riportano che i profughi finora entrari in Italia dall’Ucraina sono 50.649. Come già ampiamente riportato fin dei primi arrivi, la grande maggioranza è composta da donne (25.846) e minori (20.478). Gli uomini sono, invece, 4.325.

18/03 – 9.50
La situazione sul campo sembra sostanzialmente in stallo: l’esercito russo non ha compiuto significativi passi avanti nelal conquista del territorio, ma sta continuando a bombardare da lontano diverse città. Nella giornata di oggi c’è molta attesa verso l’annunciata telefonata tra il Presidente americano Biden quello cinese Xi Jinping: finora la Cina non ha assunto una posizione chiara in merito al conflitto, anche se non ha mai espressamente condannato la Russia e sembra essere sempre più vicina alle sue posizioni piuttosto che a quelle dell’Occidente e della NATO.

17/03 – 13.45
In Moldova prosegue senza sosta il lavoro dell’equipe di Ai.Bi. guidata da Stela. Sia ieri sia oggi sono state portati ai campi sul confine con l’Ucraina di Palancca cibi e bevande calde.
Nel pomeriggio avverrà un incontro con le animatrici e il direttore della struttura di Carpineni, mentre a Chisinau, nel campo MoldExpo continuano quotidianamente le attività delle 2 equipe impegnate nell’accoglienza e l’animazione per i minori.

17/03 – 8.46
James Elder, portavoce dell’agenzia Onu per l’infanzia ha reso noto come “In media, ogni giorno negli ultimi 20 giorni in Ucraina, più di 70.000 bambini sono diventati rifugiati, ciò equivale a circa 55 ogni minuto, “quindi quasi uno al secondo”. A riportarlo è l’ANSA che sottolinea come dall’inizio del conflitto siano quasi 3 milioni gli ucraini che hanno lasciato il proprio Paese.

16/03 – 17.01
La Regione Lombardia ha pubblicato alcune importanti informazioni riguardanti l’assistenza sanitaria per i profughi provenienti dall’Ucraina, specificando come l’assistenza sanitaria sul territorio lombardo sia “garantita gratuitamente a tutti i cittadini provenienti dall’Ucraina e in fuga dalla guerra, che abbiano necessità sanitarie per patologie acute o croniche”. Maggiori informazioni QUI
Anche la Regione Lazio QUI ha pubblicato sul proprio sito, sia in lingua italiana che in lingua ucraina, alcune importanti indicazioni riguardanti il permesso di soggiorno temporaneo, l’assistenza sanitaria o il reperimento di beni di prima necessità. Chi si trovasse nella Regione Lazio e avesse bisogno di un alloggio o di assistenza può compilare il form QUI

14/03 – 18.50
Arriva un nuovo aggiornamento dall’ONU per quanto riguarda il unmero dei migranti: già 3 milioni pe persone che hanno lasciato l’Ucraina dallo scoppio del conflitto. Il tweet dello IOM (International Organization for Migration) sottolinea che si tratta di 150 mila persona al giorno; 6250 ogni ora; 104 al minuti; 2 al secondo.

14/03 – 10.40
Nella mattina di martedì 14 marzo il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio si è recato al campo di MoldExpo, a Chisinau, nell’ambito della sua visita in Romania e Moldova. Qui ha incontrato anche Stela, la Direttrice di Ai.Bi. / Moldova che dall’ainizio del conflitto sta lavorando per portare aiuti e organizzare la messa in salvo dei profughi. Il Ministro si è informato delle attività di Ai.Bi. in Moldova e ha ringraziato per tutto quello che si sta facendo per i bambini ucraini.

13/03 – 14.45
Firmata da parte della protezione divicle un’ordinanza che prevede l agratuità dei trasporti sul territorio italiano entro 5 giorni dall’ingresso in Italia dei profughi dall’Ucraina. L’agevolazione vale per i treni della società Trenitalia (Gruppo FS) che effettuano servizio di Intercity, Eurocity e Regionali, sui servizi marittimi e sulla rete autostradale. «La fattiva collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Trenitalia e Aiscat ha portato a questa importante misura che rappresenta un ulteriore tassello nel piano di accoglienza della popolazione in fuga dalla guerra – ha detto il Capo Dipartimento, Fabrizio Curcio –. Siamo di fronte a uno scenario delicato e complesso che il nostro Paese deve affrontare in modo sinergico».

13/03 – 12.15
Quarto giro di negoziati tra Ucraina e Russia. Questa volta i colloqui si svolgeranno online, tra le due delegazioni, ma ancora una volta non ci sono grosse speranza che l’incontro possa portare a qualche soluzione concreta a breve termine.

13/03 – 16.10
L’UNHCR ha nuovamente aggiornato il numero dei profughi scappati dall’Ucraina dall’inizio della guerra: sono già 2,7 milioni, per quello che la Nazioni Unite hanno definito il più grande esodo di sfollati dalla Seconda Guerra Mondiale.

