Siria. 900mila i civili sfollati. Il 60% sono bambini. #Nonlasciamolisoli

Griffini (Ai.Bi.) intervistato da Vatican News sulla nuova campagna per sostenere i bimbi siriani

Dal primo dicembre scorso sono circa 900mila i civili sfollati nella Siria nord-occidentale in seguito all’offensiva governativa e russa contro i gruppi ribelli sostenuti dalla Turchia. Il 60% di questi sono bambini. Una crisi umanitaria incredibile, definita da Mark Lowcock, segretario delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, il peggiore “orrore umanitario del XXI secolo”.

Una situazione devastante per le vittime più innocenti: i più piccoli. Sulle condizioni dei minori nei campi profughi è intervenuto anche Marco Griffini, presidente di Ai.Bi – Amici dei Bambini, unica organizzazione umanitaria italiana ancora presente a Idlib che ieri ha lanciato la campagna #Nonlasciamolisoli, intervistato da Marco Guerra per Vatican News.

“Innanzi tutto – ha detto il presidente di Ai.Bi. – (…) ringraziamo il Santo Padre per l’appello dell’altro ieri. Tra l’altro proprio per far seguito all’appello, abbiamo lanciato questa campagna di emergenza che si chiama: #Nonlasciamolisoli, innanzitutto per tenere accesa quella fiammella di interesse sulla Siria perché a differenza delle altre grandi guerre, tipo la Bosnia, il Kosovo, sembra che quella siriana sia una zona dimenticata nonostante la vicinanza all’Occidente. Gli interventi che facciamo sono di emergenza, prima di tutto per garantire l’alimentazione. Quindi abbiamo creato un forno, una panetteria mobile, che si sposta continuamente perché le panetterie create questi anni – siamo presenti qui da 5 anni – sono state tutte bombardate. Stessa sorte è toccata anche alle ludoteche che abbiamo creato nonostante fossero sotterranee. Abbiamo quindi avuto l’idea di questo forno mobile che continuamente spostiamo e cerchiamo di mimetizzare per fare in modo che non sia individuato. Gli altri interventi sono rivolti ai bambini, quindi parliamo ancora di alimentazione, di kit sanitari, ma sono anche interventi psicologici per combattere questo disordine post traumatico, perché ricordiamoci che la guerra è iniziata nove anni fa e tutti i bambini nati in questi tempi, che quindi hanno 8-9 anni, sono bambini che non hanno mai conosciuto un giorno di pace. Dunque è impossibile per un bambino vivere in questa situazione; ha bisogno di questo continuo sostegno di natura psicologica per far capire che comunque questa non è la vita, che c’è anche un’altra vita, che bisogna aspirare ad una vita differente. Poi ci sono anche, laddove è possibile nei momenti di tregua, spazi dedicati al gioco, perché i bambini devono giocare. Ci sono anche educatori specializzati che nonostante la realtà nel campo profughi, trovano il modo di farli giocare”.

Ci siamo detti – ha proseguito Griffini – che non possiamo abbandonare questo popolazione siriana e soprattutto questi bambini. Le lascio immaginare cosa vuol dire la vita in un campo profughi; devi spostarti continuamente. Una nota dell’altro ieri segnala che mancano gli spazi per costruire i campi profughi; sono talmente tanti che non si sa più dove costruirli. Questa è la realtà che stiamo vivendo a poche ore di distanza dall’Italia, ma purtroppo è sceso un oblio inspiegabile su questa tragedia”.

“Durante un conflitto bellico – ha aggiunto il presidente di Amici dei Bambini – l’unico intervento è possibile è quello di assistere questi bambini dando loro il necessario per poter vivere, ma anche tenendo presente – in considerazione del fatto che sono bambini – che come tutti i nostri figli hanno diritto allo studio, hanno diritto al gioco, hanno diritto ad un attimo di serenità nella tragedia della guerra. Questo è il tipo intervento in cui Ai.Bi si è specializzato, ovvero far capire, per esempio, specialmente i donatori, che un bambino di due mesi non può mangiare una scatoletta di carne, ma deve mangiare un omogeneizzato. Molte volte infatti gli aiuti umanitari non considerano che nella popolazione dei profughi che sono anche bambini di pochi mesi, bambini di un anno o due. Ecco, i nostri interventi sono specializzati per questa fascia d’età”.

Si può contribuire alla campagna #Nonlasciamolisoli donando sul sito web di Ai.Bi. oppure con una donazione libera sul c/c di Intesa San Paolo intestato a Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, IBAN IT40 Z030 6909 6061 0000 0122 477, inserendo come causale “Siria. Non lasciamoli soli”. In alternativa è possibile utilizzare il c/c postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini, IBAN: IT89R0760101600000000003012.