Kirghizistan: “Sarebbero queste le garanzie offerte da uno degli Enti più grandi?”

Bonsai scrive:

Mi permetto un appunto: queste notizie sono da prima pagina, non da trafiletto, su un sito dedicato all’adozione…

Certo, fa male leggere queste cose, sapere che accadono, e gettano un’ombra su tutto il mondo dell’adozione internazionale, anche quando invece, spesso e volentieri – per fortuna – si opera nella legalità e nel rispetto delle regole.

Non entro nel merito delle responsabilità, che credo e spero verranno accertate da chi di dovere.

Mi preme però far notare che l’Ente in questione è un Ente dei più “grandi”, in termini di numeri: di Paesi in cui opera, di adozioni annue concluse, ecc. ecc. E’ uno di quegli Enti che (secondo la proposta di Ai.Bi. che vorrebbe ridurre drasticamente il numero di Enti) dovrebbe continuare ad esistere e ad assorbire l’operatività degli altri Enti, più piccoli e che fanno meno adozioni. Ora, dovunque sia stato lo sbaglio, comunque quanto è accaduto credo debba indurre a riflettere. Forse se di sfoltimento degli Enti si vuole parlare, bisognerebbe pensare ad altri criteri. Le garanzie comunque devono essere ben altre… Per le coppie, e soprattutto per i bambini! O no?


Caro Bonsai,

concordiamo pienamente sul fatto che episodi di questo genere non fanno bene all’adozione internazionale.

Tuttavia, è bene chiarire che il requisito dei numeri di adozione realizzate, non è sinonimo né di grandezza e neppure di organizzazione, sono ben altri gli standard qualitativi per poter operare nel campo dell’adozione internazionale.

Ai.Bi. da anni afferma che le procedure adottive all’estero non possono essere delegate ad intermediari ed avvocati, ma devono essere seguite dal proprio personale, in grado di controllare ogni singolo aspetto del processo adottivo.

Auspichiamo che la vicenda possa portare ad una riflessione più ampia e al miglioramento nella conduzione degli iter adottivi da parte di tutti.

Un caro saluto

Valentina Griffini