200 parlamentari americani scrivono a John Kerry: “Necessaria una rapida azione per portare a casa i bambini congolesi adottati”

kerryDuecento membri del Congresso degli Stati Uniti hanno firmato una lettera congiunta per chiedere al Dipartimento di Stato, autorità centrale statunitense per le adozioni internazionali, e al Segretario di Stato John Kerry di intervenire direttamente per risolvere la situazione che vede centinaia di bambini congolesi regolarmente adottati, ma ancora bloccati nel loro Paese di origine. Di seguito il testo integrale della notizia apparsa il 30 novembre su alcuni organi di stampa degli Stati Uniti.

I membri del Congresso degli Stati Uniti non hanno dimenticato le centinaia di bambini dall’altra parte del mondo, nella Repubblica Democratica del Congo, che non possono andare a casa. Per questo, hanno inviato alcune lettere ai funzionari congolesi, chiedendo loro di permettere ai bambini che sono stati adottati da cittadini degli Stati Uniti e di altri Paesi di poter raggiungere finalmente le loro nuove famiglie. I leader congolesi, però, non emettono i documenti di uscita da più di un anno, lasciando centinaia di bambini in una sorta di limbo.

Circa 200 membri del Congresso hanno quindi deciso recentemente di firmare una lettera congiunta.

“Alcuni di questi bambini sono rimasti separati dai loro genitori per più di un anno, aspettando l’autorizzazione finale alla partenza –  si legge in questa lettera -. Tragicamente, alcuni di loro sono morti mentre aspettavano il permesso di uscita, e altri sono gravemente malati e hanno bisogno di cure mediche urgenti. Noi speriamo che voi concordiate sul fatto che sia necessaria una rapida azione per prevenire ulteriori perdite di vite innocenti e continui sofferenza e disagio per i bambini e i loro genitori”.

Un segno potenzialmente incoraggiante è quello di un piccolo gruppo di bambini “nel limbo” che si trova in condizioni di salute così gravi da poterne provocare la morte – come Hiv o patologie cardiache o polmonari – che hanno ricevuto i permessi di uscita in modo da poter accedere alle cure mediche.

A novembre, Andrea e Chris Steward, delle Florida, hanno con successo portato a casa, dalla Repubblica Democratica del Congo, il loro figlio adottivo di 10 mesi, Cruz. Il piccolo ha bisogno di un delicato intervento chirurgico a causa di malformazioni cardiache e polmonari.

A settembre 2013, la Repubblica Democratica del Congo ha bloccato l’emissione di permessi di uscita dopo aver saputo che alcuni bambini congolesi potrebbero essere stati abusati dalle loro famiglie adottive o adottati da persone diverse una volta lasciato il loro Paese natale, a quanto riferisce il Dipartimento di Stato.

“I funzionari congolesi ci hanno informato  in diverse occasioni che la sospensione fu dovuta in parte alle carenze delle procedure adottive congolesi, che essi credono non in grado di proteggere adeguatamente i bambini – secondo una dichiarazione apparsa sul sito del Dipartimento di Stato -. La sospensione fu imposta a tutte le adozioni internazionali di bambini congolesi e a tutti i genitori adottivi e aspiranti tali provenienti da ogni Paese, non solo ai genitori adottivi e aspiranti tali degli Stati Uniti”.

I funzionari congolesi non hanno detto quando riprenderanno a emettere i permessi di uscita. Il presidente Joseph Kabila ha annunciato che la sospensione non può essere rimossa finché il Parlamento non approva la nuova legge sulle adozioni. E sebbene lui e altri leader congolesi sembrano favorevoli alla nuova legge, non ci sono proposte sul tavolo.

Lo staff dei membri del Congresso ha incontrato i membri dell’Assemblea Nazionale della Repubblica Democratica del Congo che hanno detto di avere bisogno di certezze sul fatto che i bambini nel loro Paese siano al sicuro, indipendentemente da dove si trovino.

Una delegazione del Dipartimento di Stato americano è in attesa di partire per Kinshasa a dicembre per un incontro con i funzionari congolesi.

“Noi rimaniamo impegnati a garantire che le leggi federali negli Stati Uniti continuino a proteggere tutti i bambini contro l’abuso e l’abbandono e puniscano adeguatamente qualsiasi persona che violi queste leggi”, afferma la lettera dei membri del Congresso. “Noi richiediamo rispettosamente che l’Assemblea Nazionale congolese e il Senato diano priorità a una legislazione che rafforzi il processo dell’adozione internazionale congolese. Questa legislazione assicurerebbe che l’adozione internazionale di bambini congolesi possa essere completata in modo onesto ed etico e che i bambini che attualmente sono in attesa di essere ricongiunti con i loro genitori possano finalmente godere dei benefici di vivere nella sicurezza di una famiglia stabile e amorevole”.

Una certa quantità di cittadini statunitensi negli ultimi anni si è interessata al Congo per le adozioni viste le grandi e sempre crescenti necessità di quel Paese.

La Repubblica Democratica del Congo è il secondo Paese più grande dell’Africa, ma milioni di persone sono morte nella guerra civile più di 10 anni fa. La povertà, il conflitto armato e altri problemi hanno fatto pagare un tributo molto pesante alla popolazione locale, che è una delle quattro con più bambini orfani al mondo. Lì, un bambino su 7 muore prima di compiere 5 anni. Secondo un rapporto dell’Unicef, meno della metà di quelli che sopravvivono ha accesso all’acqua potabile, quasi un quarto è sottopeso, e quasi la metà non viene vaccinata contro le comuni malattie dell’infanzia.

Comunque, i funzionari del Dipartimento di Stato si stanno fortemente raccomandando affinché nessuno avvii adesso un’adozione nella Repubblica Democratica del Congo.

La petizione online è stata firmata da più di 117mila persone, anche per incoraggiare i funzionari del Dipartimento di Stato, compreso il Segretario di Stato John Carry, a intervenire personalmente per risolvere questa situazione. “Ogni giorno che passa, questi bambini in attesa vengono danneggiati – si legge nella petizione. – Hanno bisogno di una soluzione adesso!”

 

Fonte: Mc Clatchy DC