Nessuna mamma mette suo figlio su una barca…

“NESSUNO METTE I SUOI FIGLI SU UNA BARCA A MENO CHE L’ACQUA NON SIA SICURA…”

Qualche giorno fa c’è stata l’ennesima strage in mare: un barcone stracolmo di persone, di cui almeno 100 bambini, è naufragato al largo di Pylos, in Grecia.
Quello che colpisce è il rimpallo delle responsabilità: “Non è colpa nostra!”; “Toccava a loro”; “Non è di nostra competenza”…
È agghiacciante! Le vite umane sono diventate competenze; le vite di centinaia di bambini sono diventate “non cople”; le vite sono diventate “niente”, soprattutto se si tratta di persone diverse da NOI.

“E poi chi gli ha detto di partire?”. “Non hanno ancora capito che è pericoloso?”
Facile parlare così per chi ha una vita “normale” con una bella casa, con una famiglia, una tranquillità… Ma se per un attimo ci mettessimo nei panni di chi PARTE? Di chi disperato e angosciato sale su quei barconi e si affida al mare per raggiungere una costa che chissà se riuscirà a vedere?

EMPATIA, questa strana cosa che oggi nessuno sa più che cosa sia… perché siamo tutti presi dalle nostre cose, dai nostri problemi, dai nostri smarrimenti, dal nostro EGOISMO!
E allora l’altro ci dà fastidio, non lo vogliamo, non abbiamo tempo per pensare ai suoi problemi; “resti a casa sua!”

Già, “CASA SUA!”. Chi non vorrebbe restare nella propria terra, nel proprio Paese, nella propria casa?
Cosa spinge questi essere umani a partire per un viaggio che non sanno neanche come finirà?
Cosa passa per la testa di una mamma e a un papà che decidono di mettere su quella barca il proprio figlio?

DISPERAZIONE! Non mi viene in mente un altro termine. E allora mi angoscio a leggere quegli articoli dove viene raccontata l’ennesima strage, dove leggo di bambini morti!
Bambini che semplicemente con fiducia seguono i loro genitori CERTI che li porteranno in un posto bellissimo dove finalmente saranno felici.
Bambini che sognano una casa nuova…
Bambini che avranno provato paura, tanta paura, quando le onde li sbalzavano di qua e di là, quando l’acqua avrà iniziato ad entrare.
Bambini che avranno sentito il bisogno di respirare e invece che aria, nei polmoni entrava solo acqua.
Bambini che ormai stanchi si saranno lasciati andare a quel mare che, alla fine, non è poi stato così cattivo con loro.

Semplicemente bambini!