Puglia: al via l’anagrafe regionale dell’affido

bimboaffidoUna buona notizia. In controtendenza con altre regioni, la Puglia investe nell’affido familiare. I destinatari dei finanziamenti sono sia le famiglie che accolgono i minori in condizioni di disagio sia le famiglie di origine. I Comuni, riuniti in ambiti territoriali, hanno tempo fino all’11 novembre per presentare i progetti, che verranno poi realizzati in collaborazione con le associazioni delle famiglie che accolgono i minori oppure con soggetti aventi esperienza pregressa nei percorsi di affido.

L’obiettivo è quello di uniformare la qualità degli affidi in tutta la regione, sperimentare nuove modalità di sostegno ai minori in condizioni di disagio, promuovere la creazione dell’anagrafe regionale sia delle famiglie affidatarie sia dei minori assegnati a strutture residenziali educative e familiari. I progetti da candidare dovranno durare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 18.

L’avviso pubblico intende lasciare alle spalle quanto emerso dal secondo Piano sociale di zona. Che ha segnalato molte criticità in tema di affido: finora con la promozione fatta a singhiozzo, l’affido ha coinvolto poche realtà. A questo si aggiunga che i modelli di presa in carico dei minori e delle famiglie finora sono stati parziali e non sostenuti da una rete di strutture idonee.

A penalizzare l’accoglienza familiare temporanea anche la mancanza di regolamenti unici persino tra comuni vicini e la presenza di contributi economici destinati alle famiglie affidatarie differenti a seconda della città di residenza. Con gli incentivi messi a disposizione si cercherà di diminuire il numero dei minori che vivono in istituto e aumentare quello dei bambini e ragazzi accolti in famiglia. Dove i bambini e i ragazzi che vivono situazioni di disagio potranno essere educati per un anno o un anno e mezzo in attesa che le famiglie di origine risolvano i problemi e gli ostacoli che impediscono loro di prendersi cura dei propri figli. Per questo sono previsti aiuti economici anche alle famiglie d’origine. Le famiglie affidatarie potranno essere familiari del minore, entro il quarto grado di parentela; oppure famiglie del tutto estranee o ancora reti di famiglie.

La Regione finanzierà i corsi di formazione per le famiglie disponibili ad accogliere i minori, la sperimentazione di forme nuove di affido, come il part-time e ancora la creazione o il potenziamento di reti tra enti e istituzioni. Tra essi il Distretto socio-sanitario, il Centro di giustizia minorile e/o il Tribunale per i minorenni per casi particolarmente difficili per i quali sarà possibile attivare supporti professionali specifici.

 

Fonte: Il Quotidiano di Puglia