Adozione. L’incontenibile voglia di mamma: “L’impatto con nostro figlio è stato davvero uno tzunami!”

Per calmare certe sue “esplosioni” repentine, gli era stato prescritto un farmaco che, poi, qui in Italia, gli specialisti hanno ritenuto totalmente inadatto e, con il tempo necessario, gli è stato tolto gradualmente

La scheda in cui ci veniva presentato nostro figlio, riportava, in grassetto, il suo “carattere esuberante”. Certo, era per il suo modo di affrontare diverse situazioni della quotidianità, con manifestazioni spropositate.
La psicologa della struttura, che lo aveva in cura, aveva affrontato in sessioni specifiche i suoi comportamenti, aveva consigliato di porsi in determinati modi, ragionandoci prima, aveva impostato un percorso di aiuto per la gestione delle sue emozioni.
Inoltre, per calmare certe sue “esplosioni” repentine, gli era stato prescritto un farmaco che, poi, qui in Italia, gli specialisti hanno ritenuto totalmente inadatto e, con il tempo necessario, gli è stato tolto gradualmente.

La sua foga ci ha travolti

In effetti l’impatto con nostro figlio è stato davvero uno tzunami! Da lontano ci ha visti entrare nella sala adibita al primo incontro coi genitori e ha intrapreso una corsa impetuosa, che si è conclusa tra le mie braccia: a fatica sono riuscita a rimanere in piedi. É stato un uragano di amore, una forza della natura, una passione pura incontenibile: questo era mio figlio. Lo sapevo e così si è mostrato, fin dal primo impatto.

Impeto da contenere

C’è da dire, però, che questo suo aspetto del carattere non ci ha preoccupati estremamente. Ovviamente ci abbiamo lavorato, sia nel periodo all’estero, sia quando siamo tornati in Italia. Questo suo atteggiamento e il reagire alle emozioni in modo intenso, lo abbiamo saputo contenere. Lui è stato bravissimo, perché ci ha lavorato molto, con impegno. Anche il parlare era caratterizzato da uno slancio senza freni: si mangiava le parole, non terminava le frasi, l’agitazione lo portava quasi a balbettare. Ogni sentimento forte gli scatenava “qualcosa” di non facilmente controllabile.
Tratteneva a stento le sue paure: il sonno era agitato, anche il suo rapporto col cibo era dominato da questa “fame implacabile” che piano piano abbiamo saputo regolare.

Si è impegnato tanto

Nostro figlio ha fatto un enorme cambiamento, da quando è con noi. La sua agitazione, quell’affanno costante tale da portarlo a sovrastare gli altri e a non avere filtri, l’inquietudine che lo soggiogava e che non riusciva a placare, erano tutte manifestazioni di un malessere: derivato dall’abbandono che gli ha creato una ferita enorme? Forse la vita in orfanotrofio non è stata la soluzione temporanea migliore nel suo caso? Non lo sappiamo, ma è certo che aveva tanto da dire… e nessuno con cui parlare.
Mio figlio non era solo “l’irrequieto” con cui la scheda del paese lo presentava. Un bambino non può essere “così schematicamente descritto nella sua interezza, in poche pagine”: mio figlio è di più. É un caleidoscopio di meraviglia. É una tavolozza di colori, è sfumature e sfaccettature di amore, concentrate in poco più di un metro e 25Kg, che per anni non è stato considerato da nessuno e ha tenuto dentro, mal domata, la sua passione per la vita.

Ora la sua mamma è al suo fianco per dedicargli tutto il tempo che vuole

Siamo accompagnati, con cadenza regolare, da una terapeuta che ci ha aiutato a crescere con nostro figlio e a fargli capire che qui non doveva riempire bramosamente nessuna ferita. Lo strappo dovuto all’abbandono forse è insanabile, ma come conviverci è il rimedio con cui affrontare la vita nel presente e verso il futuro.
Ora sa controllarsi, pensa prima di agire, conta fino a 3 prima di lasciarsi andare alle emozioni, che sono più contenute e dalle manifestazioni più pacate.
Tanto dobbiamo ancora fare, ma di sicuro c’è stata una trasformazione sconvolgente, dal bambino solo che abbiamo conosciuto la prima volta, al figlio amato che è ora.
Diamo tempo a questi bambini, diamo amore e cure adeguate: sapranno sbocciare!

Aldo, Marisa e Raul 

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