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L’infanzia calpestata da Silvia Della Monica. Giovanardi: “Il sottosegretario Andrea Olivero mi rispose che in CAI era tutto regolare”

Sono sempre di più i giornali che prendendo spunto dalla riunione della Cai dello scr5oso 12 settembre, mettono in evidenza le irregolarità della passata gestione della Commissione nelle mani dell’ex vicepresidente Della Monica. Confermata la gestione anomala e oscura delle pratiche con gli enti, come aveva rivelato «La Verità» nei mesi scorsi. E su cui ritorna in un articolo a firma di Marco Guerra oggi, 15 settembre che riportiamo nella sua versione integrale.

La CAI torna a riunirsi dopo 38 mesi: “Numerose irregolarità” nella gestione precedente

Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nella veste di Presidente della Cai (Commissione Adozioni internazionali) e la vicepresidente della Cai, Laura Laera hanno aperto ieri, 12 settembre, i lavori della prima riunione della Commissione Adozioni Internazionali dopo il 27 giugno 2014. Tutti gli enti autorizzati saranno sottoposti a verifica, a partire da quelli con segnalazioni e criticità. Torna la Linea CAI. In arrivo il fascicolo digitale della coppia in attesa di adozione.

Palazzo Chigi. Alla presenza di Gentiloni finalmente torna a riunirsi la CAI: ora si cancellino i 3 anni di piombo di Silvia Della Monica e si rilanci l’adozione internazionale

Alla fine di ogni tunnel c’è sempre la luce. E così è anche per le adozioni internazionali che oggi, 12 settembre 2017, segnano un momento di svolta, un giro di boa. Dopo 3 anni di piombo, 3 anni di silenzi, di disservizi e di gestione monocratica della CAI nelle mani dell’ex vicepresidente Silvia Della Monica, si è riunita a Palazzo Chigi alla presenza del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nella qualità di Presidente della CAI e della nuova vicepresidente Laura Laera, la Commissione adozioni internazionali. Oggi dopo 3 anni si torna a sperare.

Ritorna la voglia di adozione internazionale: come funziona, requisiti e costi. Il percorso di una coppia ed un bambino verso la gioia della famiglia

Un caldo record quello di quest’ Estate che pare aver fatto ritrovare la voglia di adottare alle coppie italiane. Continuano a squillare i telefoni nelle sede nazionale di Ai.Bi. – gli uffici rimarranno aperti tutto il mese di agosto – con richieste d’informazione su come adottare, tempi, requisiti e procedure. Pensando di rendere un servizio a quanti sotto l’ombrellone o all’aria fresca di montagna sognano il proprio figlio, ripercorriamo le tappe del percorso adottivo.

Annuncio shock della CAI: “Non ci sono soldi per chi ha adottato dal 2011 in poi” L’ adozione internazionale non vale lo sportello di una banca da salvare

E’ stato pubblicato sul sito della Cai ieri, 12 luglio, un comunicato di appena 4 righe ma sufficienti per buttare nello sconforto e disperazione migliaia di famiglie. Che si sfogano sui social e promettono battaglie. “Ci sono famiglie che hanno acceso un Mutuo per adottare un figlio. E fanno affidamento anche su Rimborsi per rientrare”. Che si dicono pronte a scendere in piazza, “Scendiamo in piazza? Io ci sono”. E chi molto amaramente, tira le conclusioni e chiosa “Ti giochi tutto in borsa e banca fallisce? Tranquillo lo stato ti rimborsa tutto. Adotti un bambino? Il problema è solo tuo”. Di sicuro urge conferenza Nazionale sull’adozione internazionale perché non si può lasciar morire così l’accoglienza dei minori abbandonati.

Famiglie italiane tornate a credere nell’adozione internazionale: con la nuova Autorità Centrale cambierà tutto. Prossimi obiettivi: la gratuità e l’eliminazione dei viaggi multipli

Gratuità dell’adozione internazionale, snellimento delle procedure adottive, abolizione dei viaggi multipli nei Paesi,  un “funzionario delle adozioni internazionali” in ogni Ambasciata italiana, tolleranza zero nei confronti dei pagamenti in nero e la definizione di vacanze preadottive. Ora grazie alla ripresa della attività CAI, dopo tre anni di paralisi, l’auspicio è che possano diventare realtà.

Adozione internazionale. Che cosa chiediamo ai nuovi vertici Cai? 1. Riportare pace nel sistema Italia – 2. Valorizzare la risorsa famiglia – 3. Ristabilire la fiducia con i Paesi di origine – 4. Porgere le scuse a RDC e Bulgaria

Riportare la pace nel sistema italiano dell’adozione internazionale, valorizzare la famiglia adottiva come risorsa, ristabilire la fiducia tra il nostro Paese e quelli di origine dei bambini adottati e ricostruire i rapporti con le autorità di quegli Stati come Repubblica Democratica del Congo e Bulgaria  che si sono visti coinvolti, loro malgrado, nelle vicende più oscure che hanno interessato l’adozione in questi anni. Sono queste le priorità, secondo Amici dei Bambini, sulle quali dovrebbero concentrarsi fin da subito i nuovi componenti della Commissione Adozione Internazionali, sui cui nomi si rincorrono in questi giorni voci sempre più insistenti.

Adozione internazionale nel caos. Di Biagio (AP) “Riattivare immediatamente il trend operativo della CAI e ‘collocarla’ presso il Ministero degli Affari Esteri”

Una fattiva e immediata riattivazione della Cai e soprattutto la sua collocazione presso il Ministero degli Affari Esteri. Questi i due punti principali della interpellanza che Aldo Di Biagio, senatore di Area Popolare ha presentato al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per i rapporti con il Parlamento.

“AAA – Ministro con delega all’adozione internazionale cercasi”. Nessuno vuole la “patata bollente” della presidenza Cai

La politica fugge dai problemi dell’adozione internazionale. A quanto pare, all’interno del nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, la ricerca di una figura – ministro o sottosegretario – disposto ad assumersi le deleghe di presidente della Commissione Adozioni Internazionali si sta rivelando una vera impresa.

“Dopo vittoria ‘No’, ora che succederà nell’adozione internazionale? Porre fine al clima di odio e veleni di questi 3 anni per gettare le basi di una rifondazione del sistema

Il mondo delle adozioni internazionali conta poco, che rilevanza politica possono avere quelle poche migliaia di famiglie che cercano di dare una famiglia a dei bambini abbandonati?“. Deve essere stato questo il pensiero del premier Renzi da quando si è insediato a Palazzo Chigi, quasi 3 anni fa. Infatti come è stata incomprensibile la scelta di affidare a Silvia Della Monica, già vicepresidente anche la delega di Presidente della CAI (Commissione Adozioni internazionali), creando così le premesse di una gestione assolutamente monocratica, autoreferenziale e non collaborativa, così del tutto inspiegabili sono stati i successivi comportamenti del Premier, inossidabile e sordo agli appelli che quotidianamente si levavano dalle famiglie adottive, associazioni familiari ed enti autorizzati.