13/03 – 12.15
Papa Francesco, durante il tradizionale Angelus della domenica, ha usate parole molto forti e decise nei confronti della guerra in Ucraina. Il Pontefice ha richiamto il martirio della città di Mariupol, bombardata senza tregua in questa settimana: “Uccidere bambini è barbarie” ha tuonato il Papa, che ha unito la sua volce a quella di tutta la “gente comune” che implora la fine della guerra. L’invito del Papa è stato all’apertura di negoziati e corridoi umanitari, per fermare “in nome di Dio” questo massacro. Perché “Dio è Dio della pace e non della guerra”.

13/03 – 11.40
Non ci sono sabati e domeniche davanti all’emergenza. La sa bene Stela, la direttrice di Ai.Bi. / Moldova, che da quando è scoppiata la guerra lavora senza sosta con il suo staff per organizzare, accogliere, aiutare… Risolta, ieri, una delicata situazione che coinvolgeva i componenti della casa fmaiglia sfollata da Odessa, oggi è di nuovo in viaggio verso la frontiera di Palanca per portare aiuti ai profughi nei campi allestiti sul confine.

13/03 – 11.00
Continuano le operazione militari in Ucraina. E se nei dintorni di Kiev la situazione è come sospesa, con le truppe russe che stanno compiendo movimenti di accerchiamento, probabilmente in previsione di un prossimo assedio, il bombardamento più importante è avvenuto nei pressi della base militare di Leopoli. Si è trattato dell’attacco più a ovest finora avvenuto, a poche decine di chilometri dal confine della Polonia.

13/03 – 10.15
Continuano L’Opera di Odessa ha tenuto un concerto improvvisato sulla piazza della città. Qui, il “Va Pensiero” dal Nabucco di Verdi

12/03 – 10.25
Non ci sono grosse novità sul fronte del conflitto: l’evacuazione da alcune città prosegue con grandissima fatica, in mancanza di percorsi sicuri e di un “cessate il fuoco” che possa reggere. Altre città, invece, continuano a essere bombardate, in particolare la già martoriata Mariupol, ormai da giorni colpita indiscriminatamente e ormai senza acqua, riscaldamento ed elettricità, evidenziando una strategia dal parte dell’esercito russo già vista in Cecenia e in Siria.

11/03 – 12.20
L’UNHCR, come fa ormai periodicamente dall’inizio del conflitto in Ucraina, ha aggiornato il numero dei profughi: l’ultima stima è che siano già 2,5 milioni le persone scappate dal Paese, mentre altri 2 milioni sono gli sfollati interni, ovvero che hanno lasciato le loro case abituali e hanno cercato riparo in altre zone dell’Ucraina più sicure e lontane dagli epicentri degli attacchi russi.

10/03 – 21.50
I nuovi dati del Viminale sui profughi che hanno già raggiunto l’Italia: alla mattina di giovedì 10 marzo si contano 26.738 rifugiati provenienti dall’Ucraina, di cui 10.894 minori.
Sul fronte ucraino, invece, le Nazioni Unite calcolano che la guerra scatenata dalla Russia abbia provocato finora 549 morti tra i civili e 957 feriti. Ma è opinione di quasi tutti che i numeri reali siano ben peggiori.

9/03 – 21.55
Dall’inizio del conflitto in Ucraina, la Moldavia è il Paese messo più sotto pressione dall’arrivo dei profughi. Non tanto in termini assoluti (la frontiera con la Polonia è quella attraversata di gran punga dal più alto numero di persone), quanto in rapporto alla popolazione e la grandezza del territorio. Gli ultimi dati aggiornati al 9 marzo parlano di 259.564 cittadini ucraini entrati in Moldova. Di questi, 157.736 hanno proseguito il loro esodo in altri Paesi; 101.485 sono invece rimasti sul territorio.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’ultimo aggiornamento del Viminale sono già 23.872 i profughi arrivati nel nostro Paese.

9/03 – 15.15
Non è positivo l’aggiornamento fornito dall’agenzia Reuters in merito ai corridoi umanitari che avrebbero dovuto essere garantiti per l’evacuazione dei civili: anche oggi, come già successo ieri, l’unico che semba reggere è quello dalla città di Sumy. A Mariupol, invece, la situazione è sempre più compromessa: la Croce Rossa lancia l’allarme e Kiev denuncia la presenza di 400mila civili bloccati, senza acqua, cibo né riscldamento. Circolano diversi video del terribile bombardamento dell’ospedale pediatrico della città.

9/03 – 10.20
Si aprono nuovo spiragli, nella giornata odierna, per la tenuta dei “cessate il fuoco” che consentano l’evacuazione dei civili da diverse città dell’Ucraina, in particolare Enerhodar. Ma la situazione più delicata è sempre a Mariupol, città di circa 500 mila abitanti che da giorni è sottoposta a pesanti bombardamenti e per la quale i tantativi di tregua dei giorni scorsi sono stati tutti disattesi.

