Utero in affitto. Il feto è “difettoso”? Nessun problema: l’aborto è compreso nel prezzo…

Il mercato della Gestazione per altri non si ferma con il Covid. Anzi, più la povertà dilaga più aumentano le madri surrogate

Il feto concepito con l’utero in affitto è difettoso? Nessun problema, l’aborto è incluso nel prezzo. Sembra assurdo, ma questa è una delle “formule” (come se si parlasse di un detersivo al supermercato) che le società che offrono servizi di maternità surrogata propongono agli aspiranti genitori loro clienti… A riportarlo è Radio Notre Dame, emittente cattolica francese e francofona, che documenta le offerte delle società che si sono presentate a una fiera svoltasi nel mese di settembre a Parigi (in piena “seconda ondata” di Coronavirus) e dedicata esplicitamente al mercato della GPA, la Gestazione per altri.

“Una delle società straniere che hanno presentato i loro servizi ai clienti francesi – ha raccontato la radio – proponeva la Gpa a 126mila euro. Un altro annunciava una scelta di ‘madri portatrici’ sul catalogo, oltre alla possibilità di scegliere il sesso del figlio, di far abortire la madre o di abbandonare il neonato in presenza di una anomalia, con la garanzia, in questo caso, di godere di un nuova Gpa gratuitamente”.

E, così, se l’altra fiera intitolata “Men having babies”, esclusivamente dedicata ai clienti omosessuali, che si sarebbe dovuta svolgere a Bruxelles nel primo fine settimana di novembre, è saltata a causa del Coronavirus (ma gli “stand virtuali” sono stati trasferiti su internet), l’utero in affitto gode di ottima salute, nonostante il Covid-19.

Utero in affitto e aborto in omaggio…

Come spiega il quotidiano Avvenire, “il 28 settembre le frontiere dell’Ucraina si sono aperte e decine di coppie committenti hanno potuto ritirare il proprio bebè. Lo stesso sta accadendo con la Russia e gli Stati Uniti. Paradossalmente lo scandalo dei bambini accatastati all’hotel Venezia di Kiev perché i genitori intenzionali non potevano entrare in Ucraina a causa del lockdown globale, ha portato fortuna alla BioTexCom, la clinica per la fertilità che a inizio maggio aveva pubblicato il video. La società, infatti, attraverso il suo sito annuncia l’apertura di una sede a Londra, e avvisa che a causa della mole di richieste e per evitare lunghe attese è costretta a non accettare temporaneamente coppie di aspiranti genitori (eterosessuali) da 17 Paesi, tra i quali Francia, Olanda, Messico, Grecia e Giappone”.

Invece, il “fenomeno nuovo, come documenta The News Minute, è la crescita esponenziale di aspiranti madri surrogate e donatrici di ovociti tra le donne della classe media intellettuale. Sono giovani istruite, che hanno perso il lavoro nei settori dell’ospitalità e del turismo e che ora non sanno come sbarcare il lunario. È proprio questo il rischio: la pandemia ha fatto crescere la povertà e le donne sono tra le principali vittime, tanto che affittare il proprio utero potrebbe diventare una sorta di ‘telelavoro’ (riproduttivo) attraente per chi non ha niente da perdere”.

Le prospettive di questo settore, dato il contesto, sembrano quindi rosee: il “Global Surrogacy Market Report, in una elaborazione del 2019 stimava nel 2018 un giro d’affari per la Gpa di 6 miliardi di dollari, che diventeranno 27,5 miliardi nel 2025, con una crescita annuale del 24,5%. Di questi, 17,7 miliardi andranno alle cliniche della fertilità, pari al 64%. Detratta la parte che finirà in tasca agli intermediari, si capisce come alle donne portatrici arrivino le briciole”.