Idoneità per bimbi fino a 3 anni: un ente serio dovrebbe dire che con un simile vincolo è quasi impossibile adottare

Salve, ho letto l’articolo sul caso di una coppia con un decreto di idoneità vincolato a bimbi da zero a tre anni. Penso che un Ente Autorizzato serio abbia il dovere di avvisare la coppia che con un vincolo simile non si arriverà facilmente al buon esito dell’adozione, a meno di non essere realmente disponibili a “bisogni speciali” importanti.

Buon lavoro,

Alessio

 

IRENEBERTUZZIGentile Alessio,

Amici dei Bambini ha iniziato da tempo una vera e propria battaglia culturale contro i cosiddetti ‘decreti vincolanti’ che ignorano il principio del superiore interesse del minore e sistematicamente violano sia la legge che regolamenta le adozioni internazionali ( la numero 184/1983) sia l’articolo 3 della Costituzione.  Ma quello che lei scrive è parzialmente vero. Di fronte a un decreto che assoggetta l’idoneità della coppia all’età del bambino, con un intervallo da zero a trentasei mesi, o differente, la prima cosa da fare è studiare il caso specifico. Un ente serio, per usare le sue stesse parole, più che scoraggiare gli aspiranti genitori adottivi, deve per prima analizzare la situazione nel dettaglio. Ha ragione quando scrive che in questi casi l’adozione non è certo più difficile, ma non è impossibile. Ogni coppia è una storia a sé. Tra le tante variabili che devono essere analizzate, la prima è certamente l’età dei due coniugi. Insieme ad altre caratteristiche che vengono studiate prima di verificare la compatibilità della coppia con le esigenze dei vari Paesi. Certo, il vantaggio della nostra associazione è che operiamo in ben trenta Paesi e quindi abbiamo un ventaglio ampio di opzioni, rispetto a enti più piccoli che magari sono attivi in pochi Stati e quindi possono offrire meno chance ai loro utenti. Quanto ai bambini con bisogni speciali, le faccio presente che accanto a bimbi affetti da gravi patologie, talvolta finiscono nelle cosiddette liste speciali, bambini sani, magari con un po’ di strabismo o con le gambe storte. Ma concordo con lei su un punto: è fondamentale che le coppie siano realmente disponibili ad accogliere e amare i bambini che diventeranno loro figli. E quindi non serve dare la propria disponibilità per qualsiasi patologia e poi magari arretrare  di fronte a casi concreti che si discostano dal mito del figlio perfetto.

Cordiali saluti

Irene Bertuzzi

Responsabile Adozioni Internazionali di Ai.Bi.