8/03 – 17.35
Mentre la tregua sembra aver retto nella città di Sumy, permettendo l’evacuazione di migliaia di civili, non altrettanto è successo a Maripuol. Intanto, nel pomeriggio, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha fatto una nuova stima dei civili morti finora nella guerra in Ucraina: 474, cui si aggiungono 861 feriti. Ma il conteggio è tutto tranne che certo, con le autorità dell’Ucraina che da giorni parlano di un numero di morti civili ben maggiore.

8/03 – 10.30
Sono arrivati a Carpineni i 13 bambini e i 5 adulti sfollati in emergenza da una casa famiglia di Odessa e per i quali era stato chiesto aiuto ad Ai.Bi. Dopo un viaggio difficile, prima in territorio Ucraino fino alla frontiera di Palanca, poi, da qui, fino a Carpineni, il gruppo è arrivato a destinazione, sul pulmino con la scritta “bambini” dipinta sulla fiancata. Nelle prossime ore altre 8 persone dovrebbero aggiungersi, arrivando in autonomia. Ma il viaggio non è ancora finito: Ai.Bi. sta organizzando il trasferimento in Italia e la sistemazione in una struttura dove, finalmente, tutti possano trovare un po’ di serentià.


7/03 – 18.15
Continuano a crescere, in maniera impressionante, i numeri dell’emergenza. Secondo l’ultimo rapporto di OCHA, in Ucraina 12 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria. Le vittime civili che si contano dall’inizio del conflitto sono 1.123, di cui 364 uccise. 500.000 i bambini che sono già fuggiti dall’Ucraina.
A seguito della chiusura delle scuole in tutto il Paese, l’accesso all’istruzione impatta su 5,7 milioni di bambini e adolescenti.
1,5 milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina verso i vicini paesi negli ultimi 10 giorni, tra cui più di 885.000 persone nella sola Polonia.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, anche il Viminale ha aggiornato il numero degli sfollati entrati nel nostro Paese: 17.286. Di cui 8.608 donne, 1.682 uomini e 6.996 minori.

7/03 – 13.20
Con il grande esodo di profughi dall’Ucraina, tutti i Paesi confinanti si stanno organizzando, non solo per l’accoglienza, ma anche per l’assistenza e la logistica rivolta ai tanti che vogliono proseguire il loro viaggio. In Moldova, l’aeronautica civile ha previsto dei voli charter proprio per questo. On line è stato predisposto un modulo da compilare per organizzare al meglio i voli charter durante questo periodo di emergenza. Il modulo si può compilare QUI

7/03 – 10.25
Nella serata di domenica è arrivata ad Ai.Bi. una richiesta di emergenza: 13 bambini e 5 adulti, sfollati da una casa famiglia di Odessa, avevano urgente bisogno di accoglienza. Subito, Stela, la direttrice di Ai.Bi. Moldova, si è attivata per organizzare una missione di emergenza. Grazie alla disposnibilità del direttore di una struttura a Carpineni che ha messo a disposizione 18 posti letto. Porprio in queste ore è in corso l’operazione, con i profughi che sono partiti da Odessa e si incontrareanno a breve con il pulmino predisposto da Ai.Bi., con il quale verranno portati a Carpineni, in attesa, magari, di una sistenzione diversa più a lungo termine.

7/03 – 09.30
Secondo diverse fonti, questa mattina dovrebbe esserci un “cessate il fuoco” per permettere l’evacuazione dei civili dalle grandi città. Ma visti i fallimenti delle ultime tregue, nulla è sicuro. Intanto continua l’esodo di chi riesce a uscire dal Paese: secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, sono 14.237 i profughi accolti finora in Italia.

6/03 – 17.25
Anche il secondo tentativo di stabilire un cessate il fuoco è fallito. Questa mattina sembrava che le operazioni di evacuazione potessero proseguire dalla città di Mariupol, tanto che erano girate le immagini di diversi pullman che si avvicinavano alla città per portare via i civili. Ma gli scontri non si sono mai interrotti del tutto e nel pomeriggio anche la Croce Rossa ha comunicato il fallimento dell’operazione.

6/03 – 9.00
Anche la Fondazione Sipec aderisce all’iniziativa di Ai.Bi. #BAMBINIxLAPACE e lancia il suo appello: “Chiediamo, a chi può di unirsi a noi nella raccolta fondi per sostenere la campagna di Amici dei Bambini in aiuto alle famiglie colpite dalla guerra in Ucraina #BAMBINIxLAPACE”. Da sempre vicina all’Associazione Ai.Bi. e attenta alle iniziative a favore dell’infanzia in difficoltà, la Fondazione Sipec si è subito attivata per portare il proprio contributo alla popolazione ucraina, in particolare donne, bambini e anziani che in fuga dalla guerra cercano protezione nei campi sfollati della vicina Moldova.

