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A Pane e Olio la nuova era dell’accoglienza nel segno della Nave Dolce

Il regista Daniele Vicari è stato l’ospite dell’incontro di Pane e Olio del 2 marzo nella sede romana di Ai.Bi. Dialogando con Marzia Masiello di Ai.Bi. Roma, lo storico del cinema Raffaele Rivieccio e il direttore del Social World Film Festival Giuseppe Alessio Nuzzo, Vicari ha parlato del suo film “La Nave Dolce”, che racconta dell’arrivo in Italia di migliaia di migranti albanesi a bordo della nave Vlora: quell’8 agosto 1991 iniziava la nuova era della migrazione e dell’accoglienza nel Mediterraneo. Leggi la news

Se tornassi indietro pregherei per un decreto più ampio. Adottare tre bimbi è una scelta bellissima

Adottare tre bimbi è una scelta bellissima e molto coraggiosa. sicuramente richiede molte molte energie, molto tempo da dedicare a loro, una dedizione assoluta e anche una buona disponibilità economica, senza contare che un aiuto da zii e nonni potrebbe rivelarsi prezioso!! però.. che meraviglia tanti occhietti che ti guardano, tante braccine che vi abbracciano e che si abbracciano tra loro…se tornassi indietro pregherei x un decreto più ampio e farei una scelta diversa. ma col senno di poi si Sa che è tutto più facile.

Sei figli, un affido, tre adozioni e una quarta ai nastri di partenza…dalla Bolivia al Kosovo all’ Italia, la parola d’ordine è una sola: accogliere sempre e chiunque.

La felicità ha trovato casa e si è accomodata per bene a casa De Bonis, come ben dimostra questa foto, con i sorrisi e le espressioni gioiose di Chiara, Igor e dei loro sei figli. Anzi, c’è ancora posto. E presto o tardi è probabile che su quel divano si sieda un fratello o una sorella in più.  “E’ vero, saremmo felicissimi di accogliere un altro bambino, magari grandicello – dicono Chiara e Igor, che abitano a Bolzano e sono testimoni odierni di #iosonoundono – : leggiamo sempre la rubrica ‘Figli in attesa’ sul sito di Ai.Bi e non riusciamo a darci pace del fatto che tanti bambini, oltre ad aver subito l’abbandono, anche in ragione della loro età o di un problema di salute, rischino di venire dimenticati e non trovare mai famiglia”.

Adozioni. Rdc. Comitato Genitori Rdc: “Viviamo nel silenzio più assoluto da parte delle istituzioni, soli e abbandonati a noi stessi”

Tornano a scrivere i 40 genitori adottivi del Congo che da oltre 2 anni aspettano invano i loro figli regolarmente adottati ma che ancora non hanno lasciato il Paese africano. E il dolore non è solo questo: quello che li attanaglia maggiormente è non avere alcuna notizia e segnale da parte delle istituzioniIl non essere considerati e degnati di alcuna attenzione a differenza invece di quanto accade negli altri Paesi d’Europa e del mondo dove le istituzioni costantemente tengono aggiornate le famiglie.

Messina. Etica e responsabilità sociale: Chiesa, politica e società civile per andare oltre la sfiducia nelle istituzioni

Chiesa, politica e giornalismo uniti per confrontarsi su due temi che investono la società odierna e interessano in prima linea anche le realtà del volontariato: l’etica e la responsabilità sociale. Sarà proprio questo il titolo del convegno in programma al Palacultura di Messina venerdì 4 marzo, a partire dalle ore 17.

Commissionare un figlio? Meglio adottarlo

Nichi Vendola e il suo compagno canadese hanno appena ottenuto un bambino da una madre «surrogata». Il caso, inevitabilmente, ha riacceso la questione sui diritti del piccolo, che non può scegliere. Ma soprattutto interroga le nostre coscienze sulle migliaia di orfani che anche in Italia vivono, abbandonati, tra case famiglia e comunità. Sull’argomento torna Stefano Zecchi sul numero di Panorama in questi giorni in edicola.

“Noi mamme surrogate sfruttate e senza diritti”

L’americana Elisa Gomez é diventata il simbolo della pratica dell’utero in affitto:  “Ci promettono che potremo vedere i nostri figli ma poi le autorità non ci aiutano”. A raccontare una storia di utero in affitto finita male, in una sala di Palazzo Madama, è una donna americana diventata una sorta di testimonial contro la pratica della surrogacy, cui hanno fatto ricorso anche il leader di Sel Nichi Vendola e il suo compagno per far nascere un bambino in una clinica californiana, spaccando in due l’opinione pubblica e creando fratture anche a sinistra.