Migranti, la tragedia dimenticata: altri 7 bambini morti nell’Egeo di cui non parla più nessuno

naufragioIl dramma dei migranti che fuggono dalla loro terra e troppo spesso perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo è una tragedia quotidiana che si consuma sotto i nostri occhi. Forse per la crudele regolarità con cui si verifica, o forse per la diffusa tendenza a girare la testa dall’altra parte, le vittime del mare non fanno quasi più notizia. Ma abituarsi alla morte, rassegnarsi ad essa, accettarla non è davvero possibile. Per questo Aibinews sente il dovere di continuare a informare su quanto accade nelle acque di quel Mediterraneo che ogni giorno diventa sempre più un cimitero di speranze. Quella dei migranti, infatti, è una tragedia che non si può dimenticare. Soprattutto quando i suoi protagonisti sono bambini.

Come è accaduto, ancora una volta, nel mar Egeo. Nella notte tra martedì 10 e mercoledì 11 novembre, almeno 14 persone, tra cui 7 bambini, sono rimaste vittime dell’ennesimo naufragio che si è verificato nelle acque tra la Turchia e la Grecia. Il barcone carico di profughi si è inabissato al largo della costa turca di Ayvacik, nella provincia di Cannakale. Le persone messe in salvo sono 27, ma il bilancio della tragedia non è ancora definitivo. I sommozzatori della Guardia costiera turca, infatti, sono tutt’ora in cerca di altri naufraghi dispersi.

Il barcone era salpato dal porto di Ayvacik diretto all’isola greca di Lesbo, uno dei maggiori approdi di migranti negli ultimi mesi. Nel corso della traversata, però, l’imbarcazione si è imbattuta in una tempesta e ha cominciato da subito a incamerare acqua. Nonostante questo, la disperazione dei migranti è stata più forte della paura: da lì la decisione di proseguire il viaggio, finito però in tragedia.

Dall’inizio del 2015 sono già 580mila i profughi giunti via mare in Grecia, stando ai dati diffusi dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. È impressionante anche il numero dei migranti morti o ritenuti scomparsi nel corso delle traversate: oltre 450 nei primi 10 mesi del 2010.

Oltre a informare sulle tragedie del mare, Amici dei Bambini continua a fornire accoglienza ai migranti più fragili: le famiglie, i minori stranieri non accompagnati, le donne sole con bambini. Per loro Ai.Bi. porta avanti il progetto Non lasciamoli soli, nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare, che promuove l’affido familiare dei Misna e delle mamme con figli piccoli – per cui più di 2mila famiglie italiane hanno già dato la propria disponibilità – e l’accoglienza dei nuclei familiari in piccole comunità ad hoc.

 

Fonte: Avvenire