5/03 – 22.35
La tregua che avrebbe dovuto consentire l’evacuazione dei civili dalle città sotto assedio di Mariupol e Volnovakha non è stata rispettata. Kiev e Mosca si accusano a vicenda per il mancato cessate il fuoco ma, al di là delle responsabilità, l’unico risultato tangibile è che gli attacchi russi sono proseguiti e la situazione non è migliorata. Un nuovo spiraglio si apre per lunedì, quando dovrebbe tenersi il terzo round dei negoziati tra le delegazioni di Ucraina e Russia. Intanto, un po’ a sorpresa, anche il premier israeliano Naftali Bennett si è recato a Mosca per provare a mediare con Putin.

5/03 – 18.45
Continua l’esodo della popolazione ucraina. Gli ultimi dati rilevano solo sul territorio moldavo la presenza di 7.500 profughi, accolti nei vari centri. Solo a Chisinau ne sono stati contati 3.500. Ma non solo i campi profughi sono attivi, anche le singole famiglie accolgono gli sfollati, come ha fatto Tatiana, dell’equipe di Ai.Bi., che attende proprio per stasera una famiglia in fuga.
Ai.Bi. intanto, continua il suo lavoro nel campo di MoldExpo, già sovraffollato, e porta aiuto nei due campi allestiti alle dogana di Palanca e Ocnita. Sta venendo organizzata anche una presenza più costante a Carpineni, dove verrà riattivata la ludoteca e Ai.Bi. dovrebbe fornire 2 animatori in presenza fissa.

5/03 – 18.15
Nel pomeriggio di sabato 5 marzo a Roma si è svolta la manifestazione “Europe for Peace” che ha visto, secondo gli organizzatori, oltre 50 mila partecipanti chiedere l’immediato cessate il fuoco e il ripristino della pace in Europa. Tante le bandiere e le sigle presenti, in prima fila anche AOI (Associazione ONG italiane), che aderisce alla Rete Italiana Pace e Solidarietà. Tra i presenti anche i rappresentanti di Ai.Bi., guidati dalla referente relazione istituzionali e responsabile delle sedi di Ai.Bi. Marzia Masiello.

05/03 – 14.07
L’emergenza profughi continua. In Moldova, la nostra cooperante Stela e l’equipe di Ai.Bi. lavorano senza sosta. Questa mattina sono stati contattati per un intervento di urgenza, per portare beni di prima necessità a 16 adulti e 30 bambini trovati infreddoliti, spaventati ed affamati all’esterno di un campo, in un prato. Con loro non avevano nulla.

05/03 – 11.38
Previsti per oggi, in Ucraina, l’apertura di apertura di corridoi umanitari per consentire alla popolazione di Mariupol e Volnovakha di lasciare le città.

04/03 – Ore 22.50
In serata l’aggiornamento arriva direttamente dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio: in Italia i profughi ucraini sono ormai 9 mila. Solo nella giornata di giovedì 3 marzo ne sono entrati nel nostro Paese 2500. L’accoglienza diventa sempre di più l’emergenza principale.

04/03 – Ore 18.05
Secondo quanto ci riferisce Stela, la cooperante di Ai.Bi. a Chisinau, impegnata in prima persona nel coordinamento degli aiuti in Moldova, a oggi sono 138mila i profughi entrati nel Paese dall’Ucraina. Di questi, 63 mila hanno proseguito per altri Paesi d’Europa, gli altri hanno trovato accoglienza nei campi profughi che continuano a essere allestiti sul territorio.

04/03 – Ore 16.50
Se 1,2 milioni sono gli sfollati che, in totale, hanno già lasciato l’Europa, oltre 6mila di questi hanno già raggiunto l’Italia. Un Tweet del Viminale, ormai di ieri, ha dato queste cifre: 6.608 i cittadini ucraini entrati in Italia dall’inizio del conflitto: 3.286 donne, 804 uomini e 2.518 minori. Famiglie e comunità si sono subito mosse con una straordinaria generosità, ma è doveroso ricordare, anche in momenti come questi, come al di là del generoso slancio di accoglienza, sia essenziale conoscere chi sono le persone che ci si appresta ad accogliere, da dove provengono e che storia si portano sulle spalle. Per questo motivo il FARIS sta organizzando degli incontri informativi online dove vengono presentate le possibili forme di accoglienza di rifugiati e bambini. Le date sono in continuo aggiornamento, visto che al momento sono già oltre 450 le richieste di partecipazione arrivate da tutta Italia.

