L’intervista. Spadafora (Ai.Bi.): “Con ‘Panthakù’ coinvolti 500 adolescenti, 600 nuclei famigliari e 80 insegnanti”

“Ci ispiriamo a Platone. Il nome del progetto parla infatti di un’educazione che si deve sviluppare dappertutto: a scuola, in famiglia, nella comunità”

Antonella Spadafora, 42enne calabrese, da oltre 10 anni è una delle colonne portanti di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, un’organizzazione non governativa costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie, che lavora al fianco dei bimbi ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza dell’abbandono minorile.

Oggi coordina il progetto promosso proprio da Ai.Bi. “Panthakù. Educare dappertutto”, che nasce per contrastare la povertà educativa in Campania coinvolgendo oltre 500 adolescenti, 600 nuclei familiari e 80 insegnanti. Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo contro la povertà educativa minorile.

Un impegno, quello di Antonella Spadafora, recentemente premiato anche con un’intervista sulla sezione Buone Notizie de Il Corriere della Sera.

“Il nostro progetto – ha raccontato Antonella Spadafora – è partito ufficialmente nel settembre 2018 ed è uno degli 86 programmi approvati su scala nazionale per l’accompagnamento ai ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. Il nostro obiettivo è contrastare la povertà educativa in Campania, nei territori di Salerno, Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta e Castellammare di Stabia nel napoletano, attraverso interventi rivolti alle scuole, ragazzi, famiglie e in generale alla comunità intesa come entità educata, educante e solidale. Non a caso il progetto si chiama ‘Panthakù’, termine greco introdotto da Platone per parlare di educazione, e della necessità che questa si realizzi ‘dappertutto’, in ogni ambito: in famiglia, a scuola e nella comunità”.

“La nostra azione ha una durata triennale – prosegue Spadafora – e prevede interventi che coinvolgeranno oltre mille beneficiari, da costruire e realizzare con la collaborazione di scuole, comuni e ben 20 organizzazioni del Terzo settore, partner di progetto.(…) Insegnanti, famiglie ed educatori spiega lavorano in sinergia per accompagnare i ragazzi. Gli insegnanti sono formati sulla metodologia Lego Serious Play, i ragazzi, invece, hanno la possibilità di mettersi alla prova in attività extrascolastiche ricreative, artistiche e formative con attività sportive, stage brevi con le botteghe artigiane e laboratori di lettura e scrittura creativa, laboratori di danza e movimento, di teatro e dei mestieri dello spettacolo. La speranza è che, attraverso l’esperienza diretta, gli studenti acquisiscano valori positivi e possano esplorare a fondo ognuno il proprio sé scoprendo risorse e stimoli nuovi alla crescita. E poi le famiglie, che saranno coinvolte nella creazione di un’associazione di genitori attiva sul territorio che diventerà primo attore della comunità educante e solidale”.