Kenya. La protezione dei minori, fragili come palloncini

Utilizzando la metafora dei palloncini, lo staff multidisciplinare di Ai.Bi. ha spiegato il concetto di protezione dei minori negli incontri di formazione delle risorse umane dell’istituto per minori vulnerabili Shelter Children’s Home, in Kenya

Cosa vuol dire protezione? Cosa reca danno ai bambini? Chi può fargli del male e di chi è la responsabilità di proteggerli? Sono queste le domande a cui è stato chiamato a rispondere lo staff delle risorse umane del centro Shelter Children’s Home, in Kenya, durante le sessioni formative portate avanti dallo staff multidisciplinare di Ai.Bi. all’interno del progetto “Con Te Sono Un Grande”, cofinanziato dalla Provincia di Bolzano con lo scopo di supportare l’ingresso in società dei bambini che hanno vissuto in istituto.

La fragilità di un palloncino per piegare la protezione dei minori

Per far passare in una maniera più immediata, chiara e coinvolgente i concetti fondamentali relativi alla protezione dei minori, lo staff ha utilizzato un metodo interattivo, pensato per dimostrare ai lavoratori di Shelter il senso della cura dei nostri figli.

A rappresentare i bambini sono stati gonfiati diversi palloncini. Quindi, il personale è stato diviso in due gruppi: uno deputato a proteggere i bambini; l’altro chiamato a rappresentare i possibili mali o le aggressioni nei confronti dei minori.
Ognuna delle persone coinvolte doveva darsi un nome: da una parte c’erano, per esempio, la comunità, gli istituti, la società civile… Dall’altra l’abbandono, le mutilazioni genitali, i matrimoni forzati, gli abusi, la violenza, il lavoro forzato…

Protezione dei minori, una responsabilità collettiva

Per chi doveva proteggere i palloncini sono stati minuti difficili e, per quanto si siano impegnati, alla fine non un solo palloncino si è salvato dall’essere scoppiato: erano troppo pochi coloro che dovevano proteggerli in confronto ai tanti che miravano a distruggerli, incarnazione di tutte le sfide che un bambino deve affrontare e subire.
Questa attività ha dimostrato a tutti quanto siano vulnerabili i nostri figli e come sia responsabilità di ognuno di noi e della società nel suo complesso doverli proteggere.

Una responsabilità a cui chiunque deve sentirti chiamato e alla quale può partecipare anche da lontano attraverso il Sostegno a distanza. Con 25 euro al mese, meno di un caffè al giorno, si aiuta Ai.Bi. a portare avanti progetti come questo e a sostenere tutti i minori abbandonati nel loro cammino.