04/03 – Ore 15.40
Sta diventando sempre più chiaro che l’energenza primaria, al di fuori dei confini dell’Ucraina è, e sarà, quella riguardante i profughi. I numeri sono impressionanti, così come impressionante è la loro crescita nel giro di brevissimo tempo. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’UNHCR, ma i cui dati sono aggiornati al 2 marzo, gli sfollati dall’Ucraina hanno già raggiunto quota 1,2 milioni. Di questi, oltre il 50% sono entrati in Polonia, mentre già 103 mila hanno cercato rifugio in Moldavia.
[sotto, l’immagine dell’UNHCR sulla destinazione presa dalle persone in fuga dall’Ucraina]

04/03 – Ore 10.05
Si aggiorna di ora in ora la stima dei profughi che si prevede lasceranno l’Ucraina nei prossimi giorni: secondo le ultime previsioni si parla di 7 – 8 milioni di persone, ma già qualcuno si spinge alla cifra di 10 milioni, quasi un quarto della popolazione del Paese. L’Europa si apre all’accoglienza, con i primi Paesi confinanti subito mobilitatisi in prima persona, ma con tutte le altre nazione pronte a fare la propria parte, sia inviando aiuti, sia preparandosi ad accogliere i tanti sfollati che arriveranno nelle prossime settimane.
Da questo punto di vista, l’Unione Europea ha deciso di attivare il meccanismo di protezione temporanea che prevede il rilascio di un permesso di soggiorno valido un anno, rinnovabile, la libertà di movimento all’interno dell’Ue, l’ assistenza sanitaria e il diritto all’istruzione per i minori.
Per i tantissimi che stanno dando la propria disponibilità per l’accoglienza, il Faris – Family Relationship International School, la scuola di relazioni familiari di Ai.Bi., ha attivato una serie di webinar di formazione per preparare le famiglie ad accogliere i profughi.
Tutte le informazioni riguardanti i webinar si possono trovare QUI

04/03 – Ore 09.30
La Duma che approva all’unanimità una legge per rendere un reato la divulgazione di notizie false (che per un paradosso, significa quella che nel resto del mondo sono le notizie “vere”); dichiarazioni che ribadiscono l’intenzione di non fermare in alcun modo le operazioni militari finché “l’unico popolo” di russi e ucraini sarà unito; il video della devastazione di un Paese nei pressi di Kiev, edifici civili compresi… Se questi sono i segnali della giornata successiva ai colloqui tra Russia e Ucraina, ci vuole davvero un notevole sforzo di volontà per guardare al futuro più immediato con ottimismo.

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03/03 – Ore 22.30
Secondo quanto riportano tutti i media, i colloqui tenutisi tra Russia e Ucraina hanno portato a una intesa sulla creazione di corridoi umanitari e di un cessate il fuoco temporaneo. A riferirlo – riporta l’Ansa – è il consigliere di Zelensky, citato dalla Tass.

03/03 – Ore 16.15
Prosegue quasi senza sosta il flusso degli sfollati verso i campi profughi allestiti nei Paesi confinanti dell’Ucraina. In Moldova, dove Stala sta coordinando il lavoro dell’equipe di Ai.Bi., il primo centro di MoldExpo, un ex centro Covid trasformato, ora, in campo per gli sfollati. La capienza massima sarebbe di 460 posti, ma già ora sono presenti circa 600 persone. Proprio in questi minuti è arrivata anche la richiesta di supporto da un altro campo, che ha appena accolto circa 200 persone e si trova in difficoltà non avendo generi di prima necessità da fornire loro. Ai.Bi. Moldova si è subito attivata per portare aiuti anche lì.

03/03 – Ore 10.00
Notte particolarmente difficile al confine tra l’Ucraina e la Moldova, dove è arrivato il maltempo con neve e pioggia a complicare la situazione degli sfollati. Soprattutto nei campi profughi in Dogana il freddo si è fatto sentire. L’equipe di Ai.Bi. sta lavorando senza sosta, sia per portare aiuti direttamente ai campi in dogana, sia per proseguire le attività di animazione e di supporto psicologico nei centri di Chisinau.
Ma è pronta a intervenire e portare il propprio supporto anche in altri punti della città e del Paese, in una situazione che è in continua, veloce, evoluzione. Sotto, qualche foto dei bambini arrivati ieri, soprattutto dalla città di Odessa.

02/03 – Ore 17.15
Continua a crescere il numero degli sfollati. Un nuovo aggiornamento delle Nazioni Unite riportato dall’Ansa stima che siano già 836mila i profughi che hanno varcato le frontiere dei Paesi vicini. Ovunque si racconta di una straordinaria mobilitazione da parte della popolazione locale per accogliere gli ucraini, diversi dei quali cercano, poi, di proseguire il viaggio verso i parenti nei vari Paesi in Europa. Tanti, però, rimangono, trovano accoglienza nei campi come quelli di Chisinau, dove Ai.Bi. è presente con le sue attività ricreative e di supporto psicologico.

