USA. Dopo il divieto dell’aborto, si riempiono le “Culle per la vita”

A Carmel, nell’Indiana, dall’inizio del dibattito sull’aborto la culla per la vita si è riempita per ben sei volte. La situazione in Italia

Da un articolo di Repubblica, si apprende come negli Stati Uniti di America, negli ultimi anni stiano aumentando il numero di “Culle per la Vita”.

A Carmel, nell’Indiana, quella collocata sul retro della stazione dei pompieri e che in tre anni non era mai stata utilizzata, dall’inizio del dibattito sull’aborto si è riempita per ben sei volte, riporta il quotidiano.

Le culle di cui parla Repubblica sono le “Safe Haven Baby Box”, che prendono il nome dall’ organizzazione senza scopo di lucro Safe Haven, fondata dall’attivista pro-life Monica Kelsey, 46 anni, adottata dopo essere stata abbandonata da una mamma teenager che era stata violentata. La Kelsey ha iniziato ad installare le sue prime “baby box” nel 2016.

Le culle per la vita in Italia

In Italia, le culle per la vita, sono all’incirca 60un elenco è disponibile a questo link. Solo pochi anni fa, una Culla per la Vita, a Bari ha salvato il piccolo Luigi QUI Anche la nostra associazione, nel 2015 ha inaugurato a Pedriano, (nella periferia sud di Milano), la culla per la vita denominata la Chioccia”.

Culla per la vita. Come funziona?

Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere. Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.

Sono troppe e troppo vivide le notizie di piccoli abbandonati ai bordi della strada, all’interno di cassonetti. Grazie alla culla per la vita, una mamma può lasciare in anonimato il neonato e allontanarsi senza essere perseguita penalmente, con le stesse garanzie e diritti del parto in anonimato in ospedale.

Cos’è il parto in anonimato?

Ce lo spiega il Ministero della Salute: “La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. Maggiori informazioni QUI

Ai.Bi. da sempre sottolinea l’importanza  delle Culle per la Vita e si batte perché in Italia  una legge apposita le renda obbligatorie in ogni Comune QUI