Mascherine chirurgiche a scuola? Secondo l’Associazione Culturale Pediatri andrebbero bene anche quelle lavabili

In un comunicato ufficiale l’ACP sostiene l’efficacia dei dispositivi in tessuto, adeguati “alla protezione in setting non sanitari”

La mascherina chirurgica a scuola? No per tutti è l’ideale. Nonostante il Comitato Tecnico Scientifico, nello scorso mese di settembre, le abbia definite preferibili a quelle lavabili in tessuto, c’è chi la pensa diversamente. Anzi, i pediatri Elena Uga, Laura Reali e Giacomo Toffol, dell’Associazione Culturale Pediatri, la pensano esattamente all’opposto. “Le mascherine lavabili – dicono i professionisti – sono adeguate alla protezione in setting non sanitari, come sottolineato da OMS e verificato da numerosi studi, e possono essere pulite a casa lavandole opportunamente, e dunque il loro utilizzo è gestibile istruendo adeguatamente le famiglie“.

Sempre l’Associazione Culturale Pediatri, inoltre, sostiene l’utilizzo nelle scuole delle mascherine in tessuto lavabili anche per motivi ecologici, avendo deciso di aderire all’iniziativa che Zero Waste Italia ed Europa, ha lanciato per il 30 e 31 ottobre, un week-end di mobilitazione per la scelta delle mascherine in tessuto a scuola. L’ACP chiede inoltre che “sia rivista l’indicazione in merito all’uso delle mascherine chirurgiche a scuola, nata da un fraintendimento rispetto alle indicazioni internazionali, invitando le istituzioni a porre maggiore enfasi su il loro corretto utilizzo, piuttosto che sulla tipologia di mascherina”. “Questo -spiegano ancora gli estensori dell’iniziativa – perché non ci sono prove a sostegno dell’uso delle chirurgiche in un setting scolastico, mentre sono disponibili chiare prove sulla maggiore efficacia di qualsiasi tipo di mascherina in condizioni di corretto utilizzo”. “Come spiega l’OMS i bambini – concludono – in generale buona salute possono indossare una maschera non medica o in tessuto”.

Mascherine chirurgiche a scuola? Per l’ACP obbligatorie per un fraintendimento

Per l’ACP, il ricorso a massicci ordinativi di mascherine chirurgiche per le scuole da parte dello Stato si è originato per un “fraintendimento”: “Nel verbale della riunione del CTS nazionale del 31 agosto 2020 – è infatti scritto ancora nel comunicato – ‘Misure di prevenzione e raccomandazioni per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado per la ripresa dell’anno scolastico 2020/21′, si consiglia l’utilizzo di ‘mascherine chirurgiche o di comunità’ in ambito scolastico, dando apparentemente un’indicazione preferenziale alle chirurgiche. Il riferimento è a un documento del 21 agosto 2020 dell’OMS, nel quale però si legge: ‘I bambini in buona salute possono indossare una maschera non medica o in tessuto (…). L’adulto che fornisce la mascherina deve assicurarsi che la maschera in tessuto sia della misura corretta e copra a sufficienza il naso, la bocca e il mento del bambino’. L’uso della mascherina chirurgica è indicato solo per i soggetti fragili o a maggior rischio di ammalarsi gravemente di Covid-19 (bimbi affetti da fibrosi cistica, cancro, immunosoppressione)”.

“Nemmeno il documento dell’ISS del 21 agosto 2020 – prosegue il testo – ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia’ indica la tipologia di mascherina da utilizzarsi, mentre il possibile uso di ‘mascherine di comunità’ è anche supportato da un documento del prestigioso Center for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta dell’8 aprile 2020 ‘Utilizzo di maschere facciali nella comunità – Riduzione della trasmissione di COVID-19 da persone potenzialmente asintomatiche o pre-sintomatiche attraverso l’uso di maschere facciali'”.

“Altri studi dello stesso centro – concludono i medici dell’ACP – ribadiscono successivamente gli stessi risultati. Non risulta quindi che le agenzie regolatorie e scientifiche consiglino l‘utilizzo esclusivo di mascherine chirurgiche per tutti i bambini a scuola. Ci si chiede come queste indicazioni possano aver portato alla decisione di ordinare svariati milioni di mascherine chirurgiche a scuola, quando si poteva indicare l’acquisto di lavabili e spiegare accuratamente le regole del loro corretto utilizzo”.