02/03 – Ore 10.30
Altra notte di combattimenti e di bombardamenti sulle città dell’Ucraina. Mentre dalla Russia arrivano notizie di alcune città più piccole conquistate dall’esercito, prosegue inarrestabile l’esodo delle persone che scappano. Secondo l’UNHCR (l’Agenzia ONU per i Rifugiati) sono già 660 mila gli sfollati che hanno varcato le frontiere arrivando nei Paesi confinanti.

01/03 – Ore 18.30
Il noto vaticanista del Corriere della Sera Gian Guido Vecchi, ha pubblicato su Twitter un allarme arrivato alla sede romana della chiesa ortodossa ucraina; “Salvare Santa Sofia”. Sono giunte informazioni – si legge – che le truppe russe stanno preparando un attacco aereo sul santuario più importante del popolo ucraino dai tempi della Rus’ di Kyiv. Sua beatitudine Sviatoslav, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, invita tutti i cristiani a pregare per il santuario spiritualedei popoli slavi ed esorta l’aggressore ad astenersi da questo orribile atto di vandalismo.

01/03 – Ore 16.00
L’ambasciata d’Italia in Ucraina ha spostato la sua sede da Kiev, sempre più sotto l’assedio delle truppe russe, a Leopoli, città più vicina al confine con la Polonia. Nel trasferimento, secondo quanto riporta l’Ansa, l’ambasciatore italiano a Kiev, Zazo, è riuscito a portare con sé circa 20 minori, tra cui 6 neonati. Questi minori erano già stati accolti nei giorni scorsi in ambascita, perché privi di un posto sicuro in cui stare.

01/03 – Ore 13.05
Nel campo profughi di Chisinau, in Moldova, continuano ad arrivare profughi che lasciano l’Ucraina. Ai.Bi., attraverso il lavoro della sua equipe, coordinata da Stela, cooperante nel Paese, ha iniziato a portare sul posto le prima attività di supporto. In particolare, sono state organizzate delle attività ludiche per i bambini, per cercare di fare vivere loro questo momento difficile con un po’ di serenità.

01/03 – Ore 09.50
Notizie sempre più terribili arrivano dall’Ucraina, dove i russi hanno intensificato i bombardamenti colpendo anche edifici civili. Un lunghissimo convoglio di mezzi militari è stato fotografato dai satelliti in avvicnamento a Kiev, mentre nella giornata di ieri gli attacchi più pesanti si sono concentrati nella città di Kharkiv.

28/02 – Ore 22.10
Olte le bombe, i negoziati inconcludenti, la follia degli uomini e gli atti di coraggio, il sole sorge e tramonta come sempre. Anche sul cielo di Kiev. Oggi, per qualche ora durante il pomeriggio, l’intensità degli scontri è diminuita e le persone sono riuscite a uscire da casa e dai rifugi. Come Mila, un’altra collaboratrice di Ai.Bi. che è rimasta a Kiev e così ci scrive: “Sono uscita per fare due passi e ho visto tanta gente in giro, bambini che giocavano e avevano voglia di vivere la loro vita quotidiana. Questa situazione ci ha uniti e adesso, camminando per strada, incontro le persone che mi augurano buona giornata e sorridono, perché si sono svegliate e hanno davanti un nuovo giorno”.

28/02 – Ore 18.35
Intanto, in Italia, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti sulla crisi in Ucraina.
Oltre ad alcune decisioni in tema di difesa e di energia, il provvedimento “prende prime misure per l’eventualità che una parte del flusso dei profughi si indirizzi presso il nostro Paese”, dove c’è una presenza di circa 250mila cittadini ucraini. Il decreto prevede “il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri. Inoltre, si dispone che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale”.
Il Consiglio dei Ministri ha inoltre dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022 “in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto. Al fine di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali.”

28/02 – Ore 16.45
La cooperante di Ai.Bi., Stela, è stata in uno dei centri allestiti a Chisinau, capitale della Moldava, dove viene data assistenza ai profughi dall’Ucraina. Già centinaia le persone accolte, nel contesto di un esodo che, secondo l’Alto commissario ONU per i rifugiati Filippo Grandi, conta già 500mila persone scappate dal Paese.
Al momento, nei campi viene fornita la prima assistenza, ma il centro unico per la gestione della crisi, di cui Ai.Bi. fa parte, e che viene coordinato dal Governo moldavo, sta incrementando gli interventi di assistenza. In particolare, l’equipe di Ai.Bi. già da donami sarà attiva nel centro con attività di animazione per i bambini e di supporto psicologico.

28/02 – Ore 15.10
Mentre sono in corso i negoziati, è stato segnalato un intenso bombardamento delle truppe russe a Kharkiv. Tante, secondo il ministero dell’Interno ucraino le vittime civili. In rete sono molti i video dei bombardamenti.

