Sono una lavoratrice autonoma: è obbligatorio sospendere di lavorare durante il congedo di maternità?

Buongiorno Ai.Bi.,

sono una lavoratrice autonoma iscritta alla gestione separata dell’Inps e, tra pochi mesi, dovrei diventare anche, finalmente, una mamma adottiva. All’inizio di marzo partirò infatti con mio marito per il Brasile, dove andremo a prendere nostro figlio, un bel bambino di 7 anni e mezzo che non vediamo l’ora di incontrare e di portare a casa con noi.

Non avendo mai avuto figli prima d’ora, né biologici né adottivi o affidatari, non sono per nulla esperta di tutte le questioni relative al congedo di maternità. So che dovendo avere a che fare con un bambino abbastanza grandicello sarebbe necessario dedicargli più tempo, almeno nel periodo immediatamente successivo al suo arrivo in Italia. Tuttavia, negli ultimi tempi le cose non sono andate benissimo per il mio lavoro, pertanto, per non gravare eccessivamente sulle spalle di mio marito, mi sarebbe utile poter continuare a lavorare anche durante il periodo obbligatorio di maternità.

Sapete dirmi se è possibile?

Grazie,

Stefania

 

CRINO-21Cara Stefania,

il Jobs Act degli autonomi, come è stato definito il disegno di legge varato dal governo il 28 gennaio che sarà presto discusso in Parlamento, viene in suo aiuto. Esso prevede, infatti, che, per le collaboratrici e le lavoratrici autonome dotate di Partita Iva iscritte alla gestione separata dell’Inps, l’indennità monetaria riconosciuta per 5 mesi possa essere ricevuta senza necessariamente dover interrompere la carriera lavorativa.

Con questo pacchetto per incentivare la maternità il governo ha inteso allineare le lavoratrici iscritte alla gestione separata alle libere professioniste aderenti alle casse private, per le quali la possibilità di lavorare durante la maternità era già riconosciuta per legge, nello specifico dal decreto legislativo 151 del 2001.

In questo modo, nelle intenzioni del governo, si dovrebbe riuscire a contrastare  la maggiore discontinuità di carriera delle neomadri – biologiche o adottive – collaboratrici o con Partita Iva.

Anche per le lavoratrici autonome, inoltre, viene esteso il congedo parentale riconosciuto ai genitori fino ai 6 mesi entro i primi 3 anni di vita del bambino.

Con il Jobs Act degli autonomi, l’Italia si allinea quindi, sul tema della maternità, alla maggior parte dei Paesi europei,  in cui l’astensione lavorativa per l’intero periodo del congedo non è obbligatorio. Non esiste ancora, però, in Italia, una norma simmetrica anche per i padri.

Un caro augurio per il futuro,

 

Antonio Crinò

Direttore Generale di Ai.Bi.