Siria. Dopo nove mesi si riunisce il Comitato Istituzionale Siriano per i negoziati di pace

Costituito da 150 partecipanti: 50 dal governo siriano, 50 dall’opposizione e 50 dalla società civile siriana, che provengono da diversi contesti religiosi, etnici e geografici

La Siria, dopo nove lunghi e interminabili anni di guerra, cerca una via verso la pace. Nei giorni scorsi, infatti, si è riunito dopo ben nove mesi a Ginevra il Comitato Istituzionale Siriano per i negoziati di pace. Si è trattato della terza sessione delle discussioni agevolate dalle Nazioni Unite del Comitato costituzionale siriano che si è riunito dopo una lunga pausa causata da divergenze sull’agenda, che sono state risolte entro marzo, e poi dalle restrizioni per la pandemia da Covid-19. Il Comitato è composto da due organi: uno più ampio e uno ristretto. I primi negoziati per decidere la composizione dell’organo più ampio si sono tenuti a Ginevra alla fine di ottobre 2019. L’organismo più ampio comprende 150 partecipanti: 50 dal governo siriano, 50 dall’opposizione e 50 dalla società civile siriana, il cosiddetto “terzo medio”, che provengono da diversi contesti religiosi, etnici e geografici.

Siria. Il funzionamento del Comitato per i negoziati di pace

In base al regolamento interno del Comitato e ai termini di riferimento concordati dai partecipanti, il gruppo più ristretto, di 45 persone, ha il compito di preparare e redigere proposte. Questi vengono poi discussi e adottati dall’organo più ampio, sebbene la soglia decisionale del 75% significhi che nessun singolo blocco può dettare i risultati. I colloqui erano stati sospesi poiché alcuni partecipanti sono stati trovati positivi al Covid-19. L’inviato speciale delle Nazioni Unite Geir Pedersen ha rilasciato una dichiarazione e poche altre informazioni sono trapelate. In generale, comunque, l’inviato speciale delle Nazioni Unite ha dichiarato che ci sono ancora disaccordi molto forti, anche se i due co-presidenti (uno del governo e uno dell’opposizione) affermano che esistono anche alcune aree in comune e che nei futuri incontri si dicono fiduciosi di proseguire su questi punti in comune per portare avanti il ​​processo. Pedersen è fiducioso che si sia stati in grado di costruire un po ‘di fiducia, e che si possa lavorare su questo e continuare sul cammino che era stato intrapreso dal Comitato.

Perdersen ha inoltre ricordato come sia il collasso dell’economia siriana che il numero crescente di casi di Covid in tutto il paese, compresi i campi per sfollati interni, stiano provocando un enorme crisi umanitaria e ha quindi chiesto il sostegno continuo del Consiglio di sicurezza dell’ONU in termini di accesso umanitario a coloro che necessitano di soccorso e il sostegno a deroghe alle sanzioni per garantire l’accesso al cibo e alle forniture mediche essenziali. Ha proseguito ribadendo la necessità di un cessate il fuoco completo e immediato a livello nazionale, come richiesto nella risoluzione 2254 (2015), per consentire uno sforzo totale per combattere la pandemia.

Siria. Nell’attesa dei negoziati di pace Ai.Bi. sempre in prima linea

Nel frattempo, unica realtà umanitaria italiana presente nel Nord-Ovest siriano segnato dal conflitto, Ai.Bi. – Amici dei Bambini continua a operare sul campo a sostegno delle vittime più deboli di questa tragedia: i bambini. In questo periodo di emergenza sanitaria Ai.Bi. ha provveduto anche a distribuire kit igienico-sanitari a oltre 330 nuclei familiari composti in media da sei componenti (di cui almeno il 50% minori). Sfollati senza una casa, cibo e che necessitano di supporto sanitario, ospiti in campi profughi nei distretti di Ma’arat Misrin e Harim.

Ma tutte queste ed ancora altre fondamentali attività sono rese possibili solamente grazie alla grande generosità dei donatori che dall’Italia supportano Ai.Bi. e rendono possibile il suo impegno a favore della popolazione siriana. Anche tu puoi fare la tua parte, sostenendo la campagna #Continuiamodaibambini.

Non lasciarli soli.