28/02 – Ore 10.30
Breve aggiornamento dalla Moldova dalla nostra cooperante Stela, che ieri è stata nei campi allestiti sul confine con l’Ucraina: “Abbiamo ordinato lenzuola, cuscini e le coperte; stiamo reclutando gli animatori e gli psicologi; abbiamo ordinato i giochi per allestire gli spazi gioco al centro profughi di Chisinau. Aspettiamo dal Ministero la lista dei centri dove c’è più bsogno di intervenire, dove ci sono pù bambini”.
Come si può capire l’attività procede frenetica, grazie anche a tutti gli aiuti che di ora in ora arrivano sempre più numerosi.

28/02 – Ore 09.40
Durante la notte sono proseguiti i bombardamenti sul territorio ucraino, in particolare gli scontri sono violenti nella città di Kharkiv, oltre che Kiev. In attesa dell’incontro tra le delegazioni di Russia e Ucraina, dal quale, però, è parere unanime, non ci si aspettano grossi passi avanti, viste le posizioni distantissime da cui partono gli interlocutori, le sanzioni dell’Unione Europea si fanno sentire. In mattinata il valore del Rublo (la moneta russa) è crollato arrivando a uno dei valori più bassi mai raggiunti.

27/02 – Ore 20.15
“La situazione di grave precarietà dei minori orfani in Ucraina a seguito dell’aggressione russa suscita preoccupazione e richiede di attivare con sollecitudine tutte le misure a loro tutela previste dagli accordi internazionali. Nella cornice dei rapporti già in essere in materia di adozioni internazionali tra l’Italia e l’Ucraina, siamo impegnati in queste ore nell’attivazione di corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese. L’Ambasciata italiana in Ucraina è al lavoro per creare le condizioni delle partenze, mentre in Italia la Commissione per le Adozioni Internazionali si sta attivando per predisporre la prima accoglienza, per la quale ha già offerto collaborazione l’Istituto degli Innocenti di Firenze”.
Questa la nota congiunta della ministra per le Pari opportunità, nonché presidente della Commissione per le adozioni internazionali Elena Bonettie, e del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio, che aprono ufficialmente la strada per l’arrivo in Italia dei bambini degli orfanotrofi dell’Ucraina.

27/02 – Ore 18.50
Alcune immagini della distribuzione di alimenti da parte della cooperante di Ai.Bi. Stela e altre volontarie. Lunghissima la fila già creatasi al confine tra Ucraina o Moldova dove sono stati allestiti tre campi di emergenza.

27/02 – Ore 15.30
È stata confermata la notizia dell’organizzazione di una incontro tra una delegazione del governo russo e una del governo ucraino. Dopo qualche trattativa, alla fine l’incontro dovrebbe avvenire in un luogo al confine tra Ucraina e Bielorussia, anche se ancora non sono chiari i termini su ciò che verrà discusso e i tempi nei quali l’incontro potrà avvenire.

27/02 – Ore 12.25
Stela, la cooperante di Ai.Bi. in Moldova, insieme a un’altra volontaria è partita per portare cibo e aiuti ai campi profughi allestiti nella Dogane, al confine tra Ucraina e Moldova. Nel bagagliaio della macchina tutte le scatole di “placinte” (focacce) che ci stavano e bevande calde.

 

27/02 – Ore 10.08
I combattimenti più aspri, al momento, si stanno verificando a Kharkiv, la seconda città del paese. I soldati russi sono in città e gli scontri avvengono ormai per le strade.
Nel frattempo, Masha, la cooperante di Ai.Bi. in Ucraina, che è riuscita a lasciare Kiev nei giorni scorsi, racconta di un’altra notte di “resistenza” da parte di sua sorella e dei suoi amici rimasti nella capitale. “Stanno…” – dice con un sorriso tirato e rassegnato. “Il problema ora è che anche la connessione Internet inizia a essere instabile”, rendendo ancora più complicate le comunicazioni.

27/02 – Ore 09.34
Altra notte di combattimenti. Faticano ad arrivare notizie dal territorio, ma, come sempre capita in situazioni come quella che stanno vivenso in Ucraina, le storia personali di chi prova a resistere, come si può, contro la follia della guerra, sono quelle che colpiscono di più. Anche giornalisti di lungo corso che ne hanno viste tante, come riporta la giornalista della Reuters Anita Komuves su Twitter

26/02 – Ore 23.44
Suonano le sirene nel cielo di Kiev, gli abitanti si recano nei rifugi, mentre le autorità annunciano la possibilità di “pesanti raid aerei”. Intanto, l’Unione Europa fa sapere che verrà proposta la possibilità di estromettere alcune banche russe dal sistema internazionale di pagamenti SWIFT.
La Germania, che da alcuni giorni veniva indicata come il Paese europeo più cauto sulle sanzioni verso la Russia, annuncia l’invio di armi in Ucraina per difendersi e la prossima chiusura dello spazio aereo tedesco agli aerei russi, come già hanno fatto o stanno valutando di fare altri Paesi europei

26/02 – Ore 18.40
Inizia a intensificarsi il flusso dei profughi che cerca rifugio in Moldavia. Il Governo, con le associazioni coinvolte nella task force, tra le quali Ai.Bi., stanno valutando un nuovo intervento di emergenza, alla dogana con l’Ucraina, almeno per i prossimi giorni. Riporta Stela, la cooperante di Ai.Bi. in MOldova: “Visto il flusso molto grande, oggi, di persone che vogliono entrare in Moldova, si è creata una fila lunghissima di persone… Soprattutto verso sera non farebbe male poter dare loro almeno un tazza di te’ caldo e una ‘placinta’ (un piatto tipico della Moldavia, Romania e del Sud dell’Ucraina n.d.r.). Quello che finora si riesce a portare non basta. I bambini, in particolare, chiedono sempre da mangiare”.

