Adozione e media: prima i gay, poi i cani e… infine, i bambini abbandonati

Didi scrive:
Quanta demagogia! Ma vi immaginate una campagna pubblicitaria con questo slogan: “Non abbandonate i bambini”…? Ma pensate che possa avere un senso? Ma chi abbandona un bambino lo fa perché deve andare in vacanza a divertirsi? Chi abbandona un bambino lo fa per ragioni profonde che non cambiano se glielo diciamo su un manifesto pubblicitario. Ed anche la campagna “Adotta un bambino”: non ha senso neanche questo! Anche questo viene dal cuore e da ragioni che vanno oltre il semplice spirito umanitario. Le coppie che si avvicinano all’adozione ci arrivano con un percorso forte, profondo e a volte doloroso che non ha niente a che vedere con le campagne pubblicitarie. Le campagne invece funzionano benissimo, ed è stato dimostrato, per quelle incivili “bestie” che abbandonano gli animali. Quindi non paragoniamo queste due cose completamente diverse!

Cara Didi,

i vostri commenti, molto accorati, permettono di puntualizzare un aspetto fondamentale del dibattito di Ai.Bi. a favore dell’adozione e delle nostre battaglie.

Non si tratta di fare una campagna per non abbandonare. Riteniamo che comunicare quotidianamente l’emergenza dell’abbandono minorile nei suoi nudi dati – 168 milioni di minori abbandonati nel mondo secondo le stime UNICEF, con un ritmo di 5 milioni di nuovi abbandoni l’anno! – sia già sufficiente ad allertare tutti coloro che ci seguono sul sito e sui media nazionali che riprendono le nostre battaglie, e ad invitarli a farsi messaggeri di questo allarme.

Cari amici: si tratta di adottare un bambino. Si tratta di sensibilizzare nuove coppie sul tema dell’adozione, e di infondere nelle coppie già avviate sul percorso la speranza e la fiducia in un atto che, contro tutte le degenerazioni formalistiche e burocratiche italiane, ai nostri occhi non ha mai perso la sua bellezza originaria: l’atto di giustizia più grande e più bello che si possa compiere in vita. Infine si tratta – e questa è la battaglia più ardua, soltanto appena iniziata – di convincere le istituzioni che ogni bambino abbandonato deve essere adottato.

Deve, cari amici: è suo diritto. A stabilirlo non è la nostra opinione o i sentimenti che ci animano, sono le dichiarazioni delle Convenzioni Internazionali ONU e un panorama culturale che, grazie a tanti sforzi, sta incominciando ad accorgersi che esiste un inalienabile diritto, quello alla famiglia, e che ad esso dobbiamo adeguare la nostra comunicazione, i nostri ordinamenti, finanche le nostre leggi.

Il bambino: mettiamoci dalla parte dei suoi sogni, dei suoi diritti. Questa è la missione di Ai.Bi.

Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini