Sostegno alla famiglia: requisiti più chiari per il “bonus mamma” e il voucher per le baby sitter non rischia di sparire

BONUS BEBèBuone notizie per le mamme alle prese con le spese necessarie per fare crescere i loro bambini e in particolare i neonati. Arrivano infatti nuovi chiarimenti sui requisiti per ottenere il “bonus mamma”, i 600 euro per l’accesso al servizio di baby sitting non sono stati tagliati in seguito all’abolizione del sistema dei voucher e aumenta l’indennità di maternità per le lavoratrici dipendenti di cooperative e consorzi agricoli. Ma andiamo con ordine e vediamo una per una queste novità.

Aggiornando la sua circolare del 27 febbraio, l’Inps risponde alle incertezze e ai dubbi in merito alle possibilità di accesso al “bonus mamma”. L’assegno di 800 euro viene erogato in un’unica soluzione e spetta a tutte le neomamme indipendentemente dal loro reddito. Ad averne diritto sono quindi tutte le mamme residenti sul territorio nazionale: italiane, comunitarie o extracomunitarie in possesso di status di rifugiato politico, di permesso UE di lungo soggiorno o di carta di soggiorno come famigliare di un cittadino dell’Unione oppure in condizione di protezione sussidiaria. A decorrere dal 1° gennaio 2017, il diritto al bonus si matura, per le madri biologiche, dal compimento del settimo mese di gravidanza oppure a parto avvenuto. L’assegno spetta anche alle neomamme adottive che accolgono un minore in adozione nazionale o internazionale e a quelle che aprono le porte a un bambino in affido preadottivo, anch’esso nazionale o internazionale. È importante ricordare che gli 800 euro sono legati al singolo “evento” – nascita, adozione, affido preadottivo – e non al numero di figli: in caso di parto gemellare o di adozione di due o più fratelli, l’importo non cambia. Da maggio, infine, i moduli per la richiesta del bonus saranno scaricabili dall’apposita piattaforma che l’Inps sta predisponendo, oggetto nelle settimane scorse di una polemica con il dipartimento della Famiglia.

Seconda questione: il sostegno economico per il pagamento delle baby sitter. Il governo ha abolito il sistema dei voucher e questo ha fatto sì che l’Inps abbia dovuto bloccare l’emissione di nuovi “buoni lavoro”. Ma il provvedimento non riguarda l’erogazione dei 600 euro per il servizio di baby-sitter previsti per le lavoratrici dipendenti in alternativa al congedo parentale. Ad averne diritto sono anche mamme artigiane, commercianti, coltivatrici dirette e collaboratrici coordinate e continuative.

Terzo punto: aumenta l’indennità di maternità per le lavoratrici dipendenti di cooperative e di consorzi agricoli. Una recente modifica del contratto nazionale di lavoro obbliga il datore di lavoro a integrare, per un massimo di 5 mesi, l’indennità dell’Inps fino al 100% dell’ultima retribuzione percepita dalla lavoratrice prima dell’assenza obbligatoria per maternità. Dal 1° gennaio 2017 l’integrazione riguarda tutte le dipendenti, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro.

 

Fonte: Avvenire