26/02 – Ore 15.50
Anche all’orfanotrofio Volodarka, dove si trovano i 180 minori che Ai.Bi. segue da anni con il progetto di Adozione a Distanza, si sta allestando un campo per accogliere i porofughi. La struttura si presta per questa operazione, trovandosi a circa 140 chilometri da Kiev, in una posizione di relativa, maggiore sicurezza, e per gli ampi spazi a disposizione. Gli insegnanti della scuola e le aducatrici di Ai.Bi. che si trovano sul posto riferiscono che già stanno arrivando le prime famiglie, provenienti soprattutto dalle regioni di Kiev e di Donetsk (la zona del Donbass).

26/02 – Ore 15.20
Tra i primi Paesi a muoversi con azioni concrete in favore dell’Ucraina c’è la Moldavia, che ha un allestito o sta allestendo due campi profughi per la prima emergenza al confine e altri due nella capitale Chisinau. Di questi, uno è già completamente attivo e al momento ospita 426 persone di cui 40 bambini. Proprio verso questi campi profughi, e altri che verranno allestiti in seguito, si concentrarà l’aiuto di Ai.Bi. sostenuto dalla campagna #BAMBINIxLAPACE

 

26/02 – Ore 10.40
Notte di guerra a Kiev: gli scontri tra le truppe russe e l’esercito ucraino si sono intensificati. Tanti civili hanno risposto all’appello e si sono presentati da volontari per combattere e difendere il loro Paese.
Nelle prime ore della mattina un missile ha centrato un palazzo residenziale a Kiev: dal 14° al 21° piano è completamente ditrutto, per fortuna sembra fosse stato evacuato e non ci siano morti, in questo scoppio, tra i civili.

25/02 – Ore 18.20
12 ore di auto per fare circa 100 chilometri e spostarsi fuori città, in cerca di una maggiore sicurezza. Chi è rimasto a Kiev, ora, è impossibilitato a fuggire. Ormai le truppe russe sparano anche sui palazzi. Gli abitanti continuano a fare avanti e indietro dai rifugi, mentre dalle finestre degli appartamenti vedono i carri armati nelle strade. Carri armati che, è capitato, schiacciano le auto parcheggiate senza un motivo.

25/02 – Ore 16.30
Almeno un’ora di fila necessaria per fare benzina. “Ma per fortuna ci consentono di farne fino a 40 litri”.
La situazione più preoccupante è all’interno delle grandi città, dove continuano i bombardamenti.

25/02 – Ore 12.46
Secondo quanto riferisce Masha, la cooperante di Ai.Bi. a Kiev, due pullman che stavano andando nella parte est del Paese per prendere dei profughi sono stato bombardati.
Da Kiev, invece, al momento non ci sono molte possibilità di partire e lasciare la città.

25/02 – Ore 10.57
Si mobilita la Moldavia per accogliere i profughi ucraini. È stato costituito un gruppo di lavoro gestito dal Ministero con la partecipazione di alcune Associazioni, tra le quali Ai.Bi., che in Moldavia è presente attraverso la sua cooperante Stela.
Al momento sono stati allestiti due punti di prima assistenza direttamente alla dogana, dove i profughi possono rimanere per un massimo di 72 ore. È stato allestito, inoltre, un campo profughi a Chisinau, la capitale del Paese, con una capacità massima di 450 posti. Al momento, si segnalano già 100 persone presenti nel campo.

25/02 – Ore 7.50
Qualche foto condivisa da Masha nelle chat di WhatsApp con altri cittadini di Kiev, che mostrano alcuni momenti di questa notte terribile

25/02 – Ore 06.54
Notte di bombe, a Kiev. In molti hanno preferito passare rifugiarsi nella relativa sicurezza delle banchine della metro, ma al risveglio hanno trovato i soldati che ormai girano per le vie della capitale armati di fucili automatici.
Dopo un giorno di combattimenti, la situazione si è già fatta decisamente complicata: lasciare la città è difficilissimo, con diversi ponti distrutti (non si capisce se dagli stessi ucraini per rallentare l’avanzata dei soldati russi, o dalle truppe russe) e posti di blocco con mezzi blindati sulle altre vie d’accesso.

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