Mons. Zenari: “I bambini siriani stanno morendo di fame”

mario-zenari-siria-nunzio-apostolico200“Serve un cessate il fuoco parziale, anche di poche ore, nelle varie località sotto assedio della Siria, i camion con gli aiuti umanitari sono bloccati dalle diverse parti in conflitto e non possono portare aiuti fondamentali come cibo e medicine. La comunità internazionale può impegnarsi da subito per ottenere questo risultato, le persone, i bambini, stanno morendo di fame.” Accorato e drammatico: è l’appello lanciato da monsignor Mario Zenari, 68 anni, nunzio apostolico in Siria dal 2009.

Zenari è stabilmente a Damasco fin dall’inizio della guerra e in questi giorni si trova a Roma dove ha incontrato il Papa per riferirgli sulla situazione in cui versa il Paese. “In Siria – dice il diplomatico – si sta combattendo un conflitto medioevale, siamo tornati indietro di secoli, ma di fronte a questo non possiamo restare in silenzio». «In passato – prosegue – ho svolto la mia missione in Africa, sono stato in Sahel, lì ho visto scene simili, ma in quel contesto mancavano anche le risorse naturali, qui si muore di fame sotto assedio».

Un conflitto entrato nel suo quarto anno, iniziato come rivolta popolare contro la dittatura di Assad, che ha preso la forma di una feroce guerra civile a sfondo etnico in cui sta giocando un ruolo fondamentale la presenza di gruppi fondamentalisti islamici.

Intanto la popolazione muore di fame, le distruzioni proseguono, mancano le medicine. Una realtà che incredibilmente è stata dimenticata dall’Occidente, che ha perso interesse per la vicenda.

“Ma anche a Damasco – fa notare il nunzio – a volte si ha la stessa sensazione. Spesso penso che a 3-4 km di distanza da dove mi trovo, dai bar e dai negozi della città, c’è della gente che muore di fame; c’è questo campo palestinese di Yarmouk, che poi è un quartiere, sotto assedio, dove sono entrate solo le Nazioni Unite. Anche a Ghouta, la località in cui si è svolto l’attacco con le armi chimiche l’estate scorsa, non ci si può andare da molti mesi, nessuno sa come la gente vive laggiù. In molti posti non circolano più nemmeno cani e gatti. Secondo le statistiche dell’Onu, in tutta la Siria, in varie località, ci sono circa 250mila persone che vivono sotto assedio. Homs è assediata da quasi due anni. Dobbiamo ripetere che siamo di fronte a una catastrofe umanitaria.”

In questo scenario di distruzione e dolore, ciò che più dovrebbe far riflettere è la condizione dei bambini, spesso anche di pochi mesi, che non hanno cibo.  “Le madri – precisa Zenari – danno loro l’acqua con cui viene lavato il riso.”

Si conta che 9,3 milioni di siriani su una popolazione di 23 milioni abbiano bisogno di assistenza umanitaria. I camion delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie sono fermi e non riescono a muoversi, perché mancano le autorizzazioni a entrare nelle città assediate. La Comunità internazionale deve fare di più, – conclude mons. Zenari – ci sono bambini pelle e ossa.”

 

Fonte: (Linkiesta)