Veneto. “L’adozione internazionale è solo un accompagnamento alla maggiore età”

servizi_socialiNel Veneto c’è un gran lavoro da fare sul piano delle adozioni internazionali. I servizi locali, infatti, non incoraggiano le coppie ad accogliere bambini provenienti da altri Paesi e quelli più grandicelli prospettando ai futuri genitori iter lunghi, farraginosi e problemi nell’inserimento a scuola e nella società per i minori stessi.

“Molte coppie mi hanno raccontato  – dice Massimo Cecchetti, coordinatore regionale Ai.Bi. Veneto – di essere state scoraggiate da psicologi e assistenti sociali nel corso di vari incontri. Gli raccontano di ‘odissee’ infinite, costose e senza risultati certi e soprattutto usano espressioni poco corrette. Parlano non tanto di adozioni quanto piuttosto di ‘accompagnamento alla maggiore età’ facendo esplicito riferimento al fatto che i bambini ‘adottabili’ non avrebbero meno di 8 anni”.

Niente di più lontano dal valore di adozione come atto di giustizia, sposato e promosso da Ai.Bi., Amici dei Bambini.

“Bisogna educare – continua Cecchetti – prima questi operatori locali e poi le stesse famiglie, spiegare loro cosa significa adottare e accogliere un bambino di un altro Paese: adottare è un atto di giustizia. Soprattutto, bisogna loro chiarire che le difficoltà paventate non sono insormontabili. Anzi: con un’opportuna formazione e accompagnamento delle coppie con i corsi maturativi, non solo si superano ma anche con ottimi risultati. Non a caso Ai.Bi. ha coronato il sogno di molteplici famiglie che hanno accolto felicemente minori di altri Paesi”.

Il primo step è quindi “rompere il muro dell’isolamento – conclude Cecchetti – e della diffidenza di questi operatori locali coinvolgendoli nel corretto spirito dell’accoglienza”.