A Strasburgo si fa il punto sulle adozioni in Europa

_esterno-parlamento-europeo“Adozioni internazionali in Europa: sfide per garantire gli interessi del bambino”.  È questo il titolo del convegno organizzato dall’Unione Europea che si svolgerà a Strasburgo il 30 novembre e il 1° dicembre 2009.

All’appuntamento al quale parteciperanno docenti universitari, politici e rappresentanti delle ONG da tutta Europa, Ai.Bi è stata invitata a prendere parte. La due giorni di studio sarà l’occasione per fare il punto della situazione sul sistema di protezione dell’infanzia in Europa.

Tra i relatori vi sono: Isabelle Berro Lefevre (giudice nella Corte Europea per i Diritti Umani), Edmond Mcloughney (presidente dell’Unicef in Romania), Raffaella Pregliasco dell’Istituto degli Innocenti e William Duncan (deputato della Conferenza di Diritto internazionale de l’Aja).

Tante le tematiche all’ordine del giorno dal diritto della famiglia a livello internazionale, alla prevenzione degli abusi nelle procedure di adozione, dalle buone pratiche nel settore adozione, ai sistemi di protezione dell’infanzia in Romania e in Bulgaria. E sarà proprio la referente di Ai.Bi in Bulgaria, l’avvocato Krassimira Natan di Sofia, a spiegare la condizione dell’infanzia in Bulgaria, Paese che a differenza della Romania non ha bloccato le adozioni internazionali e ha deciso di dare nuovo impulso al sistema. Infatti dai dati della Commissione per le adozioni internazionali, la Bulgaria figura tra i primi 10 Paesi di provenienza dei minori adottati dalle famiglie italiane nel primo semestre del 2009(64 bambini accolti).

Rimane invece preoccupante la situazione in Romania: secondo i dati del Servizio Pubblico Specializzato per la protezione dei bambini sono oltre 80mila i minori che vivono in istituto o in stato di accoglienza temporanea in Romania. A Bucarest le adozioni internazionali sono state sospese nel 2001 con una moratoria voluta dal governo. Ma recentemente Bogdan Panait, il Segretario di Stato dell’ufficio Romeno per le Adozioni (ORA), ha dichiarato di essere favorevole a modificare la legge che finora ha bloccato le adozioni internazionali.