Troppi enti autorizzati: ecco a cosa si arriva

Michele scrive:

Io sono basito della reazione degli enti. Un Ministro prima di nominare un suo collaboratore deve consultare gli enti? Dove sta scritto che lo deve fare? Probabilmente al Ministro sono arrivate parecchie storie di coppie adottive che hanno avuto un percorso tormentato e ritenendole segnalazioni valide ha deciso di dare più voce alle famiglie che attualmente, dopo i bambini, a mio parere, sono un soggetto debole della procedura adottiva. Purtroppo l’elevato numero di enti, la loro distribuzione nel paese e la centralità del controllo nelle mani della CAI, non garantisce in modo efficace il rispetto della normativa adottiva italiana ed internazionale. Un maggior controllo sull’operato degli enti autorizzati, affidato ai Tribunali dei Minori distribuiti in ogni regione, secondo il mio punto di vista, rimetterebbe la bilancia in parità e molte coppie ritornerebbero a pensare all’adozione, perché il loro vistoso calo di questi ultimi anni non deriva solo da un problema economico o da selezioni troppo dure dei TDM.

Caro Michele,

il suo commento offre spunti di dibattito in questo ultimo scorcio d’estate che ha dato non pochi problemi al mondo dell’adozione. Nelle righe che lei ha scritto non possiamo che riconoscere quanto da mesi, anzi ormai da alcuni anni, stiamo protestando a voce altissima: troppi enti autorizzati non danno credibilità al sistema.

Chi sedeva negli scorsi anni ai posti di comando della CAI non ha saputo cogliere questo allarme di carattere oggettivo, forse perché aveva gli occhi foderati da ben altri interessi. Mi riferisco alla presidenza dell’ex ministro Giovanardi, il quale è sempre stato del parere che tanti enti erano cosa buona e dovuta.

Peccato che intanto l’ONU e il suo Comitato per i Diritti dell’Infanzia non la pensasse così. L’ammonizione che il Comitato ha rivolto all’Italia il 6 ottobre 2011, esortando le autorità a rivedere il sovrannumero di enti, è stato ignorato. Ed ecco a che punto siamo.

Occorre un sistema nuovo, una nuova legge. Ai.Bi. la presenterà in articolato completo a Monte Colmbo, nel Convegno Internazionale del 27, 28 e 29 agosto. Attenzione però a non attribuire troppe competenze di controllo ai Tribunali dei Minori con eccessiva leggerezza: per quanto l’istituzione della magistratura sia fondamentale oggi nella garanzia di legalità, non lo è per quanto riguarda l’assegnazione delle idoneità all’adozione internazionale e le prove sono attorno a noi: i magistrati dei Tribunali dei Minori hanno formalizzato l’idoneità delle coppie, quando invece occorre sostanziarla con la preparazione dei servizi territoriali, in collaborazione con meno enti autorizzati. Per valorizzare alla massima potenza ogni loro risorsa di amore. Rari sono i magistrati, in Italia, che lo comprendono. E non ce ne stupiamo: possiedono tutt’altro tipo di competenze.

Irene Bertuzzi, Area Accompagnamento e Formazione di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini