Adottare in Kenya: ma davvero è così dura?

Daniela scrive:
Mi hanno detto che la legge keniota è molto rigida in materia di adozione internazionale perché prevede, per i futuri genitori, un soggiorno di un anno in Kenya…
E questo rende tutto impossibile visto che per poter mantenere un bambino bisogna pur lavorare…
Come funziona di preciso?

Cara Daniela,

la ringraziamo per la sua domanda, che ci permette di trattare in modo specifico la procedura di adozione internazionale in Kenya alla luce delle vigenti procedure, non così rigide come sembra.

La legge prevede una permanenza della coppia sul Paese di circa 8 mesi e non c’è dubbio che questo sia l’elemento di maggior criticità per le adozioni internazionali sul Paese. Ma detto questo non dobbiamo dimenticare che dopo 4 mesi e mezzo a uno dei due genitori si riconosce la possibilità di rientrare in patria; il genitore dovrà comunque fare in modo di essere presente a tutti gli altri momenti salienti della procedura, ovvero agli incontri con i servizi sociali e a due udienze presso la corte suprema.

Quindi più che di rigidità – come vede sono previste alternative flessibili – dobbiamo parlare di lunghezza. Inoltre la madre adottante può chiedere un’aspettativa di 5 mesi obbligatori, più i facoltativi. Insomma ci sono da tenere in conto un pochino di viaggi!

Per maggiori informazioni le suggerisco di partecipare a un nostro corso informativo e maturativo, di cui trova maggiori informazioni all’indirizzo https://www.aibi.it/ita/attivita/adozione-internazionale/percorsi-maturativi/

Cordiali saluti,

Stefano Crespan, responsabile area Africa di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini