Marocco, blocco kafala ai non residenti: la società civile non ci sta. Petizione delle Associazioni marocchine contro il governo

Il Ministro della Giustizia e delle Libertà, imponendo il criterio della residenza in Marocco per adottare, limita le possibilità di adozione di bambini abbandonati in questo Stato, soprattutto in un momento in cui i problemi economici degli istituti di accoglienza dei minori sono aumentati. E’ questa la denuncia delle Associazioni del Collettivo Kafala, contenuta in una petizione (qui per firmare) che grida con forza come la vita negli istituti condanni i bambini alla solitudine e alla disperazione.

Il Collettivo è composto da SOS Village d’Enfants Maroc, l’Associazione Bébé du Maroc, la Fondazione Rita Zniber, Associazione Dar Atfal Al Wafa, l’Associazione Osraty e l’Associazione Amici dei Bambini.

Lunedì sera la portavoce del Collettivo è stata contattata da alcuni gruppi parlamentari, in particolare da ISTIQLAL, partito per l’indipendenza (il primo partito politico marocchino) per partecipare a delle udienze sul tema l’indomani.

Durante la sessione, i rappresentanti dell’ISTIQLAL hanno ufficialmente richiesto al Ministro della Giustizia Ramid di rivedere la sua decisione in merito alla pubblicazione della circolare e in particolare: di ritirarla, procedere a una revisione della legge sulla kafala e creare una Commissione ad hoc che si occupi dei lavori e di cui faccia parte anche il Collettivo. La Commissione si riunirà nelle prossime settimane e il Collettivo è pronto a partecipare.

Le Associazioni hanno dalla loro parte una serie di dati schiaccianti. In primis a livello economico: oggi in Marocco un bambino costa, per un istituto, circa 2.000 DH al mese solo per soddisfare le sue necessità più elementari. In media, ogni istituto ospita 200-300 bambini. Proibire le adozioni vuol dire anche gravare lo Stato di spese altissime.

I dati dicono anche che, mentre i soldi a favore degli istituti di accoglienza diminuiscono, gli abbandoni crescono. Secondo un sondaggio condotto nel 2010 per conto dell’associazione Insaf, ogni giorno 153 bambini nascono fuori dal matrimonio e 24 di loro sono abbandonati.

E soprattutto ci sono bambini, le cui vicende ci dicono essere le prime vittime di questo provvedimento iniquo. Come la storia di Hiba, 4 anni. Abbandonata da diversi mesi dai suoi genitori biologici, Hiba ha ritrovato la speranza di una vita normale da quando una giovane coppia di marocchini residenti all’estero l’ha avvicinata per una procedura di adozione, ma le sue speranze rischiano di scomparire dopo la circolare del Ministro della Giustizia e Libertà, che ha scatenato l’indignazione e la reazione delle Associazioni, che si occupano di infanzia abbandonata.