Adozione in Italia: parte nel Lazio la banca delle adozioni mentre quella nazionale ancora non esiste

Continua la frammentazione delle risorse e la mancanza di un coordinamento nazionale nella materia delle adozioni a quanto dimostra l’incontro che, come già comunicato, si è svolto a Roma lo scorso 9 novembre presso il Tribunale dei Minorenni per la presentazione della banca dati regionale sulle adozioni.

Nel Lazio quest’anno è stato firmato il “Protocollo operativo per la collaborazione tra servizi territoriali, Enti autorizzati e Tribunali per i Minorenni, in materia di adozione nazionale e internazionale, con la partecipazione delle associazioni familiari” il cui art. 1 onera la Regione Lazio della costruzione di “una banca dati regionale per monitorare l’andamento dell’adozione nazionale e internazionale, su tutto il territorio della Regione, anche al fine di garantire livelli adeguati di intervento, anche al fine di garantire livelli adeguati di intervento, con particolare riferimento al sostegno delle coppie adottive e dei minori adottati.”.

Nel corso dell’incontro era stato precisato che non si tratta di un progetto ma una realtà che sta prendendo avvio. Proprio alla luce di questa precisazione, e del neo protocollo regionale sulle adozioni nazionali e internazionali, appare sorprendente – e perfino scandaloso – che gli Enti autorizzati siano stati invitati a partecipare all’incontro per prendere conoscenza di una realtà della quale non conoscono alcun particolare, non essendo stati minimamente coinvolti nella fase dell’ideazione e dell’avvio di questo strumento previsto all’art. 1 del protocollo.

Per quanto possa essere lodevole l’iniziativa di Adottami”– nome dato a questa banca, che peraltro ricalca il marchio registrato dalla BNL nell’ambito del prodotto bancario organizzato nel 2008 con Ai.Bi. per il microcredito alle famiglie adottive – sorgono non poche perplessità sul fatto che una Regione si stia muovendo in autonomia rispetto all’attivazione di una banca dati per l’adozione. Infatti, la legge nazionale n. 149 del 2001 art. 40 – fonte di rango superiore rispetto al protocollo regionale che prevede la banca dati del Lazio – onera già il Ministero della Giustizia alla realizzazione della banca dati nazionale con i dati provenienti dai Tribunali. Tra l’altro, proprio a inizio ottobre il Ministero è stato condannato dal TAR del Lazio per non avere attivato questa banca dati, obbligandolo ad attivarla entro il 31 dicembre prossimo.

Ci si chiede dunque come si collochi l’iniziativa autonoma del Lazio e del TM di Roma rispetto ad uno strumento la cui gestione è sotto la responsabilità del Ministero e, in particolare, del Dipartimento della Giustizia minorile.

Speriamo che non si tratti di iniziative parallele che comportano una dispersione di risorse e di energie, come l’altra, preannunciata nella stessa occasione, della prossima inaugurazione di uno sportello adozioni per cui la Regione Lazio si sarebbe già convenzionata con l’Agenzia Regionale per le Adozioni internazionali della Regione Piemonte. L’adozione – particolare che forse non è superfluo ricordare – è un fatto nazionale e non regionale: va compiuto uno sforzo per uniformare norme e prassi nazionali nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse e dell’efficienza, necessità di fronte alle quali le iniziative non concertate con tutti gli operatori del sistema appaiono decisamente fuori luogo.