Kenya: dove gli albini sono discriminati per il colore della pelle

5In Italia succede che, ancora oggi, un calciatore o – come è appena accaduto –  un Ministro della Repubblica, venga insultato e non riconosciuto come italiano solo perché di colore. E’ la paura del diverso, dell’altro da sé. “Altro” rispetto alla propria identità, nazione, cultura, religione. Anziché considerare la differenza un valore, la si teme e discrimina.

Succede in tutto il mondo. Dove la maggioranza della popolazione è nera, si ripresentano gli stessi meccanismi, al rovescio. Di fronte ad un diverso colore della pelle, in questo caso bianca, la comunità isola “l’estraneo” innalzando muri di diffidenza, spesso ricorrendo alla magia nera, e segregando queste persone per paura e superstizione.

È quanto purtroppo capita ancora in Kenya, dove chi ha la sfortuna di nascere albino (con una scarsissima pigmentazione della pelle) è oggetto di forti discriminazioni e spesso di attacchi, solo perché non è nero come tutti gli altri.

Gli albini kenioti si sono perciò organizzati in una associazione, la Albinism Society of Kenya (ASK), per far fronte a questa situazione e tutelare i propri diritti. L’organizzazione ha chiesto al Parlamento di creare delle leggi che li difendano, dichiarando che non sono cittadini di serie B, e che non devono essere considerati “oggetti da contrabbando” per essere venduti  a stregoni che eseguono rituali magici.

L’associazione ha presentato anche una petizione all’ufficio generale della polizia, al vice presidente, al presidente e al Parlamento.

I membri di ASK hanno chiesto al governo di proteggerli soprattutto dai rapimenti. “Abbiamo subito discriminazioni per anni, ora la nostra situazione è più pericolosa. Hanno ucciso molti di noi per prendere alcune parti del corpo e darli a santoni che credono erroneamente di poter guarire i mali della gente. Abbiamo depositato le nostre denunce alla polizia, ma ci hanno ignorato e hanno spesso rilasciato chi ci aveva fatto dei torti”, ha raccontato il leader della ASK, Isaac Mwaura.

Martin Wanyonyi, un membro di ASK, ha dichiarato che il Disability Act non li include nella categoria dei disabili (vista la pelle e gli occhi chiarissimi hanno molti problemi di protezione e salute legati al sole e al clima), e ciò rende difficile, per il governo, prendersi cura di loro. “Vogliamo che il Parlamento sviluppi una legge per gli albini che ci permetta di partecipare nella vita politica e socio-economica del nostro Paese”, ha detto.

Ha aggiunto che la nuova legge aiuterà a mettere fine alla discriminazione contro di loro. “Contribuirà  a sensibilizzare l’opinione pubblica su di noi, così forse i kenioti la smetteranno di apostrofarci con parole dispregiative”, ha concluso Martin.

L’organizzazione ha infine chiesto al presidente e al vice presidente del Kenya un decreto, per denunciare la loro marginalizzazione e avvertire che la legge verrà applicata per punire coloro che commetteranno altri reati contro gli albini.

 

Fonte: The Star